[Linda Eva]

Nel tuo caso, Stella, penso che stai ancora nella prima fase. Sta iniziando il suo percorso e i primi buoni risultati non dovrebbero mai portarci a 'saltare' delle fasi.
Cioè, balzi in avanti e arresti, come hai detto anche tu, ne fanno e possono fare loro, non noi.
È il loro percorso di maturazione che segue un andamento secondo natura, noi lo possiamo assecondare, con maggior consapevolezza, non guidare o 'spingere', proprio per questo dobbiamo metterci da parte e lasciarli fare.
Sono loro che si autosvezzano, non siamo noi che li autosvezziamo!

Prova a spiegare al papà che in questa fase, e può durare mesi o solo settimane, non conta quanto mangia, ma come e soprattutto per quale motivo.
Un conto che lo faccia ben motivata, perché qualcosa le fa venire l'acquolina, o semplicemente la incuriosisce e esplorandola anche con la bocca la trova gradevole: potrebbe decidere che questo gioco di sperimentare gesti e oggetti, e, in mezzo a questi, casualmente, anche cibi le piace e lo continuerà finché la sua esperienza lo definirà un momento atteso e importante della giornata.
Un altro conto se mangia perché sa che deve aprire la bocca, magari quel che manda giù le piace, ma privata del gioco la motivazione principale, quella più stimolante cade e torniamo nella logica da cui vi eravate allontanati per intraprendere una nuova strada.
Il primo obiettivo, in una bambina per cui ancora poppare è il momento più gratificante della vita, non è farla mangiare, ma fare in modo che il mangiare nasca nella sua mente come qualcosa di piacevole.

Pensa che opportunità persa quando di punto in bianco gli si toglie una poppata per passare a pappe, o anche fossero cannelloni, comunque a qualcosa di estraneo che da quel giorno sarà visto come un rivale del seno della mamma (o del loro adorato biberon)?
Come se si facesse l'inserimento al nido lasciandoceli di colpo 8 ore: potrebbero mai amarlo?