libero accesso al cibo -
blackbird - 12-03-2012
Da qualche giorno Domenico ha scoperto che i bibanesi sono nell'ultimo cassettone, quello alla sua mercè insomma. Così ogni volta che ha fame lo apre e ne tira fuori uno. Quest'improvvisa libertà ha portato con sè anche un abuso di potere, per cui prende e porta via anche solo per farlo, anche un po' per noia, così solo perchè può.
Pensavo che finito questo periodo di rodaggio, come con tutte le novità, poi si stabilizzasse e andasse a prendere cibo solo quando avesse avuto realmente fame. Poi mi è capitata sott'occhio (in questo periodo latito un po' qui sul forum) la discussione in cui è intervenuto Piermarini e, come sempre, le sue parole hanno aperto una voragine con tantissime risposte, ma anche con una miriade di dubbi, domande, incertezze e perplessità.
Insomma: faccio bene o no? E' giusto che Domenico mangi quando ha fame o dovrebbe aspettare il momento giusto (l'ora della merenda che in realtà non c'è, varia spesso a volte salta pure). Dovrei ricreare quella che Piermarini chiama una situazione fittizia di scarsa disponibilità? Ma se Domenico non va al bibanese, cambia direzione verso la tetta e in ogni caso il fatto che prenda il cibo da solo è una cosa che in parte è in linea con quello che abbiamo fatto fino ad ora (alimentazione a richiesta), e in parte a lui piace: si sente grande, disinvolto, adulto, padrone di se e della casa. Se glielo negassi non sarebbe un atto scorretto?
Io addirittura avevo pensato di mettere in questo cassettone un po' di roba che potrebbe mangiare senza problemi (per intenderci: NON caramelle, cioccolattini e schifezze varie)
RE: libero accesso al cibo -
alessimdon - 12-03-2012
Mi accodo alla domanda: giorgia sa qual'e' il cassetto di "mandorle e uvette".
RE: libero accesso al cibo -
Linda Eva - 12-03-2012
Prima di tutto, please, mi linki o indichi il particolare intervento di Piermarini di cui parli?
RE: libero accesso al cibo -
blackbird - 12-03-2012
(12-03-2012, 11:57 11)Linda Eva Ha scritto: Prima di tutto, please, mi linki o indichi il particolare intervento di Piermarini di cui parli?
Copio e incollo così facciamo prima
Lucio Piermarini ha scritto:
Il nostro sistema di regolazione dell'appetito è tarato, da decine di migliaia di anni, su una scarsa disponibilità di cibo e quindi sull'apprezzamento di ogni cibo presente nell'ambiente purché non faccia male (importanza dell'esempio dei genitori). Nella fase iniziale dell'autosvezzamento tutto è facile e non ci sono problemi.
Quando, anche in concomitanza del rallentamento di crescita e della maturazione cognitiva i bambini capiscono che mangiare o non mangiare è un modo, fra i tanti, di imporsi, legittimamente dal loro punto di vista, sull'ambiente per realizzarsi compiutamente, ecco che i problemi arrivano. Senza la spinta della necessità di mangiare quel che c'è, perché c'è abbondanza, e senza la comprensione da parte dei genitori del meccanismo di regolazione dell'appetito (quanto detto sopra), i bambini fanno scelte guidate da un obiettivo che è solo in parte nutrizionale e quindi la dieta corretta salta. E' responsabilità degli adulti di casa far sì che i bambini rispettino le regole di base ricreando in casa una situazione fittizia di scarsa disponibilità. Semplicemente, è quello che facciamo quando diciamo, a parole e soprattutto a fatti, al bambino che rifiuta un alimento: se non hai fame fai benissimo a non mangiare ma tu sai anche che a parte questo non c'è altro e può anche capitare che la tua parte ce la mangiamo noi e, comunque, finito il pasto dovrai aspettare la merenda che non potrà essere più abbondante del solito. In ogni caso sei stato molto bravo a regolarti così bene, bacione!
RE: libero accesso al cibo -
ameliaedaniele - 12-03-2012
stesso problema, con la differenza che la grande apre anche il frigorifero o prende la sedia e arriva ovunque (anche alle caramelle, che sono ancora quelle di S. Lucia).
RE: libero accesso al cibo -
Irenotta - 12-03-2012
anche noi situazione simile. La piccola apre la dispensa e si fionda su crackers, biscotti, grissini, taralli. Sta tentando anche con il frigorifero dove in genere trova mirtilli e yogurt ma è ancora piccola e non ci riesce, ma non tarderà molto...
RE: libero accesso al cibo -
Linda Eva - 12-03-2012
Ho letto, ora il copia/incolla.
Beh, mi sembra esauriente. Comunque posto lo stesso quanto avevo appena scritto.
Io credo che ogni volta che in AS (anche da come ne parla lo stesso Vate) si parla di lasciare libero accesso al cibo vada necessariamente inteso sempre come 'al cibo messo a sua disposizione dai genitori', cioè preventivamente valutato e scelto dalle persone che si prendono cura di lui.
(12-03-2012, 09:52 09)blackbird Ha scritto: in ogni caso il fatto che prenda il cibo da solo è una cosa che in parte è in linea con quello che abbiamo fatto fino ad ora (alimentazione a richiesta), e in parte a lui piace: si sente grande, disinvolto, adulto, padrone di se e della casa. Se glielo negassi non sarebbe un atto scorretto?
no, non lo credo.
Secondo quanto mi risulta, Piermarini non ha mai detto che lasciare spazio alla libera e attiva richiesta del bambino significhi mancare totalmente nell'azione educativa di guida a cui sono chiamati i genitori.
