COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia


autosvezzamento per tutti


Pronti, attenti, via... autosvezzamento anche per Tobia
#1
Wink 

Tobia è il mio secondo figlio e come quasi tutti i secondi figli ha il privilegio di avere genitori più consapevoli e sicuri del fatto loro. I primi figli sono infatti spesso vittime delle nostre insicurezze, insicurezze che ci fanno dipendere dalle labbra di chi riteniamo sappia molto più di noi, fatto che frequentemente ci fa perdere di vista quegli istinti che, soprattutto nel caso delle madri, nascono nell’attimo stesso in cui madri si diventa, istinti che ci ricollegano ai miliardi di madri che ci hanno preceduto ma che vengono persi di vista nell’ascoltare le perle di saggezza del consigliere di turno (il pediatra, piuttosto che la madre, la suocera o la vicina di casa).
Lo svezzamento (così come l’allattamento, il sonno e i “vizi” in generale) è uno di quegli ambiti in cui il sapere degli altri riesce a farci venire più dubbi. Per Emma, la mia primogenita, seguii una impostazione classica.
Per “abituare mia figlia al cucchiaio” (e chissenefrega se l’allattamento esclusivo non era proprio esclusivissimo… come si permette l’OMS di mettere in dubbio ciò che la quasi totalità dei pediatri continua a consigliare???) dai 4 mesi proponevo due volte al giorno un cucchiaino di frutta grattata (e qualcuno mi spieghi a cosa cavolo servisse, manco fosse una medicina da prendere in queste dosi…), poi a cinque mesi primi assaggi di pappa e a cinque mesi e mezzo/sei primo pasto di sola pappa e quindi sostituzione di una delle poppate con quella (sì perché chiaramente l’allora pediatra, “molto” sostenitrice dell’allattamento al seno, dava per scontato che a 5 mesi si desse il seno per 5, massimo 6 volte … i molteplici risvegli notturni non andavano considerati vero??? ahahha). La ricettina del brodo vegetale me la scrisse a penna su un bel foglietto: classico brodino con patata carota zucchina tanto per iniziare (senza guardare se fosse stata primavera, estate, autunno, inverno… sì perché le verdure hanno forse una stagionalità???), far cuocere un’ora di orologio in un litro e mezzo di acqua, utilizzare il solo brodo e buttar via le verdure per i primi quindici giorni, utilizzare a volta 150-180 ml di brodo, aggiungere un tot cucchiai di crema pronta priva di glutine, mezzo vasetto di omogeneizzato di carne o formaggino ipolipidico (si vabbe’ lì feci di testa mia, utilizzavo formaggi molli "normali" come ricotta o robiola e omogeneizzavo da sola carne fresca rifiutandomi di usare omogeneizzati industriali, visto che a parte rendermi conto che contenevano un sacco di ingredienti extra, suscitavano in me veri e propri conati di vomito ogni volta che mi trovavo ad aprire un vasetto), giratina di olio e grattugiata di parmigiano. Facile no? Poi successivamente era concesso di utilizzare anche un po’ delle verdure del brodo e incrementare progressivamente la varietà delle stesse senza fretta e sempre facendo attenzione a possibili reazioni allergiche.
Mia figlia subii questo svezzamento senza troppo entusiasmo, era raro che riuscisse a terminare il pappone insipido che le preparavo e alle volte per vederla mangiare un cucchiaino in più eravamo soliti fare assurdi teatrini. Mai ci saremmo sognati di somministrarle qualcosa che non fosse sul foglietto che la pediatra ad ogni controllo mi scriveva (avrei temuto la sua morte istantanea!!!), mai mi sarebbe venuto in mente che ci potessero essere svezzamenti alternativi a questo.
Sui dieci- undici mesi , anche in corrispondenza del fastidio legato all’eruzione dei primi molari, il rifiuto delle pappe diventò quasi totale e anche se a quel punto un po’ di trasformazioni in me avevano avuto atto grazie a frequentazioni telematiche e letture illuminanti e nonostante il percentile di crescita di Emma si mantenesse su livelli molto alti, un po’ di preoccupazioni ammetto di averle avute. A quel punto però cambiammo pediatra e la nuova mi concesse di iniziare a proporre a mia figlia ciò che mangiavamo noi. Non fu un successo immediato e per mesi mia figlia continuava a nutrirsi quasi soltanto del mio latte ma pian pianino (e quando aveva in bocca tutti i molari) ricominciò a mangiare e soprattutto iniziò ad accettare qualsiasi cosa mangiassimo anche noi visto che non ero solita preparare, come invece in molti fanno, menu alternativi per lei.
