13-09-2011, 09:05 21
Scusatemi fin d’ora per la lunghezza del post!
E’ andata così:
incontro alle 16 al parco.
Convenevoli, scelta di una panchina all’ombra ben provvista di zanzare.
Parliamo di cose in generale e noto che la sua gamba ha un tremolio incessante.
Io invece sono piuttosto rilassata.
Quando riesco, entro in argomento e lei subito si irrigidisce, ma continuo.
Ho detto ciò che pensavo argomento per argomento anche se non mi venivano in mente esempi più lampanti di quelli sostenuti.
Per farla breve, gli argomenti erano tre: l’invadenza, l’insistenza nelle pretese e rapporto con la nipote.
INVADENZA (con mancato rispetto della mia persona e dei miei sentimenti) Le ho detto che la sua richiesta di avere un rapporto di amicizia piuttosto che uno suocera/nuora - che mi era tanto sembrato strano già anni fa e al quale avevo comunque dato il mio benestare - mi ha deluso e che il mancato rispetto non fa parte dell’amicizia e il sapere che i fatti miei sono diventati dominio delle sue conoscenze mi ha fatto soffrire e sentire tradita. Mi ha risposto che mi augura un giorno di diventare nonna e di provare quello che prova lei…ma io ho ribadito che pur non potendo capire ora il sentimento della nonna ritengo non si debba prevaricare gli altri, che sono appena diventati genitori e non si debba mancare alle confidenze.
Non sono riuscita a trovare gli esempi adatti per sottolineare la sua invadenza (eppure di esempi adesso me ne vengono un sacco) Lei sostiene che io non la abbia mai capita e che non è invadente. Ho risposto: “tutti pensiamo che sia invadente…forse è invadente??”
(le ho anche fatto qualche battuta per tenere il clima piuttosto rilassato) Non si ricorda le discussioni con i miei cognati dello scorso anno che l’avevano portata a chiamarmi per dire che avrebbe cercato di non esserlo e ha negato di avere fatto delle cose: tipo portare patate e carote bollite e passate insieme a pollo frullato perché “questo è quello che ci vuole per la bambina” (in pieno AS!!!!) a cui ha risposto che era solo perché lo aveva preparato per la cena della piccola del giorno precedente. Le ho fatto notare che, comunque, non era quello che avevo chiesto di preparare… ci sono cose che lei ha sostenuto fossero invedenti e per cui pensava che mi sarei scocciata che per me sono state del tutto “regolari”, con la richiesta da parte sua se fossero gradite. Mah.
Fatto sta che io mi sono scusata per non aver parlato prima e ho detto di essere dispiaciuta che la cosa fosse diventata così grande e lei ha detto che avrebbe cercato di non essere invadente.
INSISTENZA Le ho chiesto di smettere di insistere con il mio compagno nel chiedere e chiedere. Che non so se lei sia abituata a prendere “sì” per sfinimento, se sia abituata a sentirsi sempre accontentare ma aveva passato segno. Che ognuno ha diritto di manifestare i propri desideri le proprie richieste e le proprie obiezioni, ma una volta fatta la richiesta…ribadita la richiesta…BASTA!!! Che non è stata ignorata ma che se non è stata accontentata era perché non si poteva fare diverso, come le era stato detto. Che continuare le rimostranza ledeva il nostro clima familiare e la nostra serenità e che per accontentare lei non posso essere infelice io.
Su questo argomento c’è anche una telefonata che il suocero ha fatto al suo figlio prediletto urlandogli che si era scocciato e che avremmo dovuto fare come dicevano loro altrimenti avrebbe chiuso i rubinetti (sono molto generosi economicamente) e che il nostro consulente è un pi..a e che se ci avesse parlato lui avrebbe capito di fare il lavoro sbagliato…insomma presente la telefonata di un folle???
Il mio compagno fece notare a sua mamma che forse aveva menato il torrone così tanto da far bollire anche suo marito. Ebbene lei sostiene che non sia vero e che non si lamenta…ehm…ho modestamente fatto presente che il figlio - che la conosce da quarant’anni – sostiene che lei sia una mena torroni, che io sostengo che sia una mena torroni, che il suo secondo figlio e sua moglie pensano sia una mena torroni….ergo forse non si è ancora accorta di esserlo???