La possibilità di richiedere ha il ruolo di 'motivazione' per il bambino, di porta di accesso al mondo del cibo.
Potrebbe essere inteso come una sorta di veicolo che permette il transito del piccolo dal mondo del 'solo-latte' a quello del 'latte+pasti da grande' senza le classiche più o meno forzate imposizioni tabellari, anzi facendo semplicemente leva sulla naturale propensione del bambino per l'imitazione delle azioni dei genitori, per il gioco, per l'esplorazione orale degli oggetti, la conquista dell'autonomia....
Non è anche un fine dell'azione educativa.
Cioè, che il bambino che si forma in regime AS possa essere un bambino con maggior autonomia e capacità critica di altri è conseguenziale, ma non è che debba essere per questo istradato verso la presa di possesso della casa e dell'intera dispensa
.
Non si intende, mi sembra, educare a fare sempre ciò che gli pare nel momento stesso in cui gli va.
È sempre un bambino e, nello specifico, non credo rientri nel suoi interessi alimentari abituarsi a mangiare ogni volta che voglia solo perché sa dove sono i biscotti (nel mio caso). Io, per esempio gli dico semplicemente no, aspetta fra poco è pronta la pappa.
Oppure "si, va bene, uno solo, però" se penso sia il momento giusto per la merenda.
I bambini sanno autoregolarsi, ma se non vengono distratti da 'qualunque cibo (o situazione) gli faccia venire voglia di mangiare anche se non ha fame".
Piermarini ricorda anche, spesso, che anche la richiesta durante il pasto, che all'inizio deve essere protagonista assoluta perché si avvii il 'motorino-AS', pian piano si dividerà il ruolo con l'aspettativa della sua porzione del pasto della famiglia che gradualmente si forma nel bambino, fino a restare in un angolino una volta preso il ritmo giusto.
Per i genitori dovrebbe sempre restare comunque viva e ricorrervi di nuovo quando si verificassero periodi di 'minor appetito' in modo da non cadere nel versante opposto dell'imposizione e ricordarsi così qual'è l'idea di bambino che ci ha spinti fin lì:
quella di un essere da rispettare.
Ogni volta in situazioni simili non si ricorra all'insistere, bensì al caro lasciare a disposizione.
Fatte salve queste occasioni, però, nel tempo il bambino avvicinandosi per curiosità e senza aspettative (sue o nostre) al pasto, imparerà con naturalezza ad adeguarsi alle norme comportamentali relative, compreso una corretta e sana gestione dei fuori pasto.
Insomma, quando diciamo che una famiglia informata e un'alimentazione sana e variata sono le migliori fondamenta per un buon AS intendiamo anchequesto, no?
Non credo sia una buona idea dare in mano ad un bambino piccolo le chiavi di una dispensa da gestirsi da solo anche se a sua misura e con cibi sani!
Né credo sia educativo (mia opinione) che associno la sensazione di indipendenza necessariamente con il fatto di poter disporre della propria alimentazione.....non so, mi suona tanto borderline fra sanezza e anoressia/bulimia.
RE: libero accesso al cibo -
ERiCa - 12-03-2012
e se nel cassetto dei bibanesi, al posto dei bibanesi gli fai trovare, per esempio una mela???
la situazione fittizia sarebbe forse più simile a quanto avverrebbe in natura in cui non trovi i bibanesi, ma se ti va di fortuna, al massimo trovi un frutto maturo
forse ho scritto una cavolata, ma io proverei, anche solo per vedere che faccia fa quando apre il cassetto
RE: libero accesso al cibo -
Elis - 12-03-2012
Io non ho mai lasciato cibo nei cassetti o negli armadi raggiungibili da Giulio (l'ho fatto senza pensarci, non perché non volevo prendesse il cibo!). Se ha sete, o fame, mi porta in cucina e mi chiede qualcosa. Ogni tanto fruga nella mia borsa perché sa che ci sono gallette di riso o cose simili per i casi di emergenza quando siamo in giro, ma se non ha fame li tira fuori e non li prende. Non saprei...per ora non mi é mai successo che, mangiando biscotti o altro durante la giornata, poi non mangiasse ai pasti...Fp
...scusate, giulio ha schiacciato invio prim ache finissi di scrivere. Forse la soluzione é lasciare nei cassetti raggiungibili frutta, pane o cose semplici, non dolci cioccolato o caramelle...del resto perché non poter assaggiare o prendere quello che trovano, purché sia sano? Abituati all'As se hanno fame mangiano altrimenti no e se i cibi proposti sono sani non vedo il problema.
RE: libero accesso al cibo -
Linda Eva - 12-03-2012
Non mi sembra una buona idea, metterci la mela perché è sana.
(se non per farsi una risata.....povero, però!
)
Anche in natura il bambino che acquisiva gradualmente autonomia, fortunatamente gradualmente scemava in curiosità. Perché le madri dovevano poter sempre vegliare e decidere sull'opportunità di ciò che mangiavano i figli.....pena il rischio di cibo velenoso o avariato.
No, direi che come obiettivo è fuori tema.
Non è un obiettivo dell'AS e non è dell'AS.
Qui, si parla di cibo a richiesta fra quello a disposizione nei pasti e basta. Tra l'altro senza poter optare per alternative fuori menu (poi io sono leggermente meno rigorosa di Piermaarini, e più di altre su questo, ma il senso è resta).
Ripeto, educativamente non mi sembra neanche un bell'esempio (oltre l'errore alimentare, intendo), non è coerente con l'AS ma forse neanche con Montessori, non so.
Su questo potremmo ampiamente discutere e a lungo........
........ma che sò sti 'bibanesi'?