08-02-2012, 04:03 16
(08-02-2012, 02:25 14)Valina Ha scritto: Il fatto è che il papà che ha ovviamente una sua idea su come crescere i figli, non ha idea di cosa sia (e non ce l'avrà mai) quel filo invisibile ma incredibilmente tenace che lega mamma e figlio. Perciò se ha una idea (come autosvezzare, o alimentare al seno) è sacrosanto che ne parli, che si informi e che lo proponga alla mamma. Ma non può obbligarla. Ma ve la vedete una mamma che allatta controvoglia? O una mamma che non è per niente convinta di dare in mano un fusillo al pargolo?Sí ma qui non si tratta di capire chi fra mamma e papá sia il punto di riferimento principale nei primi anni di vita del bambino. Si tratta di capire se davvero un papá debba mettere da parte ciò in cui crede riguardo all'"accudimento" del bambino, quando questo non collima con la volontá della mamma, semplicemente perchè la serenitá di quest'ultima vale di più.
- è anche vero che ci sono madri pazze furiose o completamente fuori di sè. Ci sono madri depresse che per fortuna loro hanno bravi papà, ma qui parliamo di situazioni standard -
La persona che fa da riferimento al bambino, che è il suo esempio e il suo supporto, è la mamma. Poche storie.
Fosse anche tutto il giorno il papà ad occuparsi del bambino, se si sveglia di notte, il bimbo chiama "mamma".
Quindi 95% o 50%, tempo più o tempo meno...trovo perfetto discutere o anche semplicemente trovarsi da subito in perfetta sintonia, ma a mio modo di vedere, nei primi anni, la serenità della mamma "vale" di più di quella del papà.
Tra l'altro posso dire che mia figlia è stata con mia mamma per circa 8/9 ore al giorno dai suoi 40 giorni di vita e che il papà ci stava tutto il fine settimana oltre tutte le sere in cui io lavoravo, io prendevo il tempo che potevo con mia figlia...però ero purtroppo madre poco presente fisicamente. Eppure sono io il punto fermo. Se io la lascio piange, se la lascia il papà no.
Di nuovo mi viene da dire che ciò che più vale è la serenitá della famiglia e la felicitá del bambino. Se poi si vuole sostenere che queste sono inscindibilmente legate alla possibilitá della madre di decidere senza interferenze mentre assolutamente slegate dalla eventuale frustrazione delle idee paterne, boh, ci credo poco.
Diciamo che anche io credo che spesso il papá si metta (giustamente) da parte in favore del volere materno, ma spesso ciò accade, e va benissimo, su questioni su cui in fondo lui stesso non ha una vera convinzione o quando, pur avendola, ritiene che effettivamente l'istinto materno debba essere ascoltato. Ma credo che questo non possa essere un postulato da seguire sempre e comunque, così come credo che l'istinto materno, a volte, sia fallibile, specialmente quando è intessuto di emotivitá e di sbalzi ormonali (e parlo per prima di me stessa).
Iris 17/03/2011