ma non si può! E' vero che nel mondo della scuola il bambino deve, per forza di cose, osservare un minimo di ubbidienza e non discutere tutto, ma questo non significa che non ci sia una ragione.
Alla mia Cucciola, quando ha dato segni di disubbidienza-provocazione nei confronti delle educatrici ho detto: senti, Cucciola, al nido le ragazze devono lavorare, devono stare dietro a tanti di voi, non è gentile rendere loro la vita difficile. Quando si è in tanti, bisogna fare un pò tutto insieme, non sempre solo quando ti pare, se no chi deve aiutarti non ce la fa.
E alle educatici che mi riferivano queste monellaggini, ho detto: se fa qualcosa che ti dà fastidio, diglielo chiaro e tondo, spiegagli perché, con le tue parole, come lo senti, e vedrai che ti capisce. Non fare finta. Se ti fa arrabbiare, arrabbiati, se ti fa ridere, ridi, ma dille sinceramente quel che è.
Funziona.
Attenzione: ci potrebbe essere una sfumatura tra "spiegare" e "giustificare": se imponiamo qualcosa al nostro bimbo che non gli sconfiffera, non siamo in colpa con lui, non ci dobbiamo "giustificare (inteso come scusare), ma solo spiegare chiaramente perché, e se poi protesta o piange, accettare il suo dispiacere ed eventualmente ragionarci, ma non implorarlo di capirci.
E visto che siamo in tema di comparatico transalpino, mi viene in mente questa distinzione: si è menzionato l'atteggiamento francese di "fregarsene", e un pò è vero. Ma non è un fregarsene del bambino, è un fregarsene della sua ipotetica perfezione. E' un riconoscere che se piange c'è sempre un motivo, e venirgli incontro subito a capire perché, ma non cercare a tutti costi di impedirgli di piangere, perché ha il diritto di piangere, (un giorno Cucciola piangeva arrabbiatissima perché, somma offesa tra tutte, l'ho vestita - ha in orrore assoluto l'essere manipolata. Mi sono scusata con lei per l'intervento autoritario, ma le ho spiegato che non poteva continuare a girare nuda dopo il bagnetto con il freddo bieco che stava facendo. Lei solitamente quando ha bisogno di calmarsi, chiede un suo pupazzetto, allora gliene propongo qualcuno tra i suoi preferiti, e lei: "non voglio panda, io voglio piangere"). Non cercare di impedire ad un bimbo di scapicollarsi e farsi male, salvo effettivo pericolo. Preoccuparsi meno di zero se mangia poco.
Ho visto anche la discussione sulla "mamma di superman", e mi viene da pensare sul termine "bravo". Cos'è un bimbo "bravo"? mangia tutto, dorme quando gli si dice, non protesta, fa quello che gli si dice? In francese, si parla di "enfant sage", e sage, se contiene si la nozione di ubbidienza, ha anche un forte connotato di riflessione, capacità di non disturbare gli altri ("enfant sage comme une image"), cura di se stesso (lavarsi i denti ecc.), ordinatezza, responsabilità. Ma essere "sage" non è, e di gran lunga, la somma di tutte le qualità che ci si aspetta da un bimbo. Non è omnicomprensivo come "bravo". Un bimbo può essere "sage", ma sarà altrettanto apprezzato, se non di più, se è vivace, intelligente, socievole, anche un pò birichino. Un bambino troppo tranquillo, ubbidiente ecc., addirittura, desterà preoccupazione. Sarà l'imprinting storico della Rivoluzione, ma essere disubbidiente, sopratutto se ciò comporta iniziativa indipendente e applicazione del proprio ingegno e/o se non comporta messa in pericolo o mancanza di rispetto per la persona altrui, è visto tutt'altro che male.
Diceva bene nel primo post: rispettare alcune regole fondamentali, e per il resto libertà.
Ale e Cucciola (1/1/11)