Ha detto piccata che smetterà di chiedere. Ho ribadito che chiedere è legittimo, insistere, invece, lede.
Tutto questo è stato condito da affermazioni tipo: “Per me sei come mio figlio, ti voglio bene allo stesso modo” a cui ho risposto che “Spero proprio di no, che io non ho lo stesso vissuto e che sebbene l’intento sia nobile non è decisamente applicabile e che io non considero che lei sia come la mia mamma e non sarebbe giusto nei confronti di entrambe!
Ci sono state affermazioni fuori luogo e quando non ha voluto ammettere gli errori non ho insistito: mi bastava che capisse.
Alla fine ho chiesto se potevamo riprendere il nostro rapporto con più chiarezza e la promessa di maggior sensibilità nel chiedersi reciprocamente spiegazioni per evitare incomprensioni o non prendere iniziative senza autorizzazione. (come quella di decidere quando la piccola potesse andare per strada senza essere tenuta per mano, e io continuavo a chiedermi come mai protestava sempre buttandosi per terra e ritraendo la mano…uff…)
Ottenuta la sua collaborazione ho affrontato il terzo argomento.
RAPPORTO CON LA NIPOTE “Lo scorso anno disse che la piccola era l’unica cosa che la rendesse felice – cosa… - e che non potevamo impedirle di vederla - nessuno mai lo aveva sostenuto – perché lei doveva instaurare il rapporto con i nonni. Vorrei sapere se la pensa ancora così o se era una delle sue affermazioni eccessive che poi noi dobbiamo interpretare”
Abbiamo riassunto che certamente un nipote rende la vita più gioiosa ma che la sua felicità non dipende dalla presenza della piccola. Perciò le ho confermato di essere sollevata da questa affermazione (cui peraltro non credo) perché nessun bambino nasce per essere responsabile della felicità dei nonni o di chicchessia, tantomeno mia figlia. Che la avrei protetta da questo atteggiamento.
Così come io e il mio compagno ci stiamo educando per lasciare libera la piccola evitando i piccoli ricatti morali (quelli che siamo in grado di riconoscere) che tanto possono gravare sul futuro di un bambino. E che chiediamo la stessa cosa ai nonni.
“I bimbi bravi finiscono la pappa” “Ma come? Io l’ho preparata apposta per te e tu non mangi?” – A mio parere il bimbo è bravo se mangia quando ha fame e smette quando è sazio!
“Vuoi più bene alla nonna o al nonno? A mamma o papà?”
“Io ti darei anche 4 merende ma la mamma non vuole”
“Vorrei vederti più spesso ma mamma e papà non vogliono e io mi sento tanto sola”
“Non vuoi camminare per mano? E io ti lascio qui” Anche io faccio affermazioni tipo: “Va bene, allora io vado, torno a prenderti tra un pochino quando avrai finito di giocare” ma non la minaccio mai di lasciarla lì!
“Dammi un bacio” – meglio chiedere “posso darti un bacio?” e rispettare la risposta data, aspettando che manifesti da sola se e quando ha voglia di mostrare così il suo affetto… Beh a meno che non si stia giocando a rincorrersi e darsi baci e poi scappare per non subire il solletico e tornare a prendersi per darsi un altro bacio!!!
E via dicendo.
Ha acconsentito.
Uscendo l’ho abbracciata e ringraziata di avere accettato il confronto.
Penso che su di lei non mi ero sbagliata, ma forse ha capito dove e perché controllare il suo atteggiamento. Peraltro io sono piuttosto quadrata, nelle cose in cui credo e soprattutto nei principi, sa che sono un osso duro. Sa che “rischia” di non vedere la piccola. L’ho fermata dal farmi una confidenza pesantissima perché non mi va di conoscere segreti sulla sua famiglia che però il mio compagno non conosce.
Che dire? Sicuramente ho fatto bene e mi sono riproposta di essere magari pedante ma evitare fraintendimenti.
