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libero accesso al cibo - Versione stampabile

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RE: libero accesso al cibo - mamitta - 14-03-2012

(13-03-2012, 11:07 23)giulieee Ha scritto:  io tutto il discorso del Dott. Piermarini non tanto l'ho capito. E non credo di condividere il pensiero sulla scarsa disponibilità. A me non piace nulla che sia fittizio. Non viviamo in un tempo ed in un luogo di scarsa disponibilità di cibo... che senso ha fare credere che sia così? Piuttosto bisogna far capire che ciò che scarseggia è il cibo sano. E battere molto su questo punto che purtroppo non è di facile intuizione.
Altrimenti si mandano messaggi artefatti. Sarà che io tengo moltissimo alla verità... e mi sembra che qualsiasi costruzione o finzione sia solo una presa in giro.. un modo per sentirsi ancora una volta adulti onnipotenti. Ma è solo il mio parere, naturalmente!

Ed è anche il mio...Blush
Io mi arrovello sulla questione e non ne vengo fuori...ma non abbiamo detto che si autoregolano? e che quindi se lasciamo più o meno volutamente cibo sano alla loro portata e i bimbi lo mangiano...che male c'è?
Diverso è il caso dei cibi per cui si trova sempre spazio, vedi dolci, merendine e spazzatura varia.
Nel nostro caso il cibo è tutto in alto, già da prima di giuggino, ma a casa di mia sorella c'è il portaverdura e frutta a vista, e ogni volta giuggino con naturalezza agguanta frutta e comincia a morsicarla mentre passeggia per casa...001_wub a me questa cosa ha fatto molto piacere, anzi meditavo proprio di mettere anche io un portafrutta del genere, mentre da noi la frutta è sul davanzale, quindi alta per lui.


RE: libero accesso al cibo - Linda Eva - 14-03-2012

(13-03-2012, 11:07 23)giulieee Ha scritto:  Scherzi a parte, io tutto il discorso del Dott. Piermarini non tanto l'ho capito. E non credo di condividere il pensiero sulla scarsa disponibilità. A me non piace nulla che sia fittizio. Non viviamo in un tempo ed in un luogo di scarsa disponibilità di cibo... che senso ha fare credere che sia così? Piuttosto bisogna far capire che ciò che scarseggia è il cibo sano. E battere molto su questo punto che purtroppo non è di facile intuizione.
Altrimenti si mandano messaggi artefatti. Sarà che io tengo moltissimo alla verità... e mi sembra che qualsiasi costruzione o finzione sia solo una presa in giro.. un modo per sentirsi ancora una volta adulti onnipotenti. Ma è solo il mio parere, naturalmente!

non sono d'accordo Giulieee, perché allora non dovremmo neanche selezionare il cibo che mettiamo a tavola...
La natura muove i cuccioli di ogni specie a comportarsi secondo i parametri su cui la genetica è stata tarata e si tara su lunghezze ben più estese degli ultimi 60 anni di maggior abbondanza di cibo!

Ricordo che in un commento su Io-e-il-mio-bambino risposi ad una critica di Matrioska (che solo dopo s'iscrisse qui) sul fatto che una delle incoerenze (secondo lei in quel momento) dell'AS è dire che il bambino sceglie ma in real5à non sarebbe stato vero perché siamo noi a decidere cosa mettergli a disposizione.
Le risposi, in sostanza, che è proprio questo che ci da la garanzia che il bambino qualunque cosa deciderà di assaggiare non gli farà male per la salute e, aggiungo, per la sua e-ducazione alimentare.
E ne sono tutt'ora convinta!
Perché poi all'istinto di 'autoregolazione' tanto vivido e 'puro' in un neonato si andrà ad aggiungere gradualmente nel bambino (base per il suo io adulto) un fattore 'culturale' costruitosi attraverso l'educazione, e l'esperienza ( e l'abitudine) di pratiche si spera più sane possibile.
Nel tempo, come sappiamo tutte, l'istinto di autoregolazione si attenua perché più forte diventa l'influenza della ragione e spesso soccombiamo a smanie e voglie alimentari.
Ed è proprio ora che si da l'inprinting' di questo fattore culturale.

All'alimentazione sana e variata, dovremmo anche aggiungere resa saggiamente disponibile, non a caso.


