Devo riconoscere che mi sento un po’ in colpa… (s)parlare del baby food è un po’ come sparare sulla croce rossa. 😀 Basta guardare sul sito web di una marca a caso e passare cinque minuti a controllare la veridicità delle rivendicazioni che ci spacciano per oro colato, che queste assumono un aspetto quasi grottesco. Il problema è che in tantissimi ci credono, convinti da un’opera sapiente di marketing: fare leva sulle paure e i timori che i genitori, principalmente quelli alle prime armi, si trovano a dover affrontare è sempre una strategia “vincente”. Chiaramente i biscotti per l’infanzia non rappresentano l’eccezione alla regola, per cui…
Oggi parliamo del famigerato “biscottino”.
Se facessimo un sondaggio e chiedessimo,
Quali biscotti, tra quelli “per adulti” e gli specifici biscotti per l’infanzia sono più adatti per un bambino, diciamo, di sei mesi?”
scommetto che la maggior parte delle persone risponderebbe, senza esitare, quelli specifici. Dopo tutto i biscotti “per adulti” sono pieni di zuccheri, grassi misteriosi e chissà cos’altro.
Di recente in una discussione su Facebook dove mi è venuto spontaneo stroncare l’uso dei “biscottini” mi è stato ricordato che intere generazioni di bambini ci sono cresciute e che sono davvero un bacchettone su questo argomento. Posso senz’altro confermare che entrambi questi fatti corrispondono alla realtà. 🙂
Per quanto mi riguarda sono contrario al “biscottino”, già il termine mi dà l’orticaria, sempre e comunque. Capisco però che molti genitori che lo usano si sentano punti sul vivo quando leggono queste cose per cui vediamo di approfondire l’argomento. Con questo articolo spero di riuscire a spiegare i motivi di tanta antipatia e magari convincere uno o due genitori a guardare i biscotti per l’infanzia con occhi più critici.
Preciso che i biscotti per l’infanzia non sono certo l’unico tipo di baby food che va analizzato più in profondità e probabilmente non è neanche tra i peggiori tra quelli in commercio.
Per saperne di più su omogeneizzati, liofilizzati, formaggini, tisane, ecc. leggete i vari articoli dedicati e La questione cibo.
1- Gli ingredienti dei biscotti per l’infanzia
Voglio proporvi il confronto, che forse alcuni troveranno addirittura blasfemo, tra gli Oro Saiwa, che è la mia marca preferita di biscotti secchi – e i biscotti Plasmon consigliati dai 6 mesi in su (questi ultimi sono stati selezionati a caso).
A sinistra trovate gli ingredienti del biscotto Plasmon, a destra quelli degli oro Saiwa.
Adesso giochiamo a “trova le 10 piccole differenze”: quali sono le differenze tra questi due prodotti? Onestamente non ne vedo, anzi mi sembrano quasi identici. Ora che l’olio di palma è tabù sono scomparse tutte le varie diciture che probabilmente aiutavano a celarlo ed sono rimasti l’olio di girasole e di oliva.
Entrambi poi contengono “aromi”, dei quali abbiamo già parlato in passato, che ricordo:
sono di origine artificiale, ovvero sono prodotti di sintesi chimica, come per esempio la vanillina che non ha nulla a che vedere con la vaniglia, oppure l’aroma di fragola che di certo non deriva dal frutto della fragola.
Niente di male in tutto ciò, per carità, però serve a sottolineare che le differenze tra i biscotti “specialistici” e quelli “normali” bisogna cercarle con il lanternino.
Infine guardiamo lo zucchero, ma per far questo ci servono le tabella nutrizionali:
In questo caso la differenza è senz’altro notevole… Questa volta facciamo le cose a occhio e senza fare tanti conti complicati, dopo tutto abbiamo già parlato ampiamente degli zuccheri aggiunti che si trovano in abbondanza in articoli di baby food quali lo yogurt e le merende allo yogurt e le tisane per bambini e di come calcolarli. Diciamo che in entrambi i casi gli zuccheri naturalmente presenti sono circa 2 g per 100 g di prodotto dato che la farina da sola ne contiene 1,5 g circa. Ciò vuol dire che gli Oro Saiwa contengono circa 18 g di zuccheri aggiunti per 100 g di prodotto su 20 g totali (quantità che è aumentata negli anni, in quanto intorno al 2015, l’ultima volta che ho controllato, ne conteneva 18,5), mentre i Plasmon addirittura 21 g, su 23 totali (in questo caso la quantità è leggermente diminuita perché in passato ne contenevano 25 g). Quindi un biscotto Plasmon, pesando 5 g, conterrà circa 1,15 g di zucchero aggiunto, contro l’oro Saiwa che ne conterrà approssimativamente 1 g. Tanto per dare un contesto a tutti questi numeri, tempo fa su Facebook una madre diceva che nel biberon del bambino metteva 6 biscottini, e poi gliene dava da mangiare altri 6 TUTTI i giorni (e ora era preoccupata perché non li voleva più…); facendo due conti, il bambino prendeva 15 g di zucchero, equivalente a 3 bustine del bar, solo dai biscottini, TUTTI I GIORNI.
