“Tranquilla, penso che i nostri figli ci svezzino con calma rispettando i nostri tempi!”
Sul forum lessi questa frase che mi ha colpito molto perché rispecchia un mio pensiero riguardo la fine dello svezzamento, e chi è che viene toccato da questa “fine dello svezzamento”.
Ci sono molte riflessioni di tanti autori riguardanti il fatto che i nostri figli non sono figli nostri (anche una bellissima di Gibran) e che dobbiamo crescerli liberi e senza condizionamenti e via discorrendo.
Ho letto, però, solo pochi accenni riguardanti quello che accade ai genitori in tal proposito.
Chi decide di mettere al mondo dei figli, come a me pare ovvio, lo fa per amore (futuro) loro, per amore del mondo, ma anche per amore proprio.
È naturale che nei primi anni un genitore si senta investito di responsabilità nei confronti del suo cucciolo che deve proteggere e lasciare che impari al tempo stesso. Gli esseri umani sono mammiferi e quindi riconoscono – o almeno dovrebbero – i pericoli, le persone che non sono adatte ai propri figli, e provano uno spontaneo amore per le proprie creature. Le accudiscono, le vedono meravigliose e danno loro tutto quello che posseggono.
Perciò credo che sia normale a un certo punto che si sentano “dipendenti” emotivamente e fisicamente dai propri figli.
E forse proprio per questo dovrebbero pensare che imparare piano piano le cose del mondo, imparare a mangiare, camminare, parlare sia un modo per il bambino di andare avanti ma anche per i genitori di imparare a stare senza di lui.
È una fortuna che la natura faccia accadere tutto questo lentamente, perché così avranno la possibilità di prendere tanto struggimento con calma, insieme al sentire tanto incredibile e profondo orgoglio e all’essere forte sostegno.
Perché, diciamolo, sapere che i figli non avranno (giustamente) più bisogno dei genitori, ci fa un po’ immalinconire.
La fine dell’allattamento per la mamma.
Lo staccarsi dalle grandi mani per imparare a camminare.
Mangiare senza aiuto.
La fine dello svezzamento.
Decidere le proprie cose.
Dire al papà di non accompagnarlo fino all’ingresso della scuola, ma di lasciarlo un po’ distante.
È fondamentale che i genitori lascino spazio ai figli per potersi anche abituare al fatto che non serviranno più gli uni agli altri in una sorta di corrispondenza biunivoca.
Resteranno legati per sempre, con forte emotività, ma al tempo stesso saranno persone distinte. Gli uni avranno dato tutto ciò che sarà stato loro possibile e gli altri avranno preso tutto ciò che sarà stato loro possibile per formare un proprio volere, le proprie idee e la propria persona.
Quando due genitori decidono di avere un figlio è perché forse l’amore ha oscurato la pazzia di tanta scelta.
Se sapessero con anticipo e consapevolezza che stanno dando via libera alla natura di creare per loro, tramite la madre, ciò che ameranno di più al mondo, che li farà piangere di gioia e ridere di felicità per poi lasciarli a subire tanta malinconica tristezza… forse deciderebbero di non farlo. Ma per fortuna, a un certo punto, si perde il senso delle cose e zac! È fatto.
E c’è da chiedersi come si possa decidere di avere un secondo figlio! Dei martiri familiari: la madre ancora più che il padre, ma fra tutti e due… che pazzi!
E così si trovano a svezzarsi dai propri figli, pian piano, guidati sapientemente da loro (a cui non importa un meraviglioso nulla di tutto ciò!).
La fine dello svezzamento
Mi sembra inutile sottolineare che svezzarsi dai figli sia fondamentale per non avere problemi nel futuro. Riconoscere l’autonomia dei propri figli lasciandoli scegliere cosa mangiare o quando andare in bagno, o quando alzarsi da soli e camminare li aiuterà a capire che dovranno lasciarli scegliere se decidere di finire la scuola e lavorare invece che andare all’università. Che non sarà compito loro giudicare come svezzeranno i loro figli un giorno. Che non dovranno aspettarsi che saranno lì a soddisfare i propri bisogni di genitori prima e di nonni poi.
