02-06-2012, 01:11 13
Mi sono decisa a scrivere questo post in seguito ad alcune considerazioni fatte sia sulla 'teoria' sia sull'esperienza pratica in cui ho trovato un, secondo me, logico riscontro.
I principi che buona parte di noi hanno intuito o anche recepito da Gonzales e Piermarini, ad es, di
-non forzare il bambino a mangiare fidandosi di lui e del suo innato istinto di autoregolazione e dei suoi tempi naturali,
-dare importanza fondamentale, anche se chi più chi meno, alla RICHIESTA come spinta all'approccio naturale con cibo e pasti
sono tanto utili all'inizio in fase di start per comprendere il momento giusto e per consentirgli un avvio dolce e spontaneo, quanto mantenerli vivi come atteggiamento generale in itinere in modo di coltivare la spinta motivazionale della preziosa curiosità.
Su queste considerazioni, anche se fossero solo teoriche, a me è sempre sembrato poco applicabile l'idea che un atteggiamento familiare così semplice, ma anche così ricco possa avere un 'termine'.
Questo anche tenendo conto del fatto che ACR significa complementarietà rispetto al pasto di latte (lm-la) unica fonte di alimentazione nei primi mesi che unita al discorso 'tempi del bambino'può felicemente, di solito, protrarsi anche oltre l'acquisizione del pasto solido come gradito e più o meno regolarizzato.
(secondo l'OMS sarebbe auspicabile almeno fino i 3 anni)
Al contrario trovo coerente (per me non giusto, ma coerente sì) la definizione di un termine finale in regime di 'Svezzamento' in quanto sostituzione programmata dei pasti principali lattei .
Sempre sul piano 'teorico' trovo anche corretto osservare che prima o poi la Complementarietà arriverà a invertirsi al punto che sarà il latte che naturalmente assumerà il ruolo complementare rispetto alla new entry cibo fino al punto di sparire del tutto.
Fino a quel momento, però, ho sempre avuto l'impressione 'teorica' di non poter parlare di AS completato.
Passando all'esperienza diretta, anche seguendo le vostre testimonianze, mi sono resa conto che tutto questo trova anche un riscontro pratico assolutamente in linea. Segno, forse, che la base teorica non è poi così 'teorica' .
A questo punto mi spiego perché non mi sono mai sentita di scrivere in 'E poi cosa è successo?' (ma non è escluso che lo farò) dal momento che ne percepivo la sfumatura di 'a cose fatte' mentre alle soglie dei 2 anni del mio Torello considero ancora pienamente in itinere questo nostro prezioso percorso.
Qualcuno (magari un esterno) potrebbe pensare che se così è, allora forse questo AS non potrebbe non essere così valido.
E invece vorrei che comprendesse che il motivo per cui non mi è facile identificare un 'termine' è il fatto che questi principi acquisiti dalla famiglia, accompagnati anche a una più lucida consapevolezza sui principi base di una sana alimentazione (su cui si può essere più meno rigorosi senza inficiarne gli effetti comunque benefici per l'intera famiglia) hanno istaurato un clima nuovo che da quel momento accompagnerà anche il bambino in un percorso armonico con quello della famiglia e, si spera, per sempre.
Se devo trarre delle conclusioni, direi
1-l'ACR in quanto ad acquisizione del gusto e il piacere del pasto, ormai atteso dal piccolo come un momento piacevole e importante, ha raggiunto una certa compiutezza di base
2-considerare conclusa questa esperienza......no. Ma credo che non accadrà finché non inizierà a gestirsi i pasti autonomamente rispetto alla famiglia dal momento che quei principi indicati all'inizio sono ormai entrati nella nostra vita per non abbandonarla più.
Voi come la pensate?
I principi che buona parte di noi hanno intuito o anche recepito da Gonzales e Piermarini, ad es, di
-non forzare il bambino a mangiare fidandosi di lui e del suo innato istinto di autoregolazione e dei suoi tempi naturali,
-dare importanza fondamentale, anche se chi più chi meno, alla RICHIESTA come spinta all'approccio naturale con cibo e pasti
sono tanto utili all'inizio in fase di start per comprendere il momento giusto e per consentirgli un avvio dolce e spontaneo, quanto mantenerli vivi come atteggiamento generale in itinere in modo di coltivare la spinta motivazionale della preziosa curiosità.
Su queste considerazioni, anche se fossero solo teoriche, a me è sempre sembrato poco applicabile l'idea che un atteggiamento familiare così semplice, ma anche così ricco possa avere un 'termine'.
Questo anche tenendo conto del fatto che ACR significa complementarietà rispetto al pasto di latte (lm-la) unica fonte di alimentazione nei primi mesi che unita al discorso 'tempi del bambino'può felicemente, di solito, protrarsi anche oltre l'acquisizione del pasto solido come gradito e più o meno regolarizzato.
(secondo l'OMS sarebbe auspicabile almeno fino i 3 anni)
Al contrario trovo coerente (per me non giusto, ma coerente sì) la definizione di un termine finale in regime di 'Svezzamento' in quanto sostituzione programmata dei pasti principali lattei .
Sempre sul piano 'teorico' trovo anche corretto osservare che prima o poi la Complementarietà arriverà a invertirsi al punto che sarà il latte che naturalmente assumerà il ruolo complementare rispetto alla new entry cibo fino al punto di sparire del tutto.
Fino a quel momento, però, ho sempre avuto l'impressione 'teorica' di non poter parlare di AS completato.
Passando all'esperienza diretta, anche seguendo le vostre testimonianze, mi sono resa conto che tutto questo trova anche un riscontro pratico assolutamente in linea. Segno, forse, che la base teorica non è poi così 'teorica' .
A questo punto mi spiego perché non mi sono mai sentita di scrivere in 'E poi cosa è successo?' (ma non è escluso che lo farò) dal momento che ne percepivo la sfumatura di 'a cose fatte' mentre alle soglie dei 2 anni del mio Torello considero ancora pienamente in itinere questo nostro prezioso percorso.
Qualcuno (magari un esterno) potrebbe pensare che se così è, allora forse questo AS non potrebbe non essere così valido.
E invece vorrei che comprendesse che il motivo per cui non mi è facile identificare un 'termine' è il fatto che questi principi acquisiti dalla famiglia, accompagnati anche a una più lucida consapevolezza sui principi base di una sana alimentazione (su cui si può essere più meno rigorosi senza inficiarne gli effetti comunque benefici per l'intera famiglia) hanno istaurato un clima nuovo che da quel momento accompagnerà anche il bambino in un percorso armonico con quello della famiglia e, si spera, per sempre.
Se devo trarre delle conclusioni, direi
1-l'ACR in quanto ad acquisizione del gusto e il piacere del pasto, ormai atteso dal piccolo come un momento piacevole e importante, ha raggiunto una certa compiutezza di base
2-considerare conclusa questa esperienza......no. Ma credo che non accadrà finché non inizierà a gestirsi i pasti autonomamente rispetto alla famiglia dal momento che quei principi indicati all'inizio sono ormai entrati nella nostra vita per non abbandonarla più.
Voi come la pensate?
2/10/2007 Tartarughino
27/6/2010 Torello