COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
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autosvezzamento per tutti


Metodo maman
#11

La scuola di pediatria svizzera (francese) dice che con la febbre possono sciare, tachipirina e via :-).
Mio nipote misto (mamma francese, vivono li) mia mamma lo confrontava con la mia "selvaggia" dicendo che era educatissimo (sono coetanei si passano 25 giorni). Arrivato ai tt li sta facendo penare, esattamente quanto la mia fa rabbrividire me, se non di più. Poi sono appunto un po' scelte: forse è meno selvaggio ma ha ciuccio e pannolo. La piccola l'ha tolto da un anno.

Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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#12

Non conosco la situazione francese, ma ho vissuto per anni in Alto Adige ed ho potuto confrontare mamme italiane e tedesche all'opera: nel confronto i bimbi italiani perdono sempre, soprattutto in situazioni tipo ristorante e simili. Risultano viziati, con un rapporto pessimo con il cibo, mai fermi a tavola, urlano, ecc.. Prima di diventare mamma pensavo fosse dovuto alla proverbiale rigiditá tedesca, in realtá mi rendo conto che spesso é l'approccio al bimbo che é diverso: si cena prima, cosí i bimbi sono meno stanchi/assonnati; si mangia piú velocemente, con meno portate - il pasto risulta piú a misura di bambino; e in piú ho scoperto, interessandomi di As, che questo tipo di svezzamento sembra essere molto diffuso fra i pediatri, giá da tempo (33 anni fa, in pieno boom omo e lio, la pediatra consigliò a mia madre solo minestre e zuppe fatte in casa, semolino, cibi non troppo pesanti da digerire, per poi aumentare gradatamente la consistenza del cibo, ascoltando il bimbo e senza mai forzarlo a mangiare nulla)...insomma, che sia un caso?

Marta + Leonardo (26-04-2011) + Alessandro (10-10-2013)
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#13

Mummymara, mi hai invocata, eccomi. Credo che la risposta sia molto più complessa di un semplice "metodo"...
E vero, Isottablu,, ho visto in Francia un paio di scene raccapriccianti di mamme che trattavano il figlio spietatamente. Ma anche in Italia.
Credo che i bimbi francesi non alzino la voce perché nessuno alza la voce intorno a loro, perché tutti nei luoghi pubblici, quali ristoranti, stanno in un certo modo, senza che significhi soggezione, ma solo rispetto reciproco, non perché vengono repressi più o meno severamente, che siano meno propensi ai capricci perché in tutta la famiglia vige il principio che se hai un dispiacere non e necessariamente lecito spaccare i timpani a tutti per un'ora, e lo stesso vale per tutti, non e un "sei piccolo quindi stai zitto". Sul mangiare, mi sa che semplicemente i genitori siano più soddisfatti perché si fanno meno aspettative (sopratutto sulle quantità) e meno angosce. L'equivalente del "per lui, pasta in bianco" esiste, e' prosciutto cotto o pollo o salmone e purè di patate, grande classico anche le carote grattugiate, ma far scoprire i sapori "speciali" ai piccoli e' sport nazionale.
Circa il punto più delicato, quello della "vita indipendente" di madre e figlio, del tempo per la coppia, credo sia tutto questione di misura. Ma il fatto in se che un genitore abbia una vita all'infuori del bimbo, che possa richiedere, nella misura del possibile e nell'ambito di uno scambio amorevole, un po di pazienza e un po di "adesso io", credo sia solo sano (ho detto UN PO, eh!). Ma sopratutto, la chiave e' la reciprocità. Ho letto qualche tempo fa su Uppa una diatriba sul fatto che in Italia c'e' una quasi totale "appropriazione" da parte degli adulti di ogni momento della vita dei piccoli, tutto quello che fanno e' oggetto di controllo e scrutinio, sorvegliati e stra-curati. Al figlio di maman viene riconosciuto anche il diritto sacrosanto di non essere sempre sotto la cupola di maman, sa che essere amato non significa essere il centro del mondo 24/24 7/7 365/365, ma parte di relazioni, sebbene necessariamente non paritari, almeno nelle quali ciascuno ha un po di spazio per se stesso. E questo significa tutt'altro che considerare il bimbo un disturbo: si vive INSIEME, e non esiste un insieme vivibile senza un po di spazio per ciascuno.
Un giorno, tra amici di vari paesi, scambiandoci battute, abbiamo decretato che la maman migliore per un figlio e' molto amorevole e un po stronza (giusto quel pizzico di sano egoismo che ricorda al pargolo, senza nulla togliergli d'importante, che a) sei una principessa, non la sua schiava, e b) che occuparsi di se stessi e' legittimo...)

