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Figli vegetariani – di Luciano Proietti

Per quanto riguarda la dieta vegetariana, soprattutto nel bambino, i rischi, vale a dire i timori di carenze nutrizionali, superano di gran lunga le certezze dei benefici: è questo sicuramente l’immaginario collettivo popolare ancora preda dell’ancestrale paura della fame, da cui peraltro ci siamo liberati solo da pochi decenni.
Da Figli vegetariani – come allevare i figli dall’infanzia all’adolescenza con la dieta vegetariana, p.59

Il tempo è tiranno e la recensione che avrebbe dovuto essere la chiosa finale della nostra settimana veg*, in cui abbiamo prima parlato di vegetarianesimo in generale e poi letto di svezzamento vegano, si è fatta un po’ attendere.
Quindi ve la propongo oggi la mia opinione su un libro che mi è stato più volte consigliato e che ho letto con interesse e piacere.

Luciano Proietti è un medico pediatra, vegetariano e padre di 3 figli, che ha trascorso decenni della sua carriera esaminando bambini cresciuti in famiglie vegane o vegetariane, e crescendone 3 lui stesso. Dalla sue vasta esperienza sul campo nascono le considerazioni che fa in questo libro.

Figli Vegetariani autosvezzamentoHo trovato Figli Vegetariani molto equilibrato, infatti la scelta convinta che l’autore ha fatto per sé e la propria famiglia non gli impedisce di essere obiettivo ed elencare pro e contro della dieta vegetariana, sottolineando dove ci sono rischi di carenze e dando suggerimenti per evitarli. Ho trovato molte notizie interessanti riguardo la fisiologia umana e alcune analisi storico-sociologiche che vale la pena di leggere. Equilibrato, quindi, ma non sempre convincente; in molte occasioni avrei voluto leggere di più o leggere spiegazioni più approfondite. O, anche, leggere di meno, come nel caso dello “svarione” a cui si lascia andare, secondo me parecchio fuori tema, a pg. 58 su amore e nutrizione della mente. Insomma a volte, purtroppo, mi lascia a bocca asciutta e il ragionamento sembra interrompersi ad un punto morto.

Ho sentito la mancanza di una bibliografia che, come accadde per “Io mi svezzo da solo” avrei tanto desiderato trovare in calce. In un libro che racconta cose scientifiche, che non ci siano riferimenti bibliografici mi dà sempre la sensazione che il tutto sia fortemente filtrato dalla visione personale. Quando mai questo non accade, direte voi…

Ad esempio, quando parla della relazione tra colore della pelle, luce solare, latte vaccino e vitamina D… le concatenazioni che fa e le spiegazioni etnografiche e storiche sono provate o sono un’interpretazione esclusivamente personale?

Illustra e fornisce raccomandazioni su alcuni dei punti essenziali come la maniera per mantenere un equilibrio nutrizionale tramite il principio della complementazione proteica (cioè accoppiare sempre cereali e legumi) o come la maniera per evitare carenze di vitamina D e B12, calcio, ferro e altri elementi essenziali per crescita, sviluppo e sopravvivenza.

Proietti illustra in più punti in che modo il cibo di origine animale contribuisce a sviluppo e sopravvivenza del corpo umano e io – dopo lungo meditare da parte mia sui misfatti del cibo animale sulla nostra salute – giungo alla conclusione che sì, il cibo animale ci vuole. Ma riesce pienamente a convincermi che il cibo animale va assunto in moderatissima quantità e che la maniera in cui noi oggi lo vediamo ha profonde radici culturali che ben poco hanno a che vedere con la salute. La dieta onnivora non e’ affatto l’equivalente di equilibrato nella maniera in cui viene condotta dalla maggior parte di noi.

Per quanto riguarda strettamente l’argomento svezzamento, Proietti cade nei luoghi comuni del “dare”, “somministrare”, “preparare la pappa”, per cui rimane molto classico nella sua presentazione di uno svezzamento che, seppur profondamente rispettoso della fisiologica, biologia e anche dei desideri del bambino, è del tutto guidato dal genitore. Propone molte limitazioni e una dieta davvero poco varia per i piccolissimi.

Ma propone molti buoni spunti che, se integrati a quelli dell’alimentazione complementare a richiesta, possono certamente portare beneficio alla dieta del bambino E a quella di tutta la famiglia.

Un libro sul vegetarianesimo che, paradossalmente, mi ha convinta definitivamente che non voglio diventare vegetariana.

Da leggere, che si contempli di smettere di mangiare cibo animale o meno, perché offre uno sguardo diverso con pacatezza e senza estremismi. Un libro che non vuole convincere ma supportare una tesi molto sentita.



AGGIORNAMENTO del 12 giugno 2017

Dopo tanto tempo torno a rivisitare questa recensione perché non è stato messo in evidenza un fatto molto importante: in questo libro (o quanto meno nella nostra edizione) manca ogni riferimento bibliografico e certi passaggi mi lasciano perplesso in quanto non so giudicare se si parla di scienza o di semplici opinioni o scelte etiche. Sia le opinioni personali che le scelte etiche sono rispettabilissime, per carità, ma forse andrebbero separati meglio i dati oggettivi da quelli soggettivi.


