Ok so la teoria, ho letto Autosvezzamento per tutti, ho visitato il sito e ho capito tutto. Quello che ancora sul quale sono incerto e qual è la PRIMA cosa da fare? Com’è che effettivamente inizio?
Questa è una domanda alla quale mi trovo a rispondere non dico tutti i giorni, ma tre volte al giorno! Sembra essere l’ostacolo maggiore che hanno i genitori che si approcciano per la prima volta all’alimentazione complementare a richiesta. E il problema dov’è? Al solito nel concetto di “richiesta”, e in una malattia molto virulenta, la primo-figlio-lite.
Supponendo che non abbiate già chiuso questa pagina per cercarne una dove trovate le risposte di cui PENSATE di avere bisogno, datemi pochi, pochissimi minuti del vostro tempo per spiegarvi perché porsi questa domanda sia… inutile, e magari trovate la maniera di risolvere il problema del “Come iniziare” e vaccinarvi contro la primo-figlio-lite.
Neanche a dirlo siamo tutti figli di uno svezzamento tabellare e medicalizzato. Anche oggi la maggior parte dei pediatri la prima cosa che fa è darti la tabella con il calendario che dice oggi facciamo questo, domani facciamo quello, dopo domani facciamo quell’altro, e ciao. Nel nostro immaginario ci sono dei passi da fare che sono uguali per tutti, anche nell’autosvezzamento, nonostante questo serva proprio a ricordarti che i bambini sono tutti diversi! I passi da fare uguali per tutti non possono esistere perché i bambini, come gli adulti, hanno comportamenti che sono individuali. Non è possibile pensare che ci sia una ricetta, un metodo, un modo di iniziare valido per tutti.
Di solito io come rispondo a, “qual è la prima cosa che faccio?” L’unico modo sensato e onesto per aiutare chi cerca queso tipo di informazioni è ricordare a chi mi parla che, tu, genitore non fai niente di particolare, perché quello che deve “fare” è il bambino. Se proprio vuoi qualcosa da fare, metti tua figlia a tavola quando tu sei a tavola, assumendo che non dorma, ricordiamo il proverbio “bambin che dorme non si sveglia!” In altre parole, guarda tuo figlio e capisci quali sono i segnali che manda.
Per cui io aspetterei che il bambino ci dia un’indicazione chiara che vuole effettivamente qualcosa, oppure lo lasciamo pescare dal nostro piatto – portando pazienza lo so non è ideale avere delle micromanine che ci intrugliano il piatto, ma dura poco. Lasciamo che il bambino ci segnali che LUI è pronto a voler iniziare. Come ce ne rendiamo conto? Di solito è abbastanza ovvio… il bambino allunga le mani o prova a prenderci qualcosa o guarda con insistenza. In sostanza, ti segnala che anche lui vuole partecipare al tuo gioco. Quando succederà tutto questo? Non lo so, non sono un indovino. DI MEDIA, intorno ai 6 mesi, ma può essere prima come dopo, come molto prima, come molto dopo.
Gli mettiamo a disposizione un piattino con un po’ di cibo?
Onestamente direi di no: il piattino non fa altro che mettere pressione sul genitore, perché vede che il contenuto del piattino magari non viene mangiato, e fornisce una tentazione fortissima al bambino di far volare il piatto. Quindi piattino direi di no, ma non è certo una legge: magari per qualcuno questa è la soluzione migliore. Personalmente metterei davanti al bimbo un boccone di cibo che ho preso dal mio piatto, ma uno di numero.
Quindi che faccio all’atto pratico, lo aiuto tenendogli qualcosa in mano?
Non è che sia vietato dalla legge fare una cosa del genere, però poi finisce che tu prendi un alberello di broccolo, lo tieni con la mano e il bambino non sa cosa farsene, non è interessato; quello che è interessato è il genitore. L’unica cosa da fare all’inizio, il primo passo che io devo fare, è guardare mio figlio e cercare di capire quali sono i suoi interessi. Non è che da un giorno all’altro ti trovi con una cambiale scadenza, che se non mangia casca il mondo, e quante volte l’ho sentito (nel video vedi un breve filmato che ti fa vedere un bambino che fa così).
Facciamo un esempio, quando il bambino inizia a camminare il genitore che fa? Niente, perché aspetta che il bambino si tiri su. Non è che dice “oggi hai compiuto 9 mesi per cui ci tiriamo su,” oppure “oggi hai ancora 8 mesi per cui NON ti tiri su, è troppo presto.” Il bambino comincia a tirarsi su quando lo ritiene più opportuno, poi cascherà, poi si tirerà su di nuovo, poi comincerà a provare a fare i primi passi, e così via. Il punto è che fa tutto il bambino. Per quanto riguarda il camminare i bambini sono fortunati perché i piedi sono hanno attaccati al corpo, non gli devi dare tu, per cui possono fare tutto da soli. Il cibo purtroppo glielo devono dare i genitori, e questo crea una specie di barriera perché il genitore si trova così quasi in dovere a fare qualcosa di specifico. Però diciamoci la verità questo è il sintomo di una malattia molto nota, la prima-figlio-lite che però, e questa è la buona notizia, passa da sola quando arriva il secondo figlio specialmente se il secondo figlio è sufficientemente vicino al primo. Si dice che il tempo guarisce tutto? Beh, in questo caso è la mancanza di tempo a fare miracoli! (oppure il genitore si è reso conto che tutte quelle menate che si è fatto con il primo figlio erano una perdita di tempo.)