Ale e Cucciola (1/1/11)
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#14

Io non conosco la Francia nè i francesi, ma credo che generalizzare sia sbagliato - sono certa che non tutte le mamme in Francia educhino allo stesso modo.

E comunque, scusate, ma sono convinta che esistano metodi migliori di altri. E non sono nemmeno convinta che ogni mamma cerchi di fare il meglio - tante se ne fregano proprio, o quanto meno non investono energie nel cercare di capire davvero cosa sia il meglio, e si limitano a fare quelllo che loro mamma ha fatto con loro o comprare quello pubblicizzato come il miglior prodotto, e stop. Come è già stato detto, credo che bisogna tener presente gli obiettivi educativi a medio/lungo termine, più che quelli a breve termine. Quindi ogni confronto con i coetanei non vale, perchè non ci interessa solo il comportamento nell'oggi.

Sono d'accoro sull'idea che molte mamme in Italia siano iper protettive (mia suocera lo è ancora! Scared) e che un po' meno controllo fa bene sia a bimbi che a mamme, entrambi più sereni - ecco perchè i bimbi tedeschi "vincono", anche se credo sia il termine sbagliato da usare - sono meno controllati, e quando lo sono, accettano il controllo meglio di quei bimbi che, poveretti, passano la giornata a sentirsi dire cosa devono e non devono fare.

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#15

La cosa che mi urta è sì il metodo, diverso dall'ascoltare le esigenze di un bimbo piccolo, ma soprattutto il modello di mamma che si vuole far passare Migliore!
Una mamma che sa essere elegante, autonoma, magra e che sa insegnare al proprio piccolo, anche piccolissimo, la pazienza.
Ma se penso a me, magari alla prima figlia......Blink Non ci sarei mai arrivata a quel modello e sarei quindi stata una fallita.
Queste povere mamme invece che sentirsi capite, le si fa sentire delle incapaci (non sai neanche insegnare la pazienza.... e ne risentirà il rapporto madre-figlio)....
E' poi questo il vero motivo che mi ha spinta a fare un'associazione di mamme per le mamme! Ogni mamma è perfetta per il proprio bimbo. Poi magari su alcuni aspetti ci si può lavorare per il bene di tutti....


MummyMara
Sisterina (20 dic 2011)
Sisterella (11 sett 2008)
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#16

Comunque secondo me etichettato come metodo, per cui se non ti adegui tu e i tuoi figli saranno un fallimento, e' una cavolata.
Puo' essere utile, molto, invece il confronto degli atteggiamenti rispetto alla mammitudine e alla genitorudine in generale, ti puo' far pensare, soprattutto che gli schemi con cui sei cresciuto non siano necessariamente "universalmente" validi.
Gli scambi culturali servono: se io non avessi visto 13 anni fa il figlio unenne di amici tedeschi che si strafocava di penne al sugo e salsiccia (e noi avevamo proposto loro di fargli una pastina a parte) mangiando con gli adulti, forse sette anni fa non avrei messo con noi a tavola il NOSTRO unenne. E non lo chiamo "metodo Mutti" :-)
Io concordo per esempio con alexandra nel tentare di abbassare (tutti) i toni della voce. Certo e' difficile. E cominciamo a chiederci, i nostri bambini perche' urlano? In parte perche' tutti urlano (ovvero parliamo mediamente con un tono di voce piu' alto), perche' molte nostre attivita' si svolgono all'esterno, dove il sottofondo e' piu' alto e devi parlare piu' forte per farti sentire, perche' a scuola fanno un casino mostruoso (il mio ottene che da piccolo parlava piano, ora urla anche a tavola- e non ci sono sottofondi da dover coprire), e anche perche' spesso li facciamo parlare e non li ascoltiamo. Facciamo finta. Io in questo ho trovasto differenza. Nel non dare importanza alle richieste o distoglierli con bugie "comode" (perche' "non capisce"). A quel punto e' anche difficile chiedere rispetto per te come persona, su un piano paritario.... Questo lo puoi fare quando lo hai rispettato. E io su questo concordo. Puoi chiedere rispetto, compatibilmente chiaramente con le capacita' e le eta'.
Ok non al paradigma di madre autonoma, magra e che se ne frega, ma il "nostro" paradigma (quello che abbiamo interiorizzato), qual è? A me viene in mente la "ninna nanna del chicco di caffe'", avete presente? Quella che ci hanno cantanto, e che cantano ancora, nei nidi... Quella del " ma tu sei la mamma e non dormi mai". E invece cominciare a pensare che la mamma vuol dormire? :-), riflettiamoci!

Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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#17

Premetto che mi sta sui cabbasisi nel modo più antipatico che "maman", che è La parola dolce e tenera per eccellenza (vi dico solo che mia mamma chiamava la Vergine Maria "Sainte Maman", facendo passare così il messaggio che fosse l'Amore Tenero e Dolce Assoluto, sempre presente e in ascolto, che ti protegge sempre), possa essere usato come identificativo di un "metodo" improntato all'egoismo e al chissenefrega.
E concordo al 100% con alessimdon sull'idiozia di presentare ciò come paradigma della mamma "riuscita".
Io non ho letto il libro, ma questo specifico aspetto della civiltà transalpina, la vedo piuttosto così: se una società in generale accetta che una donna possa non essere SOLO mamma, e che è giusto e legittimo che chieda agli altri di creare un contesto nel quale non sia da sola a sobbasrcarsi tutto, ma che le sia riconosciuto il diritto (non il dovere), di pensare a se stessa, di fare la doccia e curarsi della propia bellezza, recuperare la sua integrità/identità fisica con tanto di autostima correlata, di leggere e farsi un pò di cavoli suoi, allora la donna, anche se ascolta con tutta l'anima le esigenze del suo bimbo e un pò sacrifica di quelle cose, comunque resta più serena.
Io sono fermamente convinta che abbiamo il diritto di chiedere anche noi ai nostri cuccioli. Non tantissimo, giusto un pochino, a loro misura. Ma un tanticchio di pazienza, parlando dolcemente e costruendo comunque la certezza che quello che chiede, lo avrà, ci può stare (niente a che vedere con l'ignorare o negare apposta per insegnargli che non può avere tutto, come ho visto fare e sentito erigere a regola da genitori (non qualifico, meglio) di ognidove, Mammicissima Italia compresa. La soddisfazione immediata di tutto sempre non è una regola d'oro.

Circa i ristoranti, non tanto tempo fa ero in Francia, e nel ristorante c'erano SOLO famiglio con bimbi piccolini. Silenzio da tempio buddista, e l'unica a correre in giro era la mia Cucciola (dopo tutto il giorno in macchina, non stava più nella pelle dalla voglia di muoversi). Andava dagli altri bimbi ed era tutta sorpresa che non interagissero con lei. Uno si è messo a piangere, lei è corsa a fargli cara-cara per consolarlo, e nonostante la mamma ci sorridesse, il piccolo ha si smesso di piangere, ma nessuno di loro ha dato segno di voler comunicare. In Italia, appena c'è un bimbo da qualche parte tutti gli dicono "ciao", gli parlano, incitano i propri figli a socializzarci. Non è mai tutto buono o tutto cattivo ...

Ale e Cucciola (1/1/11)
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#18

(10-04-2013, 10:35 10)alessimdon Ha scritto:  A me viene in mente la "ninna nanna del chicco di caffe'", avete presente?

Oh siiii, è la mia preferita! L'ho cantata tanto a cucciola! ...che da quando ha cominciato a dimostrare preferenze, preferisce altro...

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#19

Ho visto anche io questo libro in libreria e mi ha subito insospettito... comunque come Valina non mi sento seconda a nessuno quando vedo i risultati del mio matenage.
Io prima di entrare nel mondo della scuola non ricevevo consigli da nessuno (tranne che dalle nonne o zie), ora quasi ogni giorno c'è chi contesta le mie scelte, Sostenendo che "E' la mamma che decide" e che "Non devo giustificare le mie decisioni con mio figlio"... tutte frasi che mi fanno venire i brividi. Il tutto poi condito con la frase "Fabio per ora è un bimbo bravo..." cosa che mi fa pensare: ok, con una madre così incapace come può esserlo secondo voi?
Il concetto base di fondo, sembra essere: tu mamma se hai un figlio "cattivo" è colpa tua, se hai un figlio "bravo" sei fortunata che il cielo te lo ha mandato così, ma stai attenta perchè se continui a comportarti così non sarà per sempre! Che squallore!