Speriamo bene!
E’ andata così:
incontro alle 16 al parco.
Convenevoli, scelta di una panchina all’ombra ben provvista di zanzare.
Parliamo di cose in generale e noto che la sua gamba ha un tremolio incessante.
Io invece sono piuttosto rilassata.
Quando riesco, entro in argomento e lei subito si irrigidisce, ma continuo.
Ho detto ciò che pensavo argomento per argomento anche se non mi venivano in mente esempi più lampanti di quelli sostenuti.
Per farla breve, gli argomenti erano tre: l’invadenza, l’insistenza nelle pretese e rapporto con la nipote.
INVADENZA (con mancato rispetto della mia persona e dei miei sentimenti) Le ho detto che la sua richiesta di avere un rapporto di amicizia piuttosto che uno suocera/nuora - che mi era tanto sembrato strano già anni fa e al quale avevo comunque dato il mio benestare - mi ha deluso e che il mancato rispetto non fa parte dell’amicizia e il sapere che i fatti miei sono diventati dominio delle sue conoscenze mi ha fatto soffrire e sentire tradita. Mi ha risposto che mi augura un giorno di diventare nonna e di provare quello che prova lei…ma io ho ribadito che pur non potendo capire ora il sentimento della nonna ritengo non si debba prevaricare gli altri, che sono appena diventati genitori e non si debba mancare alle confidenze.
Non sono riuscita a trovare gli esempi adatti per sottolineare la sua invadenza (eppure di esempi adesso me ne vengono un sacco) Lei sostiene che io non la abbia mai capita e che non è invadente. Ho risposto: “tutti pensiamo che sia invadente…forse è invadente??”
(le ho anche fatto qualche battuta per tenere il clima piuttosto rilassato) Non si ricorda le discussioni con i miei cognati dello scorso anno che l’avevano portata a chiamarmi per dire che avrebbe cercato di non esserlo e ha negato di avere fatto delle cose: tipo portare patate e carote bollite e passate insieme a pollo frullato perché “questo è quello che ci vuole per la bambina” (in pieno AS!!!!) a cui ha risposto che era solo perché lo aveva preparato per la cena della piccola del giorno precedente. Le ho fatto notare che, comunque, non era quello che avevo chiesto di preparare… ci sono cose che lei ha sostenuto fossero invedenti e per cui pensava che mi sarei scocciata che per me sono state del tutto “regolari”, con la richiesta da parte sua se fossero gradite. Mah.
Fatto sta che io mi sono scusata per non aver parlato prima e ho detto di essere dispiaciuta che la cosa fosse diventata così grande e lei ha detto che avrebbe cercato di non essere invadente.
INSISTENZA Le ho chiesto di smettere di insistere con il mio compagno nel chiedere e chiedere. Che non so se lei sia abituata a prendere “sì” per sfinimento, se sia abituata a sentirsi sempre accontentare ma aveva passato segno. Che ognuno ha diritto di manifestare i propri desideri le proprie richieste e le proprie obiezioni, ma una volta fatta la richiesta…ribadita la richiesta…BASTA!!! Che non è stata ignorata ma che se non è stata accontentata era perché non si poteva fare diverso, come le era stato detto. Che continuare le rimostranza ledeva il nostro clima familiare e la nostra serenità e che per accontentare lei non posso essere infelice io.
Su questo argomento c’è anche una telefonata che il suocero ha fatto al suo figlio prediletto urlandogli che si era scocciato e che avremmo dovuto fare come dicevano loro altrimenti avrebbe chiuso i rubinetti (sono molto generosi economicamente) e che il nostro consulente è un pi..a e che se ci avesse parlato lui avrebbe capito di fare il lavoro sbagliato…insomma presente la telefonata di un folle???
Il mio compagno fece notare a sua mamma che forse aveva menato il torrone così tanto da far bollire anche suo marito. Ebbene lei sostiene che non sia vero e che non si lamenta…ehm…ho modestamente fatto presente che il figlio - che la conosce da quarant’anni – sostiene che lei sia una mena torroni, che io sostengo che sia una mena torroni, che il suo secondo figlio e sua moglie pensano sia una mena torroni….ergo forse non si è ancora accorta di esserlo???