E il tutto sarà possibile proprio in virtù di quell’amore infinito e impronunciabile che provano per loro.
E del rispetto che avranno imparato a portare gli uni agli altri lasciandosi liberi.
È così che deve essere.
Comincia tutto ora.
Uno svezzamento biunivoco.
(Per fortuna sono ancora piccoli e abbiamo un po’ di tempo ancora per tenerli stretti e per sentire che il loro respiro si fa più profondo quando andiamo a dormire accanto a loro mentre si girano nel sonno per starci più vicino. Per fortuna manca ancora un po alla fine dello svezzamento, dello svezzamento da me).
105 risposte
grazie.
Io sono moglie di un figlio la cui madre l’ha sempre trattato come un bebè. C’ho messo 10anni per svezzarlo e renderlo autonomo nelle scelte di tutti i giorni (anche che calzini mettersi)……eccheccazzo! Sono madre di un bimbo di 10mesi autosvezzante e vi assicuro che l’unica cosa certa è che non faró gli stessi errori con lui
ma avete letto tutto l’articolo o solo il titolo e la prima riga? l’articolo, se letto tutto, non dice affatto di sospendere anzitempo l’allattamento o vietare ai propri figli di dormire nel lettone. anzi, parla di tutt’altro. parla del rispetto e della comprensione dei bisogni dei figli e del senso di malinconia che può colpire un genitore quando suo figlio, SPONTANEAMENTE, decide di diventare piano piano più indipendente.
Cito dall’articolo” sapere che i figli non avranno (giustamente) più bisogno dei genitori, ci fa un po’ immalinconire. La fine dell’allattamento per la mamma. Lo staccarsi dalle grandi mani per imparare a camminare. Mangiare senza aiuto. Decidere le proprie cose. Dire al papà di non accompagnarlo fino all’ingresso della scuola, ma di lasciarlo un po’ distante.” Intendevo esattamente questo. Il mio commento è stato estratto da un contesto. Ma quando dico indipendenza reciproca, intendo proprio questo
Adoro questo articolo e sono in totale disaccordo col post sopra…….mi basta guardare mio figlio che a 22 mesi ha un’indipendenza pazzesca, non ha paura di niente e affronta con grinta e gioia ogni situazione nuova…nonostante sia ancora allattato a (grande) richiesta, si addormenti sempre con la tetta se ha sonno quando sono nei paraggi e dorma quasi sempre qualche ora nel lettone con noi
Resto tanto perplessa, tanto.
“Dormire addirittura in 4”?? “Inerzia davanti alle loro pretese”???
Noi abbiamo dormito in 4. Non per inerzia, ma per rispetto, di quelle che non erano “pretese”, ma bisogni. Una neonata, l’altra di due anni e mezzo… Sarebbe stata una pretesa da parte nostra negare a una delle due un cosleeping di cui avevano necessariamente bisogno.
L’articolo onestamente non lo capisco, mi pare rivesta di psicologismo e sovrastrutte adultocentriche un processo pienamente naturale che non è l’adulto a gestire, ma il bambino, in quanto diretto interessato che sa benissimo quanto cibo solido ingerire e quando, e in quale misura, e fino a quando, preferire il latte materno al resto.
Elisa Bellemo, parli dell’articolo linkato o del pst di Facebook?
L’articolo è molto bello e in alcune parti molto vero (“Quando due genitori decidono di avere un figlio è perché forse l’amore ha oscurato la pazzia di tanta scelta.” quanta saggezza in questa frase! 😀 ), ma personalmente non mi rappresenta! Mio figlo, per dirlo con le parole dell’articolo, è nato già “svezzato” (o meglio, IO sono nata madre già “svezzata”!) 😉
Claudia Agliari concordo perfettamente con questo pensiero
Ehmm… No! Non sono d’accordo con l’articolo! Allattare e’ stancante, stremante e avvolte difficile. Non penso che un genitore allatti prolungatamente solo perché non accetta il distacco dal bimbo. Ma solo per il suo bene, alla fine… E’ tutta salute! Svezziamoli con calma…