No, non lo conosco, però grazie del consiglio, lo leggerò.
Approfitto per chiedervi: come è stato per voi conciliare lavoro e maternità? Come hanno reagito i vostri datori di lavoro alla bella notizia della gravidanza? I vostri mariti/compagni vi hanno sostenuto anche professionalmente, nel senso che hano preso mai in considerazione l'idea di usufruire della paternità per potervi agevolare nella vostra carriera?
Vi racconto la mia esperienza, e spero tanto che nel gruppo ci sia un giornalista che voglia approfondire questo aspetto.
Portai le paste al lavoro e, al momento di mangiare, dissi che festeggiavamo la mia maternità, visto che ero incinta. Era il 2009, lavoravo come grafica in una ditta di pubblicità, eravamo io, i 4 soci titolari e un giovane apprendista assunto da poco. Nei volti dei titolari è sceso un muso lungo, credo che se avessi detto loro che avevo il cancro sarebbero stati più sollevati. Ci sono rimasta tanto male, anche perchè Fabio, il nostro secondogenito, è stato un bambino cercato. Ad un certo punto uno dei titolari ha rotto il ghiaccio:
< Ah! E di questi tempi, tu vai a fare un altro figlio?>
Domanda stupida, visto che anch'egli ne aveva due.
Taglio corto: stavo per fare l'eco morfologica, e non vedevo l'ora di sapere se era un maschio o un'altra femmina. Ero emozionata.
Mi hanno licenziato con tre giorni di preavviso, imputando la colpa alla crisi economica.
Un anno dopo li ricontattai perchè mi serviva un documento per la denuncia dei redditi, e con l'occasione mi chiesero se ero disposta a ricollaborare di nuovo con loro.
<Sai> mi disse M. <Tu lo conosci il lavoro, sei brava, svelta... noi abbiamo provato con alcune persone, ma è stata una tragedia... lenti, annoiati, non sapevano fare niente. E poi, tu, ormai due figli ce l'hai: speriamo basta! Non farai mica come i.... oddio chi erano, i lauretani? che ad ogni botta fanno un figlio!>
La collaborazione non c'è più stata, però vi rendete conto di come veniamo umiliate, giorno dopo giorno? Un'altra mia amica ha subito mobbing durante la gravidanza, venendo declassata nelle mansioni, e neanche buongiorno le dicevano più. Un'altra amica ha rinunciato alla maternità facoltativa perchè le avevano fatto intendere che il suo posto non poteva rimanere vacante a lungo. Una mia paesana ha ricevuto una visita a casa del suo datore di lavoro, che le ha offerto dei soldi per licenziarsi. Credo che queste cose avvengano, oltre che per un'arretratezza culturale, per due motivi: 1) spesso noi donne acettiamo in silenzio, e 2) i padri non prendono in considerazione l'idea della paternità. Il bambino, per cultura, è affidato alla madre. Non si potrebbe fare i primi 6 mesi alla mamma, che l'allatta, e gli altri 6 al padre?
Mio marito, sia con Valentina che con Fabio, ha usufruito dell'allattamento, perchè io avevo Partita Iva (e qui stendiamo un velo pietoso, visto che le poppe ce le ho io). Ebbene, anche lui ha subito mobbing, lo minacciavano di perdere il posto di lavoro, finchè lui ha parlato di sindacati e tutti si sono rinsaviti.
Devo chiudere l'argomento bruscamente, perchè i bambini mi reclamano, scusate, a presto
Anto