In caso qualcuno fosse curioso, i Gran Turchese contengono 26 g di zucchero per 100 g di prodotto (l’informazione non l’ho trovata sul loro sito, ma è facilmente reperibile in rete), mentre i Gentilini Osvego 19 g e le Macine del Mulino Bianco, 19 g (queste sono le prime tre marche che mi siano venute in mente).
Quindi, riassumendo,
- Gli Oro Saiwa contengono (tra le altre cose) zucchero, olio vegetale, e aromi
- I biscotti Plasmon dai 6 mesi in poi contengono (tra le altre cose) più zucchero, olio vegetale, e aromi
Qualcuno obietterà che il baby food è più controllato, più sicuro, ecc. ecc. Non discuto che lo zucchero e l’olio vegetale provengano da coltivazioni lontano da fonti d’inquinamento, siano le migliori possibili e così via, ma, per buoni che siano, rimane il fatto che si parla pur sempre di zucchero e olio vegetale…
Fino a poco tempo fa sul sito della Plasmon si trovavano anche i consigli della pediatra arancione (che poi per decenza devono aver pensionato…). Mi ero appuntato quello che diceva (il grassetto è il mio):
(Mamma,) presta attenzione alla qualità. I biscotti frollini ad esempio contengono grassi saturi e zucchero e non è bene abituare il bambino ad alimenti troppo dolci e ipercalorici. I biscotti per l’infanzia, invece, hanno ricette che sono adeguate nei componenti e offrono garanzie per la qualità delle materie prime.
A me sembra il caso del bue che dice cornuto all’asino 🙂
2- Alimentazione forzata
Disclaimer:
Prima che di continuare a leggere, ricordo, come se ce ne fosse bisogno, che lo scopo di questo pezzo è di far riflettere i genitori e non di far sentire in colpa nessuno.
Cito alcuni interventi provenienti, al solito, dalla nostra pagina Facebook.
- A mia figlia grande, che ora è adulta, ho dato il biscotto granulato nel latte a 2 mesi, ma pesava quasi 7 Kg a quell’età (ne pesava più di 4 alla nascita) e non si saziava con il solo latte… giusto o no devo dire che si saziava di più e non ha mai avuto problemi
- Noi latte artificiale zero, ma li usiamo lo stesso su indicazione del pediatra perché sono ipercalorici e lui che è sempre in movimento ha bisogno di almeno 1000 Kcal al giorno altrimenti dimagrisce invece di ingrassare.
- È presto per il biscottino? La pediatra mi ha detto solo mattina e sera, ma a G. il latte senza non piace più.
Ogni bambino è diverso dall’altro. La mia non ne beve tanto, max 150 ml, quindi ho pensato, visto che lo digerisce bene, di mettere un po’ di biscotto granulato senza né uovo né glutine; poco, ma più nutriente.
Di nuovo, spesso incoraggiati dal pediatra, si parte dal presupposto che NOI sappiamo quanto debba mangiare il bambino, per cui gli infiliamo di nascosto il biscotto nel latte. Il bello è che il biscotto sembra la panacea per tutti i mali: se tuo figlio è un mangione o mangia poco, se è piccolo o grande, se sta sempre in movimento o … (non so trovare l’alternativa… avete mai visto un bambino che non si muove?), il biscotto è la soluzione. Nella seconda citazione il biscotto viene dato in mano da mangiare, quindi il bambino quanto meno può effettuare una scelta se mangiarlo o meno, ma negli altri casi si parla di biscotto sciolto nel biberon e questo, temo, non va bene in quanto per certi versi è una forma di alimentazione forzata.
Vediamo cosa dice l’AAP (American Academy of Pediatrics) sull’argomento. Preciso che in America e nei paesi anglosassoni in generale il “biscottino” da sciogliere nel latte è sconosciuto. Invece loro usano dei cereali che si sciolgono. Da notare che i cereali, o il baby riso, utilizzati hanno praticamente lo stesso contenuto calorico del biscotto Plasmon, quindi il paragone sicuramente è valido.