RE: libero accesso al cibo - mamazaba - 14-03-2012

(13-03-2012, 01:34 13)blackbird Ha scritto:  Esattamente come avveniva per i cassetti del mobile tv, o per le librerie: si gode questa nuova libertà in maniera disordinata e caciarona, ma confido nel fatto che un giorno lo farà solo quando ne avrà realmente bisogno.

per noi è stato così!

nina ha sempre mangiato quando voleva, per me lei è l'unico giudice sul suo appetito, quindi se dice che ha fame, io le do da mangiare. vedo il mio compito di guida solo nella selezione degli alimenti , non sul momento del pasto. ovviamente se sto cucinando la cena avrà qualcosa di piccolo...

adesso che và per i 4 è difficile che prenda del cibo per giocarci, anzi, nonostante alcune cose siano sempre state nei cassetti bassi, devo dire che preferisce essere servita quindi chiede a noi 001_tt2

manu + nina 10.06.08


RE: libero accesso al cibo - giulieee - 14-03-2012

Linda.. non dico che non dobbiamo selezionare il cibo, ci mancherebbe! Non vedo il nesso, sinceramente.
Dico solo che bisognerebbe far entrare solo cibo sano (cosa impossibile perchè la spesa, da me, la fa il papy). E, fra quel cibo spiegare che ci sono alimenti che, anche se buoni, non fanno bene. Concetto molto difficile. Ma bisogna spiegare il mondo per quello che è. Io a questo tengo moltissimo. Esempio: a casa dei miei suoceri fumano tutti. Mario fa già il gesto di fumare. C'è stato pure qualcuno che gli ha detto "sigarette cacca" dopo aver fumato Sad. Io gli dico "fumare fa venire la bua e brutte malattie. Chi si vuole bene non fuma. Solo chi non si vuole bene, fuma". Quando dico questo vedo impallidire tutti e fare scongiuri di ogni tipo (hihihi) ma non me ne importa nulla. Io a mio figlio dirò sempre - SEMPRE - la verità. Non gli dico: "i biscotti sono finiti". Gli dico "i biscotti, a mangiarne troppi, non sono sani. Meglio la crostata di mamma".
E se mi chiede cibo (ormai parla bene e conosce tutto) glielo do. Anche se siamo fuori orario, come se mi chiede tetta (anzi a volte cerco di anticipare la richiesta di tetta-fame con offerte di cibo).
Mi sembra così un inganno dire "no cibo non ce n'è perchè negli anni 50 non ce n'era!". Il cibo c'è. Ripeto: quello che scarseggia è il cibo sano, purtroppo!

Ritornando al post: il libero accesso, secondo me è sempre costruttivo e molto molto educativo. Del resto, quando gli proibisci l'accesso al cibo, si "rifanno" da adolescenti svuotando il frigo e mangiando schifezze. Meglio se imparano a dosare da ora. Anche con concessione di qualche schifezzuola...


RE: libero accesso al cibo - Peanuts - 14-03-2012


Ma non state dicendo le stesse cose?
Cioè che è importante lasciar scegliere il bambino, ma tra le merende che gli mettiamo a disposizione noi?

La differenza nelle vostre teorie (o pratiche!) sta nel decidere se far prendere al bambino la merenda quando vuole, oppure se dargliela solo all'ora stabilita?
Scusate se non ho capito le differenze nei vostri discorsi, volevo solo una delucidazione perchè vi leggo con entusiasmo ma non ho ben capito,
sono un po' tarda (aggiungo "certe volte" perchè non voglio bistrattarmi troppo :p )!


RE: libero accesso al cibo - Linda Eva - 14-03-2012

Allora, per precisare con cibo reso 'saggiamente disponibile' intendevo anche nella distribuzione giornaliera

Vorrei, però, chiedere io a voi se ritenete che l'avviamento verso i pasti (svezzamento/Autosvezzamento) sia, oltre che nutrizione, anche un momento educativo fondamentale per il rapporto con cibo e pasti di tutto il resto della vita.
Tenendo anche conto che la filosofia dello 'stare dalla parte del bambino' credo non comporti lasciarlo libero di fare qualunque cosa, almeno fin quando non si sia formato un sistema di norme comportamentali che gli consentano di gestire davvero liberamente, ma quindi con cognizione di causa, ogni ambito della sua esistenza.
Se sì, pensate che oltre ad acquisire il concetto di 'cibo' come altro rispetto al latte, sia importante interiorizzare un corretto concetto di 'pasto' (e per corretto intendo anche Mangiare Con piacere per nutrirsi oltre che sapendo distinguere fra alimenti sani e non)?
E come vi sembra di poter conciliare il poter disporre di cibo in ogni momento desiderato con la RICHIESTA di assaggiare per seguire l'esempio dei genitori?
A meno che, ovvio, non sia proprio per imitare un comportamento abituale anche dei genitori (non esattamente un modello, sano, però).