Questa la mia esperienza di mamma al primo figlio, che mi servì soltanto a decidere, e già prima di rimanere di nuovo incinta, che per un secondo mi sarei comportata assolutamente in un altro modo. Quando il desiderio di dare un fratellino ad Emma divenne realtà ed ebbe inizio la gravidanza di Tobia cominciai anche ad informarmi su siti appositi e acquistai il libro di Lucio Piermarini “Io mi svezzo da solo”. Già prima che nascesse sapevo dunque che Tobia sarebbe stato allattato al seno per sei mesi in modo esclusivo e avrebbe poi fatto autosvezzamento, ovvero gli avrei semplicemente proposto assaggi di quello che mangiavamo noi (cibo sano, poco salato e cotto in modo semplice e poco elaborato), per il resto avrebbe continuato a nutrirsi del buon latte di mamma che per tutto il primo anno sarebbe dovuto rimanere alimento prevalente.
Venerdì, 29 ottobre
Tobia siede a tavola con noi dai suoi 5 mesi e mezzo, cioè da quando le mie amiche ci hanno regalato il Tripp Trapp della Stokke (sì perché per praticare alimentazione complementare a richiesta e coinvolgere il bambino nei pasti della famiglia secondo me ci vuole assolutamente un seggiolone che lo metta a tavola uguale agli altri, per la prima figlia avevamo un mastodontico seggiolone tradizionale con il vassoio ed effettivamente, a parte che anche senza vassoio non riusciva ad adattarsi perfettamente al nostro tavolo, poi portava via un sacco di spazio e la bimba dentro ci si "insaccava!): è molto sveglio, comincia a star seduto da solo, ha due denti, una buona manualità ed inizia a mordicchiare (più che a succhiare) le cose che si porta alla bocca. Farà sei mesi tra tre giorni, ma stasera invece che giocare come al solito coi giochini che gli mettiamo davanti (giocarci un attimo e lanciarli in terra chiaramente) ci osserva incuriosito e tenta di agguantare le cose che stiamo mangiando. Quando siamo alla frutta sbucciamo una mela e gliene mettiamo davanti un pezzetto. Lui sorride, la prende con la mano, se la porta alla bocca e inizia a ciucciarla tutto soddisfatto… ebbene sì, foto di rito, il suo auto svezzamento è ufficialmente iniziato.
Sabato, 30 ottobre
Stasera gli porgiamo una crosta di pane: gli si illuminano gli occhi, la tiene alla bocca con le mani, la ammorbidisce con la saliva e con l’aiuto dei due dentini ne stacca delle briciole. Inizialmente pare che gli vadano di traverso ma con un colpetto di tosse seguito da un sorriso riesce a buttarle giù… è soddisfattissimo e mentre sgranocchia fa una borbottata continua come a lodare la bontà di quello che sta mangiando.
Domenica,31 ottobre
Pranziamo al ristorante e lui dorme nel passeggino, durante la cena sgranocchia qualche crosta di pane.
Lunedì, 1 novembre
Emma compie oggi quattro anni e da quando è nato il fratello, esattamente sei mesi prima, sa che quel giorno Tobia potrà iniziare a mangiare. Non c’è molto tempo di dedicarci al pranzo visto che fervono i preparativi per la sua festina con gli amichetti, Mario però decide che questo regalo ad Emma vada fatto: prende una mela, ne grattugia un pezzetto e concede ad Emma di imboccare il fratello. Tobia gradisce molto, si divincola, tenta di agguantare il cucchiaino ed ha un sorriso che gli arriva agli orecchi. Divora letteralmente il pezzetto che il padre gli ha grattugiato e mostra una grande impazienza quando si mette a grattugiargliene un altro. Mangia mezza mela, ma solo perché dico a mio marito che come prima volta mi pare sufficiente. Abbiamo fatto le riprese con la telecamera, non abbiamo mai visto Emma mangiare con un tale gusto, ci pare incredibile…
Durante la festina di Emma ciuccia un pezzettino di focaccia ai sette cereali. Verso sera gli schiaccio con la forchetta una pera matura. La mangia di gusto finendola tutta.
