(25-06-2012, 05:31 17)EliNa Ha scritto: Ma il ricordo della nascita è decisamente un altra cosa!!!! pensateci!! Se davvero fosse così traumatico (o se la nostra macchina perfetta non ci permettesse di dimenticare) ci saremo davvero estinti!!
Per quanto riguarda i pianti del figlio al racconto della nascita da parte della mamma... i bimbi sono davvero molto empatici, sopratutto nei confronti della mamma, Nadia a un paio di mesi, mentre ciucciava, è scoppiata in un pianto inconsolabile, perchè io nel frattempo mi ero commossa nel vedere una scena trite in tv!!!
Elina se pensi che "dimenticare" sia la soluzione di problemi che, tanto, prima o poi, passano da soli, allora chi si droga o si ubriaca è a cavallo!!!
Io penso esattamente il contrario e credo proprio che ricordare sia la soluzione di tutti quei comportamenti che la psicoanalisi definisce "nevrotici" ossia che sfuggono al controllo razionale (fra cui, io farei rientrare anche l'uso di droghe, alcol, il tabagismo, la bulimia, l'anoressia etc etc).
Nessuno dice che il "trauma del parto" è così devastante da portare all'estinzione. L'essere umano è così elastico che si adatta a tutto, ma davvero a tutto. Sapessi quanti bimbi maltrattati ho conosciuto, e maltrattati seriamente (tipo il padre gli spegneva le sigarette addosso per puro sadismo dopo averne abusato sessualmente). Uno di questi, con cui sono ancora in contatto, ha ora 29 anni. Ha tentato il suicidio due anni fa e, se parli con lui, assolve il padre e la madre da ogni colpa. Riocorda ciò che ha subito, perchè le violenze sono perdurate sino all'adolescenza, ma non vede colpa negli altri. Solo in sè stesso. In questo caso, la rimozione è solo emotiva, ossia: "ricordo ciò che è accaduto, ma non il dolore tremendo che ho dovuto sopportare". Ovviamente parlo di dolore psichico, non solo fisico. Ecco il bel risultato della rimozione!
Ritornando al parto: non è un dolore incancellabile. Io di questo ne sono sicura. E' per questo che non mi metto il prosciutto sugli occhi e lo guardo in "faccia". Lo affronto, ben consapevole che era INEVITABILE. Che devo la vita mia e di Mario a quel cesareo d'urgenza. Che io stessa pregavo in quei momenti che mi tagliassero il più in fretta possibile. Ma sono consapevole che poteva essre fatto tutto con molta più umanità (che pretenderò in caso di un secondo cesareo!)
Ma un neonato mezzo rinco.... dai medicinali dell'anestesia (potentissimi per lui), che improvvisamente viene strappato via dal suo guscio caldo MENTRE DORME (sempre causa anestesia) per finire in un luogo freddo sotto un'accecante luce al neon, messo sotto una fontana (credo) manipolato senza alcun amore (il suo PRIMO contatto fisico) punto qua e là (credo) e schiaffato in una culletta da solo in una stanza senza nessuno che neanche gli dica "benvenuto in questo mondo"; mentre la madre piange a dirotto nell'altra stanza... ma cosa vuoi che "pensi"? "Ah che bello, finalmente sono fuori?" Non credo proprio! E' ormai provato scientificamente che il parto è "causato" dal bambino che scatena le contrazioni. Sono loro che scelgono, in genere, di nascere. Mio figlio non ha scelto. E' stato sballottato nel sonno: e manifesta difficoltà a dormire e in genere a passare da uno stato all'altro.
Ovvio che il segno che rimane non è così indelebile se attorno poi trova un ambiente "curativo" e soprattutto amorevole.
Ma ti garantisco che così non è per tutti.
Ho conosciuto una bimba di due mesi che era rigida come un bambolotto. Non guardava mai nessuno negli occhi. I suoi muscoli erano corde tese. E' stata egregiamente curata con amore sino a farla diventare una bimba normale finchè, per fortuna, è stata adottata da una splendida coppia. Pensi davvero che quella bimba, prima o poi, sarebbe guarita da sola? O che sarebbe bastato un biberon placebo?
Io no. Ne ho visti troppi. E so per certo che alcune cose guariscono con il solo amore, alcune hanno bisogno di un'ottima psicoterapia, alcune non guariscono. E, purtroppo sono altrettanto sicura che non si nasce così o colà. Ci si diventa. E scaricare le "colpe" sui bimbi e sulla loro genetica, come si faceva 100 anni fa è la più grande ipocrisia che si possa commettere a danno dei bambini. Mi dispiace dire adesso una cosa forte che motli non condivideranno. Ma le "colpe", per me, sono sempre dei genitori o degli adulti che in quel momento si sostituiscono a loro. L'essere umano nasce con impulsi positivi. Se diventano negativi è perchè c'è un meccanismo di difesa in atto.
Quando poi il confine fra ciò che è proprio della psiche e ciò che è proprio del corpo è labile e, quindi, non si capisce se ci si trova dinanzi ad una "malattia", io credo che rivolgersi alla psiche non guasta mai. Se poi si riscontra un problema fisico, si curerà anche quello, senza dimenticare che la medicina tradizionale cura i sintomi, non le cause.
E per il discoso del pianto empatico: senza dubbio il bimbo piange perchè la madre racconta qualcosa di emotivamente forte. Ma prima delle parole si comunica con le emozioni. Tu sei madre e sai bene che quando tuo figlio neonato piangeva, distinguevi se lo faceva per fame o per sonno o per altro. Anche loro sanno se piangiamo per un film, per una cavolata o perchè stiamo riprovando emozioni fortissime che hanno coinvolto entrambi.
Io ho pianto anche la prima volta che il mio bimbo mi è volato dal letto a 10 mesi: lui mi ha guardato ed è scoppiato a ridere. Io tremavo come una foglia. Sei così sicura che si comunichi solo con le parole?
Sai qual è la parola che mio figlio usa più spesso? E' "dopo mamma". Lui, nel pieno dei terrible twos non dice "no" come tutti i bimbi della terra. Dice "dopo". Lui voleva nascere dopo. Punto.
Ultimo: Mario avrà anche pianto perchè sentiva una forte emozione in me, ma da allora ha dormito molto più serenamente. Credimi: quel 'dialogo' fra me e lui è stato miracoloso!
Le difficoltà sono riprese solo ora, che è rimasto senza tetta contro la sua volontà. E sto cercando il modo giusto per superare anche questo piccolo grande trauma.
Scusate il lunghissimo OT