Credo che sarebbe utile interrogarci su questi aspetti e spiegarci, per capirci meglio Smile.
(12-03-2012, 03:38 15)rikierikki Ha scritto:  ma da quanto ho capito io dal post iniziale quisi tratta di una merenda auto-gestita (cosa contemplata dalla montessori, e infatti su alcuni libri di scuola montessoriana ho letto di mettere a disposizione nel ripiano più basso del frigo cose adatte per organizzarsi autonomamente la merenda in modo da stimolare l'iniziativa e l'autonomia del bambino)

Non lo sapevo, ma mi torna visto che comincio a 'masticare' un po' di 'montessorianità'.
Sarebbe, però, interessante capire se questa stessa impostazione viene seguita anche per lo 'svezzamento' o solo dopo, quando dal cucchiaino 'offertimposto' si spera che il bambino impari ad acquisire un'autonomia che fino a quel momento non gli era mai stata concessa.
Cosa che in AS non dovrebbe verificarsi, se ben avviato, o comunque, non dal momento che i genitori 'prendono coraggio'.

(12-03-2012, 03:38 15)rikierikki Ha scritto:  non mi sembra diseducativo mettere a disposizione di autogestirsi la merenda con qualcosa di più conforme a quanto piacerebbe alla mamma, piuttosto che con qualcosa che si teme sia troppo monotono

in pratica è come quando voglioo scegliersi da soli da vestire e tu previeni il rischio che si mettano una magliettina in gennaio tirandogli fuori due cose e dando loro l'idea di scegliere in autonomia fra quelle
La parte sottolineata è, in ogni caso, proprio quello che facciamo noi tutti decidendo il menu quotidiano, da rendergli, quindi, disponibile.

Credo anch'io che nel caso s'intenda impostare il discorso nei termini di 'autogestione' sarebbe necessario operare a monte questa 'sana' cernita.
Mi chiedo se DAVVERO questo che vogliamo, che lo interiorizzino come norma comportamentale invece che come lecita, ma occasionale, frequente quanto vi pare, ma eccezione.
Se devono proprio fin da subito imparare che quando avranno noia, ansia in ogni momento della loro vita potranno placarle aprendo il frigo e scegliere a caso qualunque cosa capita loro a tiro.
E anche allora ci saremo noi a piazzarci solo 'cose sane'?




RE: libero accesso al cibo - giulieee - 14-03-2012

Ma non è che un bimbo che ha libero accesso sta sempre con qualcosa da mangiare in bocca! MAngia quando ha fame. Punto. Nel caso di blackbird, mi pare che il bimbo dia un altro significato ai bibanesi perchè rappresentano una conquista ed uno "scettro" del potere. Ma è così tenera l'immagine del bimbo che scorazza per casa col bibanese in mano e ogni tanto lo mordicchia. Io non ci trovo nulla di diseducativo. Tutti i bimbi, inizialmente, giocano col cibo. Poi, piano paino, capiscono che è "solo" cibo.
Non penso che educare sia "larciargli fare ciò che vuole" ma neanche, sinceramente, imporre delle rigidtà che noi adulti abbiamo acquisto solo per convenienza/convenzione (mangiare tre volte al giorno solo per avere il restante tempo libero per fare altro...). Lo stomaco di un bimbo piccolo è molto piccolo... In più ci sono gli scatti di crescita. Mi pare di tornare alla vecchia discussione poppate ad orario e poppate a richiesta. Se il bimbo ha fame, mangia.
Se si assume, come io assumo, che un bambino lasciato libero e non "ricattato" stabilisca un rapporto sano col cibo (che non vuol dire, per me mangiare ad orari fissi, ma solo non dare significati trasversali al cibo), non vedo perchè scandalizzarsi se alle nove di mattina si sveglia e dice di volere al pasta. A me è successo diverse volte e io ho cucinato la pasta per lui. In quella settimana, poi, ho dovuto rifargli l'abbilgiamento perchè era cresciuto a vista d'occhio!

E poi chi dice che mangiare spesso non è sano? Tutti i nutrizionisti affermano proprio il contrario! Ed io condivido, sinceramente. Stando a casa e non lavorando, mangiucchio molto più spesso. Non sono obesa. Ho un buon rapporto con il cibo e, sinceramente penso che mangiare ad orario è una costrizione imposta dall'esigenza di lavorare (come dicevo sopra). Educare, per me, non significa tramandare alcuni schemi acquisiti solo perchè in passato sono sembrati validi. Stiamo parlando di bimbi molto molto piccoli. Diverso sarebbe il discorso per un bimbo di cinque-sei anni, che va a scuola. E che non verrebbe lasciato neanche pasticciare come un neonato.