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37 risposte

  1. Marina, davvero interessante! posso chiederti come le proponi i cereali? e le creme? mia figlia ha 6 mesi e si sta’ avvicinando ora al cibo. Noi siamo onnivori, ma vorrei cercare di non chiuderla nella routine pasta/carne bianca/rossa/pesce e farla variare e amare soluzioni alternative (anche per noi ovvio 😀 ) (io starei cercando di limitare l’uso della carne e pesce al minimo). Leggerti mi ha fatto venir voglia di chiederti ricette e idee e suggerimenti! Purtroppo non mi fa taggare 🙁

  2. Infine, le propongo sempre a rotazione un cucchiaino di creme di mandorle bianche, tahin, nocciole, all’inizio solo una puntina per testarne la tollerabilità e infatti ha avuto degli sfoghi le prime due volte, poi basta e allora via via è diventata la norma, circa un cucchiaino

  3. Andrea, comunque volevo precisare com’è la nostra dieta, perché ance con pochissime verdure è molto varia. Infatti, un vegetariano puó esserlo anche con poco consumo di verdure… Benché noi adulti invece ne mangiamo in adeguate quantità. Matilde fa assaggi di: legumi (lenticchie rosse decorticate, piselli secchi spezzati, recentemente anche ceci), cereali soprattutto sotto forma di pasta (per lo piú grano, farro, miglio, orzo, riso sotto forma di pastina “degli gnomi”…uso i mix chiamati “alimento degli gnomi” oltre che a paste tradizionali e Piú inusuali come 100% miglio) ogni tanto pseudo cereali (ha provato quinoa e amaranto), formaggi molli (in quantità ridotte), recentemente tuorlo d’uovo, centrifugati di frutta e carote (da me), tofu a volontà (direi.. A morsi!), seitan. Come verdure Le pacciono i broccoli, i cornetti, le patate, le zucchine e le carote, ma come dicevo tendo a dargliene pochissimo.

  4. Sí, l’ho scritto, ha 8 mesi e mi sono espressa male, mio marito non vorrebbe indurmi a toglierle il seno, dice solo di non andare in sbattimento se non la vedo mangiare perché le mamme comunemente tolgono la poppa per farli mangiare. Fabiana, invece di fare la spiritosa, troppa, quanto significa? In quali quantità? Per la vit. C lo facciamo già.

  5. La fibra “sequestra il ferro se e’ troppa, in ogni caso il ferro non eme delle verdure va abbinato alla vitamina c, e il sequestro e’ liberato!!

  6. che le fibre sequestrano il ferro non-eme e’ verissimo. ed e’ un rischio reale soprattutto per i figli di genitori macrobiotici che si ritrovano una dieta ad altissimo contenuto di fibre (adatta per un adulto e non per un bambino). tant’e’ che gli unici casi documentati di reali e rischiose carenze di ferro e vitamina b12 in bambini veg sono riconducibili ad un’alimentazione macrobiotica e non veg in senso piu’ “largo” (passatemi il termine).
    noi siamo stati da proietti all’anno di V e in realta’ dal vivo e’ molto meno schematico di quel che risulta nel libro. le quantita’ sono puramente indicative (come un libro, del resto) e le uniche indicazioni che ha dato a noi furono: cereali non integrali, grassi come olio di oliva e creme di frutta secca, poca verdura, pochi legumi,  e almeno 4 poppate di LM al giorno. quanto cibo non ha importanza, si regolera’ da se’, disse. e come non dargli ragione? 🙂
    ora V mangia tutto quello che c’e’ in tavola (come prima del resto), con l’unica accortezza che serviamo le verdure come contorno al secondo e non come prima portata, in modo che non si riempia solo di quelle per fame e poi non mangi il resto. infatti nessuno dice di NON mangiare verdure, ma solo di non eccedere con le fibre. che e’ tutta un’altra cosa ed e’ fattibilissimo anche per un vegetariano 🙂

  7. Marina Patanè, onestamente non so se mi preoccuperei più di tanto del ferro “sequestrato”. Se le percentuali fossero così drammatiche o il rischio di anemia così grande, l’informazione sarebbe più facilmente disponibile. Tra l’altro, se sei vegetariano non mangi carne, ma poi non puoi mangiare neanche le verdure perché ti levano il ferro, e allora cosa ti è rimasto… pasta con l’olio? Tu metti vicino a te tua figlia durante i pasti e falle assaggiare quello che c’è. A mio avviso l’aspetto conviviale del cibo e una dieta più varia possibile sono fattori (fino a prova contraria) assolutamente chiave e preponderanti.
    Non dici quanti mesi/anni ha tua figlia, ma tuo marito metterei un bel tappo in bocca. Quando tua figlia sarà pronta, sarà lei a smettere di ciucciare. C’è motivo di aver fretta? /Andrea

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