Martedì, 2 novembre
Siamo a pranzo da mia nonna: pasta al ragù e purè di patate. Tengo Tobia in braccio mentre mangiamo e gli propongo l’una e l’altro ma snobba entrambe le cose. A fine pasto mangio una banana, ne agguanta un pezzetto e se ne ciuccia un po’ mostrando di gradirla.
A cena gli metto davanti un alberello di cavolfiore lessato, prova a metterselo in bocca ma fa boccacce.
Mercoledì, 3 novembre
Non pranzo perché ho mal di stomaco ma a Tobia ripropongo la pera, visto che due giorni prima gli era piaciuta tanto, stavolta però si gira dall’altra parte. Non sta comunque tanto bene, è molto raffreddato.
Nel pomeriggio ho l’appuntamento con la pediatra per il bilancio di crescita dei sei mesi. E’ la prima volta che la vedo perché la vecchia pediatra ha iniziato l’incarico in un altro posto e lei sarà la sostituta per qualche mesi in attesa che ci sia il concorso e arrivi un nuovo medico. Voglio parlarle della mia intenzione di praticare autosvezzamento con Tobia, ma prevedendo una sua reazione negativa, metto in borsa le indicazioni OMS sull’alimentazione del lattante e del bambino fino a tre anni (http://www.acp.it/allattamento/EUpolicy06it.pdf) , il libro di Piermarini ed anche quello di Paola Negri che con gran interesse sto leggendo da qualche giorno. La dottoressa mi sorprende dicendomi che conosce Piermarini e che volendo posso fare ciò che voglio. Mi consiglia semplicemente di trovare, andando a tentativi, la consistenza del cibo più giusta per Tobia, quindi va bene non utilizzare omogeneizzati e cremine precotte. La ricetta del brodo vegetale comunque me la dice (ahahahah si vede che una cosa più forte di loro: cercano di credere alle “innovazioni” ma poi le tradizioni sono talmente radicate in loro che non riescono ad eliminarle) e scrive sul libretto: brodo vegetale inizialmente colato e poi passato con pastina, riso, semolino + 30g di carne fresca, magra, bollita e tritata, poi pesce, poi legumi. Di frutta mela, pera banana e in seguito tutta (anche gli agrumi) ad eccezione dei frutti rossi e le fragole (beh, rischi non ne dovrei correre, ma solo perché adesso non sono di stagione!!!) .
Stasera è Mario ad essere K.O., è stato male ed ha vomitato tutto il pomeriggio, non cena e va a letto. Sono sola coi bimbi, facciamo carne ai ferri, ne mastico 2 o 3 bocconi e li propongo a Tobia avvicinandoglieli alla bocca con le, gradisce moltissimo.
Giovedì, 4 novembre
Mi dico che comunque il brodino vegetale posso provare a farlo: ho della zucca e la metto al fuoco assieme alla patata e alla carota, nel brodo schiaccio un po’ di verdure e ci cuocio del semolino. Tobia fa grandi boccacce, esperimento fallito.
A sera utilizzo il brodo del mattino per fare minestra per tutti (uso la pasta che ho in casa: stelline), quella per Tobia la schiaccio ulteriormente con la forchetta, ne mangia un bel po’ (si vede che preferisce una consistenza maggiore rispetto a quella del semolino), non vuole farsi imboccare ma cerca di fregarmi il cucchiaio. Trovo un compromesso: glielo preparo carico di minestra, lo appoggio sul bordo della scodella, lui abbassa il viso, lo agguanta e se lo porta alla bocca (una sorta di autoimboccamento guidato). Faccio della carne e di nuovo ne mangia volentieri alcuni bocconcini premasticati da me. Gli gratto poi un pezzetto di mela: non ne vuole.
Venerdì, 5 novembre
Sono a pranzo da un’amica che ha un bimbo coetaneo di Tobia. La madre ha fatto per lui del brodo vegetale e ci ha schiacciato grossolanamente le verdure con cui è stato cotto (zucchine, bietola e carota). Lo offriamo anche a Tobia con della crema di farro. Gli piace abbastanza e ne mangia un bel po’ solo che non viene fatto sedere nel seggiolone (che non c’è) ma nella sdraietta e senza essere seduto in modo eretto ma trovandosi in quella posizione un po’ “insaccata” non riesce a partecipare al pasto come vorrebbe. Cerca quantomeno di collaborare all’imboccamento agguantando come al solito il cucchiaio carico di pappa e portandoselo alla bocca. A un certo punto non ne può più di quella posizione e mi viene in braccio. Da lì ciuccia con gusto uno spicchio di finocchio lesso.