Io credo che la vera richiesta sia ... RICHIESTA! Se mio figlio mi chiede - e la disponibilità c'è e credo sia sano ciò che mi ha chiesto - io do. Se mi chiede ogni giorno cioccolata, non gliela do. Se mi chiede ogni giorno ostriche, non gliele do. Ma se vuole un tarallo alle 18 e alle 17 ha mangiato una banana, non sto certo a dirgli "no..è fuori orario!".

@peanuts: si secondo me diciamo le stesse cose, o meglio, alla fine facciamo le stesse cose, Sono sottigliezze più di pensiero. Ossia se ritenere che la rigidità di orario nei pasti sia educativa o meno. Per me non lo è affatto. Come ogni rigidità...tendo a rifiutarla. Ma credo siano scelte caratteriali e impronte che ognuno di noi prefrisce dare ai propri figli.


RE: libero accesso al cibo - Linda Eva - 14-03-2012

Questo, Elis, lo quoto. Non sono 'a priori' contraria al fuori-pasto, anzi! Io cerco di valutare caso per caso, se manca molto per il pranzo, per esempio, e se mangiare in quel momento potrebbe privarlo del curioso appetito che gli rende così graditi e importanti i pasti che svolgiamo insieme (con tutti gli errori di valutazione del caso: siamo esseri fallibili! Smile)


(12-03-2012, 09:49 21)Elis Ha scritto:  Anche a me sembra piú giusto che siano loro a chiedere il cibo, almeno da cosí piccoli. Non sono peró d'accordo a negarglielo se lo richiedono anche fuori pasto, nei limiti del buon senso ovviamente.
(...)
Diverso é farli mangiucchiare tutto il giorno,
(...)
LindaEva, perché pensi non sia corretto dare cibo se lo chiedono anche fuori pasto, quando li abbiamo sempre abituati a mangiare a richiesta?

...però, secondo me un 'non adesso, ora ceniamo', anche se accolto con un pianto, se comunque motivato, spiegato, sia più 'sincero'e educativo che eliminare il cibo dai cassetti bassi.
Questa negazione, non mi sembra contraddittoria come, al contrario, il negare un assaggio per partecipazione a ciò che facciamo noi, perché sono convinta che lo porti gradualmente prima a sperimentare, poi percepire, poi scoprire e in fine a riflettere sugli stimoli (bisogni) che gli invia il suo corpo e ad imparare che non sempre è meglio dare loro una soddisfazione immediata, la prima (anche se sana dal punto di vista alimentare) che capita, e che con un minimo di pazienza (e fiducia prima nei genitori, in futuro in se stessi) si può rispondere loro con una risposta più adeguata e soddisfacente.

E oltre a quello che scrivi tu, Elis, faccio mia per intero questa risposta di ChiaraC
(12-03-2012, 10:28 22)chiaraC Ha scritto:  Allora io credo che un conto sia il cibo fuori pasto, un conto sia l'autogestione. Io non ho cibo a disposizione negli armadietti bassi, non apposta, era già così prima (...), è rimasto così. Però non le lascerei libero accesso al cibo. Intanto se potesse prendere quando vuole e ciò che vuole
(...)
Detto ciò non sono contraria al cibo "fuori pasto", diciamo che se nella norma c'è colazione, merenda, pranzo, merenda, cena, spesso di merende pomeridiane ne fa due, oppure inizia la cena prima che sia ufficialmente pronta, chiedendomi assaggi o qualcosa. Io tipo un pezzo di pane o di verdura non glielo nego mai. Diciamo che fino a un certo punto se mi rendevo conto che era noiosa magari le chiedevo io se avesse fame, ora invece se ha fame me lo fa capire (...). Poi immagino che cambi con l'età, immagino che, più grande, sia più in grado di mangiare una merenda e aspettare cena se gli si dice è pronto fra 10 minuti. Ora 10 minuti sono un'eternità..


ALT, FERMI TUTTI!

Mi sono accorta solo ora che c'è un equivoco di fondo.
Forse è per questo che vi lasciava perplesse l'intervento di Piermarini.

(14-03-2012, 06:19 18)giulieee Ha scritto:  Io credo che la vera richiesta sia ... RICHIESTA! Se mio figlio mi chiede - e la disponibilità c'è e credo sia sano ciò che mi ha chiesto - io do. Se mi chiede ogni giorno cioccolata, non gliela do. Se mi chiede ogni giorno ostriche, non gliele do. Ma se vuole un tarallo alle 18 e alle 17 ha mangiato una banana, non sto certo a dirgli "no..è fuori orario!".
(12-03-2012, 09:49 21)Elis Ha scritto:  li abbiamo sempre abituati a mangiare a richiesta?

