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Mille grazie. stavo seguendo anche io con molto interesse il dibattito, non avevo avuto modo di scrivere... Kohn mi aveva dato una martellata in un certo senso, fatto riflettere moltissimo 8e lo voglio anche rileggere) ma mi erano rimasti un sacco di dubbi, e questo ne fuga qualcuno... La domanda successiva e':
Come fare (perche' alla fine il "rinforzo positivo e negativo e il ricatto morale un po' lo abbiamo interiorizzato... e' veramente difficile) e come si risolvono i conflitti, anche con i piu' grandi?
(08-10-2011, 11:55 23)mamitta Ha scritto: Non so se casuale, ma anche sul gruppo NP di fb se ne sta parlando e hanno segnalato questo link: http://www.nontogliermiilsorriso.org/dru...lebrazione
Ecco, io la penso così...
Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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(10-10-2011, 03:57 15)mamitta Ha scritto: Io invece rimuginavo...se fa qualcosa per cui un "Bravo!" ci sta bene, tipo non agitarsi esageratamente quando lo cambio dopo che l'ho invitato a stare tranquillo oppure se smette di tirarmi gli occhiali dalla faccia (sua ultima passione) dopo che gli ho detto "NO!"...che gli dovrei dire se non "Bravo!"? Aiuto, sto andando in confusione!
Non lo so qualcosa tipo: "Grazie di non rompere gli occhiali della mamma, sai la mamma degli occhiali ha bisogno"?
"Grazie cosi' il pannolo puzzone lo cambiamo piu' facilmente"
... della serie non e' "bravo" ma sta aiutando te....
Io a mente fredda ci riesco
, e' nella confusione dell'emergenza che mi perdo....
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mamita il braco nella situazione che dici è proprio un esempio di amore condizionato, tu gli trasmetti il messaggio che lo ami se sta fermo, altrimenti no.
Cosa ne pensi di un "grazie tesoro, sei stato molto gentile ad aiutare la mamma, così hai visto che la mamma ci ha messo molto meno tempo? Ora abbiamo più tempo per giocare insieme!"
Per gli occhiali ora siamo il "lotta"anche con Fabio! Lo ha davvero preso come un bel gioco: tiro via gli occhiali a papà e guarda come si agita! Sob!!
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Non ho letteo tutta la discussione, ma la penso esattamente come Cancy!!!
Come ho letto pure sui libri di Juul che consiglio più di quello della Balsamo sulla quale ho delle riserve (forse molte), l'importante è essere sinceri e aperti con i bambini. Dire un bravo spesso è qualcosa che ci esce dal cuore: siamo felici non solo perchè è riuscito a fare quello che voleva fare (magari la torre con i mattoncini) ma anche perchè lui è contento e il dire bravo è un modo immediato per gioire con lui.
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Certamente questa discussione mi ha portato a riflettere.
Giusto il consiglio di cercare di capire il messaggio che possiamo veicolare ai bimbi con le nostre espressioni di gioia o apprezzamento.
Ma in linea di massima non penso che complimentarsii per un piccolo obiettivo raggiunto possa mei in nessun caso essere dannoso.
Non credo che un bambino, solo per questo, potrebbe pensare che lo amiamo solo perché ha fatto qualcosa che approviamo. Non credo che i 1000 bravo che gli dico io per gratificare la gioia con cui mi mostra la torre di lego che sta in piedi da sola, o perché si è lavato a sorpresa da solo le mani, perché mi mostra come si fa una giravolta su un solo piede, e quando ha appena aiutato il fratellino a chiudere la porta senza le sue dita dentro, possano mai comunicargli questo.
Non finché percepiscono 'partecipazione' empatica e gioiosa alle proprie piccole conquiste e non un giudizio su di esse.
Io bravo gliel'ho detto ad entrambi anche quando dopo i primi passi cadevano di sedere a terra e mi guardavano sorpresi, esattamente come lo dicevo mentre camminavano verso di me. Delusi e un po' spaventati.
Bravo dicevo e battevamo insieme le mani, e poi li aiutavo a tirarsi su.
Si rialzavano trasformando il quasi pianto in gioiaosa serenità e ripartivano sicuri e rincuorati senza versare una lacrima!
Avrei potuto dire solo "dai che non è successo niente" ma preferivo incoraggiarli a vedere quelle piccole sconfitte come momenti importanti e di crescita.
So, perché lo vedevo dai loro occhi che aumentava ogni volta la fiducia in se stessi, era l'incoraggiamento a prendere quella piccola sconfitta come un passaggio che fa parte del percorso di conquista del difficile compito di camminare.
Così come in altri casi.
Avrei potuto usare altre parole, forse. Ne uso altre in altri casi.
Ma dire 'che bella torre' che ha di diverso? Se detto con aria impassibile, fredda e severa anche questa frase suonerebbe un giudizio. Immagino i rapporti familiari borghesi dei tempi in cui ai genitori si dava del voi.
Credo che a quelle intenzioni si opponesse Montessori, che quei 'bravo' le risuonassero nell'orecchio. Da questa lezione proverei a superare la disputa sul bravo e prenderei il succo del messaggio.
Cioè, una volta stabilito che non vogliamo pensi di essere amato non per ciò che è, ma solo se corrisponde al nostro 'progetto' su di lui, fare più attenzione alle parole, alle loro implicazioni emotive e ai contesti in cui le usiamo, ma soprattutto fare in modo che le parole siano coerenti con i nostri sentimenti.
Solo così un bambino, credo, possa percepire il senso profondo di quello che gli diciamo e sentirsi amato sempre.
2/10/2007 Tartarughino
27/6/2010 Torello
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-10-2011, 07:53 19 da
Linda Eva.)