A cena non vuole niente ad eccezione di una crosta di pane da ciucciare.
Sabato, 6 novembre
Anche il giorno successivo si gira dall’altra parte vedendo il passato con crema di riso (una confezione biologica per le emergenze me la son presa, poi il giorno precedente aveva gradito la crema di farro e immaginavo gli potesse piacere). A sera metto nel passato dello stracchino: fa una gran boccaccia. Non fa festa neppure alla mela grattugiata che qualche giorno prima tanto aveva apprezzato. Il raffreddore sta perdurando da qualche giorno, imputo a quello lo scarso interesse di questi giorni per il cibo.
Domenica, 7 novembre
Riprovo con la minestra e capisco definitivamente che non ho un figlio da “creme” ma da cibo con una consistenza maggiore. Mi sbuccio un arancia e gliene porgo uno spicchio, la agguanta con curiosità, la porta alla bocca, fa una faccia strana visto che non si aspettava il sapore asprigno, ma poi la ciuccia con soddisfazione. Gli do per la prima volta anche dell’acqua con un semplice bicchierino con il beccuccio rigido che gli metto davanti aspettando di vedere cosa abbia intenzione di farci. Non ha dubbi e se lo porta alla bocca, fa un sorrisone quando gli arriva il primo goccio di acqua… ci prende gusto e si bagna tutto.
A cena ho fatto delle scaloppine per noi e gliene offro alcuni bocconi premasticati. Pare un lupo e arrivo alla conclusione che ho un figlio “carnivoro”. Nel pomeriggio avevo comprato dell’uva bianca. Divido in due un chicco, tolgo i semini e glielo tengo davanti alla bocca. Lo succhia gradendolo moltissimo. E’ talmente goloso che non riesco quasi ad avere il tempo di preparargli altri chicchi. Ne mangerà minimo 4 o 5.
Lunedì, 8 novembre
Al mattino decido di fare del cous cous accompagnato da verdure. Le verdure le cuocio al vapore poi le aggiungo al cous cous, condisco con un po’ di olio e nella scodella di Tobia aggiungo un po’ di acqua di cottura delle verdure per renderlo più morbido. Alle prime boccate non sa ben decidersi se sia una cosa che gli piace, ma poi in realtà ne mangia un bel po’. Ho capito che mio figlio è una specie di motore diesel che ha bisogno del suo tempo: non puoi aspettarti di metterlo a tavola e di vederlo mangiare in velocità, basta saper aspettare, lasciarlo guardare, lasciarlo manipolare senza curarsi di ciò che lancia sotto il tavolo e continuare a proporgli, poco importa se alla fine di tutto questo il cibo si sia raffreddato totalmente.
Ho del cuous cous avanzato e decido di riciclarlo per la cena utilizzandolo per fare polpette con della bietola e del petto di pollo tritato. Metto dell’uovo per legare gli ingredienti, mi faccio un po’ di scrupoli e utilizzo il solo tuorlo che so essere meno allergizzante dell’albume. Le passo nel pan grattato e le cuocio in forno.
A mio marito non piacciono molto ma a me, alla figlia grande ed a Tobia assolutamente sì. Gliele divido in due e lui se le porta alla bocca da solo. Non riesco a quantificare bene quante possa averne mangiate visto che un po’ di pezzetti gli cadono a terra più o meno volutamente (per alcuni abbiamo vero e propri lanci), ma credo che tra lilleri e lalleri sia riuscito a mangiarsi quasi una polpetta intera. Ripropongo alcuni spicchi di arancio e di nuovo sono un successo. Abbiamo a dormire a casa il cane da tartufo di Mario che a fine pasto è un ottimo aspirapolvere per togliere di giro il cibo sparso sul pavimento.
Martedì, 9 novembre
Siamo a pranzo da mia nonna e il menu prevede polenta di granturco e coniglio (allevato da mio nonno) in pentola. Tobia dimostra di essere un garfagnino D.O.C. perché adora la polenta. Mangia anche qualche pezzettino di coniglio che gli premastico senza farmi troppo scorgere per evitare critiche.