Non è questo a cui li stiamo educando con l'Alimentazione Complementare a Richiesta.

La Richiesta da assecondare (finché resta complementare al latte, nello specifico) è il mezzo che permette al bambino di procedere attivamente facendo tesoro del prezioso bene della 'motivazione'.
Questa motivazione si fonda sul motore di ogni conquista umana: la curiosità, l'emozione della scoperta, il piacere della sperimentazione.

Il fine è traghettarlo dal latte al giusto, sano e buon mangiare.
Quali debbano essere i pasti, la loro distribuzione nell'arco della giornata, il tipo di alimentazione non ce lo dice nessuno. Ci si auspica che sia un'alimentazione sana. Stop.
Oltre l'AS (parliamo pur sempre di 'svezzamento' per intenderci, di passaggio) non pretende di spingersi.

L' obiettivo cui si vuole giungere è che poi il bambino così procedendo gradualmente si adegui con allegria e naturalezza alle norme (chiamiamole regole, convenzioni o abitudini) che valgono per il resto della famiglia.
La richiesta di assaggi prima o poi lascerà il campo alle porzioni.

La RICHIESTA, che poi non è altro che una emanazione del principio di rispetto delle esigenze e dei gusti personali, è il mezzo. Non il fine, ciò a cui lo stiamo abituando.
Non dimentichiamolo.

E lo stesso Piermarini, più volte, ci ricorda di mantere il ricordo di questo principio ispiratore della nostra azione eduativa. Di non dimenticarci che resterà una risorsa che prima o poi verrà giustamente accantonata, ma solo fin quando la navigazione procederà con vento in poppa.
Ci chiede di tornare a sfruttarla, a ricordarcene come principio ispiratore ogni qual volta il figlio (anche oltre i 3 anni) avrà momenti più o meno occasionali di inappetenza.
Non insistere, ma comunicare, anzi ascoltare i suoi messaggi, le sue richieste, permettergli di avere appetito o no secondo le sue esigenze.

Anche per questo consiglia di ridurre le porzioni, perché possa avere la voglia e sentirsi libero di chiederne di più.


RE: libero accesso al cibo - Elis - 14-03-2012

Sono d'accordo che la richiesta dell'As sia il mezzo e non il fine, ma penso che in questo modo i bimbi imparino davvero a regolarsi e non credo se lo dimentichino, almeno fino a quando sono cosí piccoli e i condizionamenti esterni non sono cosí tanti (come immagino sarà, invece, quando andranno a scuola o casa degli amici ecc ecc). Il buon rapporto con il cibo imparato con l'As significa anche sapersi autoregolare. Penso quindi che la richiesta di assaggi o spuntini fuori pasto, se non sbilancia l'alimentazione o compromette i pasti principali (e questa é e rimane una responsabilitá dei genitori), vada assecondata, ma sempre dietro esplicita richiesta! Penso sia diseducativo, e svilisca anche il valore del cibo, averlo sempre a disposizione. Non mi piacerebbe che Giulio ci giocasse fuori dalla tavola, confondendolo con un gioco come un altro o ancor peggio desse un morso qua e lá a una mela o a un biscotto solo per noia. Ma queste sono regole che variano da famiglia a famiglia, come uno meglio credo. Io sono un'appassionata sostenitrice del pensiero Montessori, ma credo che per la merenda autogestita si riferisse ai bimbi piú grandi. Anche con i giochi e i materiali, la Montessori lascia sí liberi i bimbi di scegliere cosa fare, ma l'esempio arriva sempre e comunque da un adulto, che spiega loro come si fa. Per me col cibo deve essere la stessa cosa: libertá di mangiare e chiedere quando si ha fame, scegliere tra quello che c'è in tavola, ma un minimo di istruzioni ci vanno, anche solo col buon esempio dei genitori.


RE: libero accesso al cibo - giulieee - 14-03-2012

Quoto Elis. In tutto. Lindaaaaaa mica esiste solo il Dott. Piermarini (non me ne voglia!)!!!!
L'As esiste da millenni e, ti dirò, alcuni pediatri lo consigliavano persino nei bui anni '70! Un pediatra di Messina, al quale mia madre svezzante-impositiva si rivolse perchè mio fratello "non mangiava" le disse: "Signora ha provato a fargli mangiare quello che mangiate voi?". Io per as intendo ciò che è naturale, non imposto MA NON lasciato al caso. Come in tutto il resto della educazione dei bimbi...