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#20

ma non si può! E' vero che nel mondo della scuola il bambino deve, per forza di cose, osservare un minimo di ubbidienza e non discutere tutto, ma questo non significa che non ci sia una ragione.
Alla mia Cucciola, quando ha dato segni di disubbidienza-provocazione nei confronti delle educatrici ho detto: senti, Cucciola, al nido le ragazze devono lavorare, devono stare dietro a tanti di voi, non è gentile rendere loro la vita difficile. Quando si è in tanti, bisogna fare un pò tutto insieme, non sempre solo quando ti pare, se no chi deve aiutarti non ce la fa.
E alle educatici che mi riferivano queste monellaggini, ho detto: se fa qualcosa che ti dà fastidio, diglielo chiaro e tondo, spiegagli perché, con le tue parole, come lo senti, e vedrai che ti capisce. Non fare finta. Se ti fa arrabbiare, arrabbiati, se ti fa ridere, ridi, ma dille sinceramente quel che è.
Funziona.

Attenzione: ci potrebbe essere una sfumatura tra "spiegare" e "giustificare": se imponiamo qualcosa al nostro bimbo che non gli sconfiffera, non siamo in colpa con lui, non ci dobbiamo "giustificare (inteso come scusare), ma solo spiegare chiaramente perché, e se poi protesta o piange, accettare il suo dispiacere ed eventualmente ragionarci, ma non implorarlo di capirci.

E visto che siamo in tema di comparatico transalpino, mi viene in mente questa distinzione: si è menzionato l'atteggiamento francese di "fregarsene", e un pò è vero. Ma non è un fregarsene del bambino, è un fregarsene della sua ipotetica perfezione. E' un riconoscere che se piange c'è sempre un motivo, e venirgli incontro subito a capire perché, ma non cercare a tutti costi di impedirgli di piangere, perché ha il diritto di piangere, (un giorno Cucciola piangeva arrabbiatissima perché, somma offesa tra tutte, l'ho vestita - ha in orrore assoluto l'essere manipolata. Mi sono scusata con lei per l'intervento autoritario, ma le ho spiegato che non poteva continuare a girare nuda dopo il bagnetto con il freddo bieco che stava facendo. Lei solitamente quando ha bisogno di calmarsi, chiede un suo pupazzetto, allora gliene propongo qualcuno tra i suoi preferiti, e lei: "non voglio panda, io voglio piangere"). Non cercare di impedire ad un bimbo di scapicollarsi e farsi male, salvo effettivo pericolo. Preoccuparsi meno di zero se mangia poco.
Ho visto anche la discussione sulla "mamma di superman", e mi viene da pensare sul termine "bravo". Cos'è un bimbo "bravo"? mangia tutto, dorme quando gli si dice, non protesta, fa quello che gli si dice? In francese, si parla di "enfant sage", e sage, se contiene si la nozione di ubbidienza, ha anche un forte connotato di riflessione, capacità di non disturbare gli altri ("enfant sage comme une image"), cura di se stesso (lavarsi i denti ecc.), ordinatezza, responsabilità. Ma essere "sage" non è, e di gran lunga, la somma di tutte le qualità che ci si aspetta da un bimbo. Non è omnicomprensivo come "bravo". Un bimbo può essere "sage", ma sarà altrettanto apprezzato, se non di più, se è vivace, intelligente, socievole, anche un pò birichino. Un bambino troppo tranquillo, ubbidiente ecc., addirittura, desterà preoccupazione. Sarà l'imprinting storico della Rivoluzione, ma essere disubbidiente, sopratutto se ciò comporta iniziativa indipendente e applicazione del proprio ingegno e/o se non comporta messa in pericolo o mancanza di rispetto per la persona altrui, è visto tutt'altro che male.

Diceva bene nel primo post: rispettare alcune regole fondamentali, e per il resto libertà.

Ale e Cucciola (1/1/11)
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