A cena faccio una zuppa di cereali, verdure e legumi e Tobia ne mangia con gusto. Poi ciuccia (e mordicchia) felice alcuni pezzetti dei baguettini fatti da me (baguettini che solo lui gradisce visto che ho usato un lievito disidratato che non ha funzionato molto bene e son venuti durissimi) e un pezzo di banana: dalla banana si stacca un boccone troppo grande che gli va di traverso, con un deciso colpo di tosse Tobia riesce a sputarlo ma si vede che si spaventa e infatti lancia via anche il resto.
Mercoledì, 10 novembre
Faccio una zuppa con zucca e cipolla e gli ci ammollo qualche cucchiaio di cous cous precotto: ne mangia abbastanza. Gli metto davanti anche qualche boccone di mozzarella: la usa per fare della manipolazione e quando se la porta alla bocca la sente fredda e la risputa. Non vuole neppure l’uva (è fredda di frigorifero, probabilmente è questo che lo disturba).
Ho fatto dello yogurt con la yogurtiera, lo mangia la sorella a merenda, lo vedo interessato e glielo offro. E’ al naturale e totalmente privo di zucchero, fa una boccaccia schifata. Ci strizzo qualche chicco d’uva e gli piace molto di più.
Per cena l’intenzione è di fargli assaggiare il risotto. Come base utilizzo la zuppa zucca e cipolla avanzata dal mattino ma quando ho già l’acquolina in bocca e il risotto è quasi pronto… mi accorgo che ci sono strane cose che galleggiano… noooooooooooooooooooo o non ci sono i vermi? Evidentemente erano nel riso (confezione rimasta aperta da un po’). Devo improvvisare una cena alternativa: fusilli aglio olio e peperoncino per mio marito e trofie con pomodorini saltati per me e mia figlia: metto queste ultime davanti a Tobia, sono troppo piccole e non riesce ad afferrarle, provo a fargliele a pezzetti e a portargliele io alla bocca ma risultano piuttosto dure e non riesce a mangiarle. Avevo lasciato senza mettere aglio e peperoncino alcuni fusilli. Quelli si rivelano un formato di pasta ideale perché 1. riesce a tenerli in mano e portarseli alla bocca da solo e 2. mordicchiandoli si rompono facilmente e possono essere ingeriti senza troppe difficoltà.
Giovedì, 11 novembre
Scendo al forno sotto casa a comprare del riso perché oramai avevo deciso che doveva assaggiarlo e in casa non ne avevo. Lesso delle carote al vapore, ne schiaccio alcuni pezzetti, ci aggiungo il riso e un po’ della loro acqua di cottura. Dopo le prime boccate un po’ incerte… successone!!!! Per la prima volta ripulisce completamente la sua scodellina: ho un figlio “cinese”.
Per cena andiamo in pizzeria. Io e Mario ordiniamo pizza, Emma gnocchi al pesto. Provo a farli assaggiare a Tobia e finisce che… ne mangia più che la sorella!!!!! Ciuccia anche un pezzettino della mia pizza, ma è un po’ troppo fine, si scaglia immediatamente a pezzi che poi gli fanno il “pallone” in bocca.
Per la prima volta non vuole la tetta per addormentarsi: evidentemente è sazio dalla cena. Sono costretta a mettermelo nel mei tai per fargli prender sonno.
Venerdì, 12 novembre
A pranzo faccio farfalle al pomodoro ma sputa schifato il primo pezzetto che gli porgo. C’è però da dire che al mattino aveva ciucciato tantissimo, forse semplicemente non aveva fame.
Visto che la sera prima ha tanto apprezzato gli gnocchi al pesto mangiati in pizzeria, decido di mettermi a farli con le patate rosse di montagna datemi da mio suocero. Faccio anche il ragù di carne (lo faccio più leggero senza soffritto). Gli piacciono abbastanza anche se tendono a “murarlo” (glieli do a pezzetti ma nonostante mastichi con impegno gli rimangono appiccicati al palato).
Sabato, 13 novembre
Andiamo a mangiare da mia suocera (che mi guarda con stupore quando si accorge che non ho portato la classica pappa per Tobia). Ci sono tortellini in brodo. Glieli scolo dal brodo e glieli faccio a pezzetti: ne mangia tre!!! Poi c’è il polpettone: prova ad assaggiarlo ma lo risputa. Mio suocero ha raccolto i kiwi, gliene propongo un po’ con cucchiaino: ne mangia più di un quarto!!!
Siamo a cena al ristorante: gli offro le farfalle al ragu’ ordinate dalla sorella, gliele faccio a pezzetti e ne mangia diverse tra lo stupore generale.