Ha detto piccata che smetterà di chiedere. Ho ribadito che chiedere è legittimo, insistere, invece, lede.
Tutto questo è stato condito da affermazioni tipo: “Per me sei come mio figlio, ti voglio bene allo stesso modo” a cui ho risposto che “Spero proprio di no, che io non ho lo stesso vissuto e che sebbene l’intento sia nobile non è decisamente applicabile e che io non considero che lei sia come la mia mamma e non sarebbe giusto nei confronti di entrambe!
Ci sono state affermazioni fuori luogo e quando non ha voluto ammettere gli errori non ho insistito: mi bastava che capisse.
Alla fine ho chiesto se potevamo riprendere il nostro rapporto con più chiarezza e la promessa di maggior sensibilità nel chiedersi reciprocamente spiegazioni per evitare incomprensioni o non prendere iniziative senza autorizzazione. (come quella di decidere quando la piccola potesse andare per strada senza essere tenuta per mano, e io continuavo a chiedermi come mai protestava sempre buttandosi per terra e ritraendo la mano…uff…)
Ottenuta la sua collaborazione ho affrontato il terzo argomento.
RAPPORTO CON LA NIPOTE “Lo scorso anno disse che la piccola era l’unica cosa che la rendesse felice – cosa… - e che non potevamo impedirle di vederla - nessuno mai lo aveva sostenuto – perché lei doveva instaurare il rapporto con i nonni. Vorrei sapere se la pensa ancora così o se era una delle sue affermazioni eccessive che poi noi dobbiamo interpretare”
Abbiamo riassunto che certamente un nipote rende la vita più gioiosa ma che la sua felicità non dipende dalla presenza della piccola. Perciò le ho confermato di essere sollevata da questa affermazione (cui peraltro non credo) perché nessun bambino nasce per essere responsabile della felicità dei nonni o di chicchessia, tantomeno mia figlia. Che la avrei protetta da questo atteggiamento.
Così come io e il mio compagno ci stiamo educando per lasciare libera la piccola evitando i piccoli ricatti morali (quelli che siamo in grado di riconoscere) che tanto possono gravare sul futuro di un bambino. E che chiediamo la stessa cosa ai nonni.
“I bimbi bravi finiscono la pappa” “Ma come? Io l’ho preparata apposta per te e tu non mangi?” – A mio parere il bimbo è bravo se mangia quando ha fame e smette quando è sazio!
“Vuoi più bene alla nonna o al nonno? A mamma o papà?”
“Io ti darei anche 4 merende ma la mamma non vuole”
“Vorrei vederti più spesso ma mamma e papà non vogliono e io mi sento tanto sola”
“Non vuoi camminare per mano? E io ti lascio qui” Anche io faccio affermazioni tipo: “Va bene, allora io vado, torno a prenderti tra un pochino quando avrai finito di giocare” ma non la minaccio mai di lasciarla lì!
“Dammi un bacio” – meglio chiedere “posso darti un bacio?” e rispettare la risposta data, aspettando che manifesti da sola se e quando ha voglia di mostrare così il suo affetto… Beh a meno che non si stia giocando a rincorrersi e darsi baci e poi scappare per non subire il solletico e tornare a prendersi per darsi un altro bacio!!!
E via dicendo.
Ha acconsentito.
Uscendo l’ho abbracciata e ringraziata di avere accettato il confronto.
Penso che su di lei non mi ero sbagliata, ma forse ha capito dove e perché controllare il suo atteggiamento. Peraltro io sono piuttosto quadrata, nelle cose in cui credo e soprattutto nei principi, sa che sono un osso duro. Sa che “rischia” di non vedere la piccola. L’ho fermata dal farmi una confidenza pesantissima perché non mi va di conoscere segreti sulla sua famiglia che però il mio compagno non conosce.
Che dire? Sicuramente ho fatto bene e mi sono riproposta di essere magari pedante ma evitare fraintendimenti.
Speriamo bene!