30-03-2011, 12:00 12
Scusate il gioco di parole....ma mi sembra adatto al senso del mio intervento.
Rispondendo alla domanda della povera malcapitata Elefil (Angela), ho aperto il sacco esvuotato una valanga di considerazioni sull'applicazione dell'Autosvezzamento che mi stanno molto a cuore, e solo dopo, mi sono accorta che ero nel mezzo della sua "semplice presentazione".
Ho lasciato, ormai lì il mio intervento originario, ma dal momento che esiste l'apposita sezione, ho pensato più opportuno postarlo di nuovo con poche modifiche come 3D nella sede più adatta.
Si parlava della curiosità che un bambino di 4 mesi dimostra nei confronti del cibo dal momento che saggiamente fin d'ora i genitori lo fanno partecipare all'atmosfera dei loro pasti.
Ai genitori, questo, ha giustamente fatto molto piacere e hanno deciso di assecondarlo, ponendosi però, contemporaneamente dubbi e interrogativi assolutamente molto responsabili.
Una risposta assolutamente discreta e dettata dall'esperienza ha osservato che pur essendo pochi 4 mesi è bello che il bambino dimostri curiosità, ma invitava a non aspettarsi una continuità, in questo, perché poteva soprattutto trattarsi di una specie di gioco da parte del piccolo che avrebbe comportato probabilmente dei passi indietro successivi e nuove riprese consigliando, comunque, di seguire fiduciosamente il proprio bambino e fidarsi della propria capacità di valutazione circa i suoi tempi.
Io non ho alcun dubbio sulla correttezza dei presupposti della risposta a questa nuova mamma iscritta, ma il discorso mi ha tirato fuori pensieri che avevo dentro da tempo.
Soprattutto sono preoccupata che molte mamme, nella confusione, fraintendano alcuni principi su cui si fonda l'autosvezzamento, a meno che non sia io a sbagliare ad intenderlo.
Io, per esempio, al fatto che un bambino abbia SOLO 4 mesi e che quindi non è probabile che il suo apparato digerente abbia ancora raggiunto la maturità sufficiente per altro che non sia latte (sia LA o LM) darei più importanza.
I bambini, certo in parte dipende dall'indole, possono essere molto curiosi di tutto e il fatto che gradisca gusti nuovi non significa di per se' che sia pronto a mangiare, tuttavia, certamente, è un buon presupposto per il suo futuro apprezzamento della tavola.
Così come, darei MOLTA importanza anche agli altri fattori capaci di dare indicazioni preziose circa l'essere effettivamente pronto o meno ad integrare la sua alimentazione di latte.
Mi riferisco alla perdita del riflesso di estroflessione (utile per poppare), quello che lo porta, ad esempio, ad accogliere il cucchiaino, con la lingua e alla capacità di stare seduto da solo (per capirci senza supporti come per esempio in mezzo ad un tappeto) e di mantenere la posizione.
In questo modo si ha la certezza che sia passato alla maturazione della capacità di gestire un boccone e passi al riflesso della "masticazione", per così dire, e abbia maturato la capacità di partecipare attivamente all'inghiottimento di cibo con la padronanza dei muscoli addetti e conseguentemente limitando il rischio di soffocamento.
Che io sappia, sembrerebbe siano questi i 3 indicatori base attraverso cui la natura permette di comprendere che un bambino è veramente pronto ad assumere cibi: curiosità verso il cibo, perdita riflesso estroflessione e padronanza della posizione seduta.
Non lo pensate anche voi?
Nella mia esperienza, ho visto che il mio piccolo, pur curioso dai 5 mesi e anche piuttosto goloso (di pappe, pane, frutta....) in realtà quando poco tempo fa ha imparato veramente a stare seduto anche indipendentemente dal seggiolone, allora sì che ha iniziato a gustare il "cibo" e a padroneggiare il boccone!!!! Avevo sopravvalutato le sue potenzialità (cuore di mamma, ma la natura ha i suoi tempi legittimi)...ma ora procede con grande soddisfazione sua e nostra!!!!