Domenica, 14 novembre
La famiglia fa colazione al bar e per la prima volta Tobia pretende di avere qualcosa anche lui: sgranocchia qualche bocconcino di focaccia
Per pranzo faccio orecchiette alle cime di rapa: per noi preparo un’emulsione con olio tiepido, filetti di acciuga e pinoli tritati, ma quelle che propongo a Tobia sono semplicemente con olio. Pare un lupo.
Rientriamo tardi dalla piscina e non ho tempo di impegnarmi troppo per la cena. Riscaldo le orecchiette avanzate dal mattino e anche stasera Tobia fa loro festa. Cuocio poi sulla padella in ceramica delle fettine finissime di vitella. Provo a non premasticargliele ma gliene porgo un pezzetto semplicemente affettandoglielo il più possibile con il coltello: lo mangia di gusto. Poi mela grattata: letteralmente divorata.
Lunedì, 15 novembre
Siamo a pranzo da mia nonna. C’è pasta al ragù ma è di un formato molto grande e a forma di spirale che gli rimane incastrato tra le dita se lo afferra, mentre anche fatto a pezzetti risulta troppo duro, poi purè di patate (lo mangia con gran soddisfazione assieme ad alcuni bocconi di fusello di pollo). Per frutta proviamo uno spicchio di clementino, ma è un po’ asprigno e lo risputa con faccia schifata.
Per cena piatto unico completo e molto sostanzioso: zuppa di verdure, legumi e cereali (ci metto porro, verza, zucca, carota, sedano, piselli, lenticchie, fagioli), uso pochissimo sale e condisco con un gocciolino di olio a crudo. Quella per Tobia la frullo un po’ con il miniprimer: gli piace molto.
Martedì 16 – Mercoledì 17 novembre
Tobia si mostra nervoso e intrattabile, ha gran fastidio in bocca visto che dopo il terzo dentino spuntato il giorno prima ce ne sono altri tre lì lì per tagliare. Gli viene anche un po’ di febbre. Non assaggia niente di quello che gli propongo e vuole solo ciucciare, io lo assecondo.
Giovedì , 18 novembre
Al risveglio ha nuovamente qualche linea di febbre e andiamo dalla pediatra. Non ha gola arrossata, i bronchi sono liberi, anche lei ritiene che il malessere possa essere legato alla dentizione. Dopo due giorni di digiuno da cibo solido pressoché totale mangia a pranzo broccoli cotti al vapore (ciuccia qualche alberello con le proprie mani e poi mangia un po’ di quelli che avevo provato a schiacciargli con la forchetta accettando di essere imboccato). Io mozzarella: stavolta l’avevo tolta dal frigo con anticipo: gli porto davanti alla bocca qualche boccone, china la testa verso le mie mani e se li mangia.
A cena per lui trofie all’olio (per noi le avevamo fatte con panna e salsiccia ma mi parevano un po’ troppo per il suo stomaco): ripenso troppo tardi che quel formato di pasta lì non riesce a mangiarlo molto bene e infatti anche se fatte a pezzettini le risputa. Lì per lì penso anche che possa non aver voglia di mangiare visto il fastidio in bocca ma poi con mano veloce frega un pezzetto di pizza dal piatto della sorella. Ho alcuni kaki ben maturi in casa, provo a dargliene un po’ con un cucchiaino: ne mangia un quarto!!!
Venerdì, 19 novembre
Abbiamo avuto una nottataccia e al mattino Tobia continua ad essere nervosissimo, tant’è che mi viene lo scrupolo che possa avere mal di orecchi (la pediatra ieri non glieli ha guardati) e chiedo ad una mia amica medico se passa a guardarglieli (in realtà sono ok anche quelli). Faccio risotto con la zucca a pranzo ma lui ne assaggia sì e no una cucchiaiata. Provo ad offrirgli della pera grattata: faccia schifatissima.
Mi dispiace gettare il riso con la zucca avanzato dal pranzo: ho del macinato in frigo, ci aggiungo il riso, metto un uovo e ci faccio polpette per cena da cuocere in forno. Piacciono un sacco a tutti (visto che il riso le rende molto morbide all’interno) e anche Tobia ne mangia: gliele divido a metà e lui le porta alla bocca da solo.