Di tanto in tanto mi mandano anche dei video per chiedermi se il bimbo del filmato ha perso o meno il riflesso di estrusione (anche qui, esempio nel video), che, vi ricordo, è quello che fa sputare il cibo non appena entra in bocca, ovvero quello che alcuni operatori sanitari diversamente informati tuttora chiamano “abituare al cucchiaino”. In questi casi la mia risposta è che il genitore non se ne fa niente di questa informazione perché non è lui che deve cercare di far mangiare il proprio figlio, ma è il proprio figlio a chiedere di mangiare. Spesso vedo bambini che ciucciano avidamente: se il riflesso di estrusione è ancora forte, allora non potrà far altro che ciucciare e sputare, ma va bene. Metti che il bambino vuole ciucciare qualcosa perché… gli girà così, ottimo, facciamogli ciucciare un pezzo di pasta o della carne o quello che è. Una volta che ha fatto ce la risputerà. Mano mano che il riflesso si affievolisce, le cose cambieranno. Proprio come quando impara a camminare… non lo so se tuo figlio è pronto. Solo lui lo sa, e lo scopre… provando.
Quindi qual è il primo cibo che metto davanti a mio figlio?
Non lo so, quello che c’è quel giorno a tavola, qualunque cosa essa sia. Possono essere… i maccheroni, o il pollo alla cacciatora, o le patate con il finocchio. Non c’è una cosa giusta o una cosa sbagliata, né c’è una cosa che vale per tutti. Scordiamoci l’idea di “primo pasto”, di “primo cibo”, di “primo questo primo quello” che sono solo retaggi di uno svezzamento medicalizzato e tabellare.
Ma io ho bisogno di sapere perché non mi sento sicuro. In più ho paura di mio figlio si soffochi.
Intendiamoci, capisco benissimo chi pone queste domande e ci siamo passati più o meno tutti – tutti abbiamo fatto la primo-figlio-lite – ma non posso darvi una risposta che non esiste. Ogni bambino è diverso dall’altro. Chi ha più bambini se ne reso già conto, è impossibile dare una ricetta valida per tutti, esattamente come è impossibile dare uno schemino per lo svezzamento valido per tutti.
Per dire, la mia prima figlia ha cominciato a sei mesi con delle verdure bollite perché NOI eravamo pronti (caso tipico di primo-figlio-lite), mentre lei avrebbe tranquillamente aspettato. La seconda ha iniziato invece a cinque mesi: ci prese dalle mani un pezzo di mela per succhiarselo con gusto, e così è andata avanti ogni tanto ciucciando qualcosa che trovava a portata di mano, fino a circa i 6 mesi e mezzo quando, dall’oggi al domani, ha cominciato a mangiare come un camionista… Due figlie, stessi genitori, stesso tutto, ma comportamenti diversissimi. Quindi l’unica cosa da fare è guardare tua figlia, e cercare di capire quali sono le indicazioni che ti manda per assisterla, se necessario. Il compito del genitore in queste fasi è di assecondare, di facilitare; tutto qua. Lo so che è difficile specialmente se non hai esperienza di prima mano, però ti assicuro che con il tempo diventa più facile.
Possibile che dopo tanti anni di autosvezzamento.it l’unica cosa che mi sai dire sul COME inizio è un “boh”? Allora sto da capo a dodici!
Secondo me no, perché dopo tanti anni di discussioni con i genitori e con esperti del settore mi sono convinto che i veri esperti sul “come fare” per gestire una nuova vita sono proprio i genitori ai quali, invece di instillargli dubbi, va dato supporto, sostegno, ma soprattutto fiducia. Tu genitore che vedi i miei video in cerca di risposte, ti dico che le risposte, con tutta probabilità, le hai già e sono davanti a te. Devi avere solo sufficiente fiducia in te stesso per aprire gli occhi e vederle – e scusate se è poco!
A te che ci sei già passato invece, mi raccomando, racconta la TUA esperienza e come hai risolto i TUOI dubbi, così chi verrà dopo di te si renderà conto che gli inizi dello svezzamento sono tanti quanti sono i bambini. Così abbiamo esaurito quello che accade il PRIMO giorno; e i seguenti? Beh, di quelli me ne occuperò in un altro video, ma sono più facili perché il più è fatto. Ciao, commenta, e alla prossima!
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