Vorrei aggiungere, ma naturalmente è solo una mia opinione, credo che il vero significato di "autosvezzamento" sia proprio "io-mi svezzo- da-solo" e non "mi fanno svezzare con l'autosvezzamento", cioè, non si fonda su un metodo da applicare, ma sul lasciare fare alla natura il suo corso pur mantenendo, come è stato dalla preistoria, il controllo sul bambino perché non corra rischi nocivi per lui.
E questo, è l'unico intervento, ma fondamentale, che sia stato probabilmente mai richiesto ai genitori di qualunque cucciolo. Non si darebbe in mano ad un bambino un coltello solo perché curioso, si aspetterebbe di essere sicuri che sia in grado di manovrarlo senza rischi, no?
E così che credo vada inteso il processo di "integrazione dell'alimentazione" di un bambino, lasciarlo fare, quando è pronto e non fargli provare tutto per metodo, a prescindere.
Anche perché altrimenti, potrebbe essere dannoso e, per giunta, così, credo che si rischierebbe anche di ripetere l'errore dello svezzamento tradizionale che "detta" i tempi che ora si stanno correggendo (non prima dei 6 mesi) perché si sa che erano troppo precoci, ma si applicano sempre acriticamente e, cioè, senza valutare se i 6 mesi di un bambino corrispondano effettivamente allo sviluppo contemporaneo di tutti i "requisiti di sicurezza".
Spero che la mia intenzione vi risulti chiara e soprattutto non l'avvertiate come polemica, ma mi preoccupa vedere mamme (e forse non è esattamente il caso di partenza, ma ne ho molti altri in mente-non mi riferisco a utenti del sito, ancora non vi conosco bene!!!!) che per l'emozione di novità, decidono di svezzare i figli secondo i tempi della vecchia impostazione dello svezzamento precoce a dosaggio "terapeutico" che cerca di limitare i danni potenziali (anche all'intestino) con cibi meno dannosi possibile a bambini non-ancora-pronti, pur rispettando il criterio tipico dell'autosvezzamento che consiste nel lasciarli assaggiare di tutto, cosa che è ottima, e senza nessun rischio particolare, a condizione che siano diventati naturalmente pronti per farlo.
Rispondendo alla domanda della povera malcapitata Elefil (Angela), ho aperto il sacco esvuotato una valanga di considerazioni sull'applicazione dell'Autosvezzamento che mi stanno molto a cuore, e solo dopo, mi sono accorta che ero nel mezzo della sua "semplice presentazione".
Ho lasciato, ormai lì il mio intervento originario, ma dal momento che esiste l'apposita sezione, ho pensato più opportuno postarlo di nuovo con poche modifiche come 3D nella sede più adatta.
Si parlava della curiosità che un bambino di 4 mesi dimostra nei confronti del cibo dal momento che saggiamente fin d'ora i genitori lo fanno partecipare all'atmosfera dei loro pasti.
Ai genitori, questo, ha giustamente fatto molto piacere e hanno deciso di assecondarlo, ponendosi però, contemporaneamente dubbi e interrogativi assolutamente molto responsabili.
Una risposta assolutamente discreta e dettata dall'esperienza ha osservato che pur essendo pochi 4 mesi è bello che il bambino dimostri curiosità, ma invitava a non aspettarsi una continuità, in questo, perché poteva soprattutto trattarsi di una specie di gioco da parte del piccolo che avrebbe comportato probabilmente dei passi indietro successivi e nuove riprese consigliando, comunque, di seguire fiduciosamente il proprio bambino e fidarsi della propria capacità di valutazione circa i suoi tempi.
Io non ho alcun dubbio sulla correttezza dei presupposti della risposta a questa nuova mamma iscritta, ma il discorso mi ha tirato fuori pensieri che avevo dentro da tempo.
Soprattutto sono preoccupata che molte mamme, nella confusione, fraintendano alcuni principi su cui si fonda l'autosvezzamento, a meno che non sia io a sbagliare ad intenderlo.
Io, per esempio, al fatto che un bambino abbia SOLO 4 mesi e che quindi non è probabile che il suo apparato digerente abbia ancora raggiunto la maturità sufficiente per altro che non sia latte (sia LA o LM) darei più importanza.