Sabato, 20 novembre
Al risveglio ha la fronte, il cuoio capelluto e la nuca ricoperti da puntini rossi. Il primo pensiero è che sia una reazione allergica all’uovo contenuto nelle polpette della sera prima (era la prima volta che utilizzavo anche l’albume), poi però mi dico che sia poco probabile e inizio a pensare che possa invece essere a causa dell’ibuprofene che ho utilizzato in questi giorni per togliergli un po’ di fastidio in bocca. Per pranzo faccio una zuppa di verdura e a lui la propongo con del pane ammollato dentro tipo pancotto: una o due cucchiaiate, non ne vuol proprio sapere di mangiare.
Nel pomeriggio mi accorgo che i puntini si stanno espandendo sul basso tronco: a quel punto inizio a pensare che possa essere piuttosto una malattia esantematica tipica dell’infanzia anche se non riesco a capire bene quale possa essere visto che ha alcuni sintomi anomali (in primis la febbre lieve invece che a picchi più alti).
Per cena siamo alla festa a sorpresa organizzata per festeggiare i novant’anni di mia nonna, ma lui è noiosissimo e non mangia niente.
Domenica, 21 novembre
Sta decisamente meglio, i puntini sul viso sono quasi scomparsi anche se rimangono quelli sul tronco, sono sempre più convinta che si sia trattato di sesta malattia. A pranzo gli propongo il passato di verdure con la minestrina, ma ne mangia solo un paio di cucchiaiate, preferisce sgranocchiarsi qualche pezzetto di piadina.
Per cena cuocio un po’ di bietola e la mescolo a qualche cucchiaio di robiola: sembra un lupo, sgambetta e borbotta felice, mi rendo conto che finalmente, dopo questa settimana difficile, è tornato ad essere l’adorabile Tobia di sempre. Abbiamo anche cotto sulle brace nel caminetto un’ottima tagliata di manzo. Ne mastico qualche boccone per fargliela provare: gli piace moltissimo. Gli sbuccio un clementino: si getta sugli spicchi con foga, li porta alla bocca tenendoli tra le mani chiuse a pugno, assapora il succo, getta la pelle dello spicchio oramai priva di contenuto e prende un nuovo spicchio.
Lunedì, 22 novembre
Lo lascio a pranzo da mia nonna visto che ho appuntamento dal dentista. Mi dicono che ha voluto mangiare solo un paio di cucchiaiate di polenta. Appena arrivo mi prosciuga di latte nonostante abbia ancora la gengiva intorpidita e senta ancora in bocca il sapore amarognolo dell’anestesia.
A cena c’è un gran poutpourri : passato di verdura (gli ci metto qualche pezzetto di pane e ne mangia due o tre cucchiai), mozzarella (non ne vuole), ceci (cotti da me con tutti i crismi, non riesce ad afferrarli da solo perché sono troppo piccoli, li schiaccio tra le dita e glieli porto davanti alla bocca, ne mangia solo un paio), polenta (me l’ha data mia nonna dopo pranzo da portare a casa - non è più liquida come doveva essere al mattino e gliela imbocco a pezzetti con le mani: ne mangia una bella fetta!). A concludere ancora spicchi di clementino: abbiamo capito che è il suo frutto preferita!!!
Martedì, 23 novembre
Tiro fuori dal congelatore gli gnocchi della settimana prima e un barattolino di pesto che ho fatto ad agosto con il basilico di mio suocero. Come li vede nel piatto mostra grande impazienza. Se glieli metto davanti interi invitandolo a prenderli da solo e a portarseli alla bocca fa soltanto manipolazione con le mani e li lancia sul pavimento, allora glieli divido a pezzetti e glieli porto io davanti alla bocca: successone, ne mangia 4 o 5. Non vuole la frutta, si vede è bello sazio.
Faccio il bollito di manzo per cena e utilizzo il brodo per cuocerci dei tortellini. Ne mangia 3 (fatti a pezzettini), il bollito di carne gli risulta troppo stoppaccioso, però gradisce molto la carota lessa (in parte mangiata intera da solo e in parte fatta a pezzetti e imboccata da me con le mani) e i ceci che il giorno prima aveva snobbato (ne mangia almeno 5 o 6). Per finire chiaramente… clementini!!!

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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Pronti, attenti, via... autosvezzamento anche per Tobia - da aleberto - 24-11-2010, 02:32 02
RE: Pronti, attenti, via... autosvezzamento anche per Tobia - da aleberto - 27-12-2010, 12:45 12

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