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Un altra discussione per chi c'è già passato... Cosa fate se vostro figlio piccolo (non va ancora a scuola) impara a dire una parolaccia che magari vi ha sentito dire e comincia a ripeterla come un disco rotto. Non ci è capitato personalmente, ma leggevo da una parte di una madre che diceva che la figlia se n'è uscita con una qualche espressione non proprio delicata.
Che fate, a casa si usa sempre un linguaggio adatto a un gruppo di educande o di novizie oppure vi lasciate andare?
BM 06-09
C (ex PA) 20-10-11
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Come che fai? O_o Capisci che ne dici troppe e smetti di dirle!
E a seconda di quanti anni ha, ignori totalmente che le stia ripetendo (così smette) o gli spieghi perché non si dicono.
Lo so che non condividi, ma le parolacce fanno parte del linguaggio normale e della rosa espressiva che ognuno di noi ha, arricchiscono il linguaggio e aiutano persino a stare meglio in certi casi! Certo ci vuole moderazione e capacità di discernimento, ma usarle quando ci vogliono e nei contesti adatti non è da condannare. Poi ci sono parolacce e parolacce. Io non tollero le bestemmie, per esempio, quelle no.
E poi una parolaccia è molto più innocente e innocua di una cattiveria gratuita detta con termini aulici all'unico scopo di far sentire pure peggio la persona che la riceve. E' la differenza tra reazione istintuale e cattiveria pianificata a tavolino.
E' l'intenzione che conta, la sostanza e non la forma.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-09-2011, 07:37 19 da
ax76.)
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Concordo.....io purtroppo da quando vivo in Toscana ne dico un pò di più... Fa parte del linguaggio comune... Però la gravità sta dietro l'intenzione.... Poi che non sa molto fine è un altra cosa...
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il piacere del parlare sporco riguarda soprattutto gli adolescenti, ma probabilmente anche i bambini piccoli (in età da non afferrare la spiegazione che non va bene dirle, ecc) se notano che ripetendole tipo disco rotto sortiscono una tua qualsiasi reazione
e penso che se anche fai finta di niente, sono così empatici con noi che le loro antenne percepiscono immediatamente che stai bluffando
c'era un bell'articolo su quest'argomento nell'ultimo numero di uppa
Erika & Riccardo
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Porto sempre d'esempio mia cognata e qui approvo a pieno. Minimizzare e fare finta di nulla! Una volta la bimba, dopo aver giocato e sentito monelli piú grandi ha chiesto alla mamma dov'era il buco del c..o, io sgranai gli occhi tipo koala, ma mia cognata con molta nonchalance ha risposto " é la marmitta della macchina cara, una cosa meccanica delle macchine" e via dimenticata la faccenda!
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io cerco di limitarmi ma da brava toscana ogni tanto me ne escono... Tobia parla poco o niente, ma la Emma è un'aquila nel coglierle, io le dico che come riprendo lei può riprendere me quando le dico, anche i genitori sbagliano...
Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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Concordo pienamente! Per ora giorgina e' troppo piccola e invece Daniele e' un bacchettone tremendo su questo punto...
Io ho detto che le parolacce sono ammesse quando uno e' veramente molto molto molto arrabbiato e deve sfogarsi...
certo che sentire dire certe cose ai bambini fa un po' impressione (soprattutto quando lo usano come vero intercalare e non per sperimentare una cosa nuova).
Anche io non reggo le bestemmie...
Ma perche' mannaggia e' una parolaccia?
Noi la usiamo moltissimo... Soprattutto come "Mannaggia a Bubbà"
(10-09-2011, 07:37 19)ax76 Ha scritto: Come che fai? O_o Capisci che ne dici troppe e smetti di dirle!
E a seconda di quanti anni ha, ignori totalmente che le stia ripetendo (così smette) o gli spieghi perché non si dicono.
Lo so che non condividi, ma le parolacce fanno parte del linguaggio normale e della rosa espressiva che ognuno di noi ha, arricchiscono il linguaggio e aiutano persino a stare meglio in certi casi! Certo ci vuole moderazione e capacità di discernimento, ma usarle quando ci vogliono e nei contesti adatti non è da condannare. Poi ci sono parolacce e parolacce. Io non tollero le bestemmie, per esempio, quelle no.
E poi una parolaccia è molto più innocente e innocua di una cattiveria gratuita detta con termini aulici all'unico scopo di far sentire pure peggio la persona che la riceve. E' la differenza tra reazione istintuale e cattiveria pianificata a tavolino.
E' l'intenzione che conta, la sostanza e non la forma.
Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)