I bambini, certo in parte dipende dall'indole, possono essere molto curiosi di tutto e il fatto che gradisca gusti nuovi non significa di per se' che sia pronto a mangiare, tuttavia, certamente, è un buon presupposto per il suo futuro apprezzamento della tavola.
Così come, darei MOLTA importanza anche agli altri fattori capaci di dare indicazioni preziose circa l'essere effettivamente pronto o meno ad integrare la sua alimentazione di latte.
Mi riferisco alla perdita del riflesso di estroflessione (utile per poppare), quello che lo porta, ad esempio, ad accogliere il cucchiaino, con la lingua e alla capacità di stare seduto da solo (per capirci senza supporti come per esempio in mezzo ad un tappeto) e di mantenere la posizione.
In questo modo si ha la certezza che sia passato alla maturazione della capacità di gestire un boccone e passi al riflesso della "masticazione", per così dire, e abbia maturato la capacità di partecipare attivamente all'inghiottimento di cibo con la padronanza dei muscoli addetti e conseguentemente limitando il rischio di soffocamento.
Che io sappia, sembrerebbe siano questi i 3 indicatori base attraverso cui la natura permette di comprendere che un bambino è veramente pronto ad assumere cibi: curiosità verso il cibo, perdita riflesso estroflessione e padronanza della posizione seduta.
Non lo pensate anche voi?
Nella mia esperienza, ho visto che il mio piccolo, pur curioso dai 5 mesi e anche piuttosto goloso (di pappe, pane, frutta....) in realtà quando poco tempo fa ha imparato veramente a stare seduto anche indipendentemente dal seggiolone, allora sì che ha iniziato a gustare il "cibo" e a padroneggiare il boccone!!!! Avevo sopravvalutato le sue potenzialità (cuore di mamma, ma la natura ha i suoi tempi legittimi)...ma ora procede con grande soddisfazione sua e nostra!!!!
Vorrei aggiungere, ma naturalmente è solo una mia opinione, credo che il vero significato di "autosvezzamento" sia proprio "io-mi svezzo- da-solo" e non "mi fanno svezzare con l'autosvezzamento", cioè, non si fonda su un metodo da applicare, ma sul lasciare fare alla natura il suo corso pur mantenendo, come è stato dalla preistoria, il controllo sul bambino perché non corra rischi nocivi per lui.
E questo, è l'unico intervento, ma fondamentale, che sia stato probabilmente mai richiesto ai genitori di qualunque cucciolo. Non si darebbe in mano ad un bambino un coltello solo perché curioso, si aspetterebbe di essere sicuri che sia in grado di manovrarlo senza rischi, no?
E così che credo vada inteso il processo di "integrazione dell'alimentazione" di un bambino, lasciarlo fare, quando è pronto e non fargli provare tutto per metodo, a prescindere.
Anche perché altrimenti, potrebbe essere dannoso e, per giunta, così, credo che si rischierebbe anche di ripetere l'errore dello svezzamento tradizionale che "detta" i tempi che ora si stanno correggendo (non prima dei 6 mesi) perché si sa che erano troppo precoci, ma si applicano sempre acriticamente e, cioè, senza valutare se i 6 mesi di un bambino corrispondano effettivamente allo sviluppo contemporaneo di tutti i "requisiti di sicurezza".
Spero che la mia intenzione vi risulti chiara e soprattutto non l'avvertiate come polemica, ma mi preoccupa vedere mamme (e forse non è esattamente il caso di partenza, ma ne ho molti altri in mente-non mi riferisco a utenti del sito, ancora non vi conosco bene!!!!) che per l'emozione di novità, decidono di svezzare i figli secondo i tempi della vecchia impostazione dello svezzamento precoce a dosaggio "terapeutico" che cerca di limitare i danni potenziali (anche all'intestino) con cibi meno dannosi possibile a bambini non-ancora-pronti, pur rispettando il criterio tipico dell'autosvezzamento che consiste nel lasciarli assaggiare di tutto, cosa che è ottima, e senza nessun rischio particolare, a condizione che siano diventati naturalmente pronti per farlo.
2/10/2007 Tartarughino
27/6/2010 Torello