L’autosvezzamento, noto anche come “alimentazione complementare a richiesta” (ACR), è un approccio sempre più popolare nell’alimentazione dei neonati. Promuove l’idea che i bambini, piuttosto che seguire uno schema rigido di introduzione dei cibi, possano partecipare attivamente al processo di transizione dal latte materno o artificiale agli alimenti solidi. Secondo l’Accademia della Crusca che ha appena pubblicato un articolo sull’argomento dove forniscono una definizione di autosvezzamento, l’autosvezzamento rappresenta una modalità naturale e rispettosa delle esigenze del bambino, ponendo l’accento sull’autonomia e la curiosità del piccolo nell’esplorare il cibo.
L’origine del termine e il suo significato
Il termine “autosvezzamento” spesso viene considerato una traduzione dell’inglese “baby-led weaning” (BLW), coniato dalla consulente per l’infanzia britannica Gill Rapley, ma questo non è accurato in quanto i concetti sono diversi. L’Accademia della Crusca, istituzione prestigiosa e punto di riferimento per la lingua italiana, ha invece accolto il termine italiano riconoscendone la crescente diffusione e l’importanza nel contesto dell’alimentazione infantile. In italiano, la parola “svezzamento” indica il processo di abbandono del latte materno o artificiale in favore di cibi solidi. L’aggiunta del prefisso “auto-” sottolinea l’autonomia del bambino nel guidare questo processo.
Definizione di autosvezzamento
Nel neonato, il passaggio da un’alimentazione lattea a una solida, affidato all’autoregolazione del bambino.
Principi fondamentali dell’autosvezzamento
L’autosvezzamento si basa su alcuni principi chiave che rispettano i tempi e le inclinazioni del bambino:
1. Introduzione graduale e naturale dei cibi: Invece di seguire uno schema prestabilito, i genitori offrono al bambino una varietà di cibi sani, lasciandolo libero di esplorarli, toccarli e assaggiarli secondo il proprio ritmo e curiosità.
2. Partecipazione ai pasti familiari: Il bambino partecipa ai pasti della famiglia, seduto a tavola con gli adulti. Questo favorisce l’imitazione e l’apprendimento attraverso l’osservazione, rendendo il momento del pasto un’occasione di socializzazione.
3. Rispetto dei segnali di fame e sazietà: I genitori sono incoraggiati a osservare e rispettare i segnali del bambino, evitando di forzarlo a mangiare. Questo approccio promuove un rapporto sano con il cibo, basato sull’ascolto del proprio corpo.
4. Sicurezza e prevenzione del soffocamento: Gli alimenti offerti devono essere sicuri e adeguati per evitare rischi di soffocamento. Si consiglia di iniziare con cibi morbidi e di facile manipolazione, monitorando sempre il bambino durante i pasti.
Vantaggi dell’autosvezzamento
L’autosvezzamento presenta numerosi vantaggi che vanno oltre l’alimentazione stessa, influenzando positivamente lo sviluppo globale del bambino:
• Sviluppo delle competenze motorie e cognitive: Manipolare il cibo, portarlo alla bocca e masticare sono attività che stimolano lo sviluppo delle abilità motorie fini e la coordinazione occhio-mano.
• Promozione di una dieta equilibrata: Offrire una varietà di cibi fin dall’inizio contribuisce a formare abitudini alimentari sane e diversificate, riducendo il rischio di selettività alimentare in età successive.
• Autostima e indipendenza: Lasciare che il bambino decida cosa e quanto mangiare rafforza la sua autostima e il senso di indipendenza, fondamentali per la crescita emotiva.
Scelte del genitore o del bambino?
L’accademia della crusca mette in evidenza anche una contraddizione all’interno del mondo dell’autosvezzamento quando dicono:
dobbiamo considerare che il prefissoide auto-, in virtù del suo significato, imporrebbe la forma riflessiva autosvezzarsi, il cui soggetto è il neonato. Sebbene la forma riflessiva sia ben attestata, risulta molto diffusa pure quella attiva (che all’infinito ha addirittura più attestazioni della riflessiva): in questo secondo caso, in cui il soggetto è il genitore/tutore e il complemento oggetto il bambino, la diatesi riflette il fatto che, anche nel caso dell’autosvezzamento, molti passaggi e scelte sono comunque monitorati dal genitore.
Ho parlato a lungo in altri articoli su questo punto. A chi è all’inizio consiglio fortemente di riflettere su questo punto ad esempio leggendo l’articolo dove parlo di autosvezzamento… riflessivo. La differenza tra “Mio figlio si autosvezza” e “io automezzo mio figlio” è fondamentale.
Considerazioni finali e consigli pratici
L’Accademia della Crusca sottolinea che l’autosvezzamento non è un approccio rigido, ma una filosofia flessibile che può essere adattata alle esigenze di ogni famiglia. Ecco alcuni consigli pratici per implementarlo:
• Informarsi e prepararsi: Prima di iniziare, è utile informarsi sull’autosvezzamento attraverso libri, articoli e consulti con pediatri e nutrizionisti.
• Creare un ambiente sicuro: Assicurarsi che il bambino sia sempre seduto in una posizione sicura e stabile durante i pasti, utilizzando un seggiolone adeguato.
• Essere pazienti e positivi: Il processo di autosvezzamento può richiedere tempo e pazienza. È importante mantenere un atteggiamento positivo e incoraggiante, senza forzare il bambino a mangiare.
In conclusione, l’autosvezzamento rappresenta una modalità rispettosa e naturale di introduzione ai cibi solidi, che valorizza l’autonomia e le capacità del bambino. L’Accademia della Crusca ne riconosce l’importanza e la rilevanza nel contesto attuale, invitando le famiglie a considerare questo approccio per favorire uno sviluppo sano e armonioso.
Se avete ancora domande o se siete agli inizi, allora vi consiglio di leggere l’articolo con le domande più comuni sull’autosvezzamento.