Forse la ragione più importante per non aggiungere i cereali nel biberon troppo a cuor leggero è collegata al rischio di sovralimentazione. Istintivamente il bambino sa quanto latte materno o formulato ha mangiato in base al volume ingerito e non all’apporto calorico. Se da una parte è vero che è difficile sovralimentare un bambino, questo vale solo se si parla esclusivamente di latte, materno o formulato che sia. Non appena vi si aggiungono i cereali le cose diventano poco chiare, anzi talmente poco chiare che per taluni mettere cereali nel biberon equivale ad alimentare forzatamente il bambino facendogli fare un’overdose di calorie.
In altre parole, io genitore ho deciso che mio figlio non mangia abbastanza per i suoi bisogni, quindi gli metto del cibo extra nel biberon che lui manderà giù senza accorgersene in quanto il volume totale sarà pressoché identico. Tuttavia l’altro lato della medaglia è che
- il bambino si abituerà a un gusto diverso nel latte, per cui non ci sarà da stupirsi se poi non vorrà più il latte senza biscotto
- se all’inizio sei riuscito a “ingannare” il bambino facendolo mangiare di più di quanto non si aspettasse, dopo un po’ si abituerà e capirà che mezzo biberon gli basta e non ne prenderà altro, per cui per ottenere l’effetto desiderato (farlo dormire la notte?) bisognerà aumentare la dose di biscotto (magari lamentandosi che durante il giorno il bambino non mangia).
L’AAP ci ricorda inoltre che:
Il sistema digestivo del bambino non si considera pronto per processare cereali fino a 4-6 mesi di età; ma quando è sufficientemente grande per digerirli, è anche sufficientemente grande per mangiarli usando un cucchiaino.
Esporre i bambini ai solidi prima dei 4 mesi può causare lo sviluppo di allergie in futuro. Questo rischio viene minimizzato semplicemente aspettando fino a 4-6 mesi.
Inoltre mi chiedo, ma i bambini allattati come fanno senza biscotto sciolto nel latte?
3- Vitamine e minerali contenuti nei biscotti per l’infanzia
Uno delle cose che differenziano i biscotti “normali” da quelli “per l’infanzia” è che questi ultimi sono addizionati con vitamine e minerali.
Per comodità riporto di nuovo la parte rilevante della tabella nutrizionale:
La domanda cruciale è se queste integrazioni di vitamine e minerali siano necessarie o meno.
In Italia non c’è una raccomandazione generale riguardo l’assunzione di vitamine o minerali nella prima infanzia, così ogni pediatra consiglia più o meno come gli pare. Nel Regno Unito le linee guida sono state recentemente cambiate e ora affermano che che nei bambini da 1 a 5 anni sono consigliate le integrazione di vitamine A, C e D. La D sembra essere la più importante in quanto si assume praticamente solo tramite l’esposizione al sole ed è presente solo in pochissimi cibi, per cui se si vive al nord o se si passa molto tempo al coperto, ci potrebbe essere rischio di carenza. Per quanto riguarda la A e la C invece il problema è potenzialmente presente solo se il bambino è schizzinoso. Se però il bambino prende latte di crescita o di proseguimento, non c’è bisogno di integrazioni in quanto già presenti nel latte stesso.
Se guardiamo la tabella nutrizionale dei biscotti Plasmon notiamo che c’è solo la vitamina A, mentre mancano la C e la D. Quindi i biscotti non ci aiutano contro la carenza di queste vitamine.
Inoltre, consultando la tabella nutrizionale di un latte di proseguimento qualsiasi, nel nostro caso Aptamil 2 (anche se utilizzano caratteri microscopici), notiamo che tutte le vitamine presenti nei biscotti, già sono contenute nel latte, rendendone quindi inutile l’ulteriore integrazione, assieme, come già detto alla A, C e D.
Inoltre non dimentichiamo che non vanno mai prese troppo vitamine.
Inoltre dopo i sei mesi il bambino comincerà ad assumere un’alimentazione più o meno varia, da cui potrà ricavare le vitamine e i minerali presenti nei biscotti. Ad esempio il gruppo di vitamine B si trova in tutta una serie di alimento quali ortaggi, patate, tonno, ecc. Oppure una semplice mela senza buccia contiene vitamina A, C, nonché la B1 e la B2.
Conclusioni
Quali sono i vantaggi legati ai biscotti per l’infanzia?
Di certo non il prezzo in quanto una confezione di Plasmon in offerta speciale costa dai 4 (se ne compri circa 2Kg) ai 7€ al Kg; forse altre marche costano meno… non lo so. Gli Oro Saiwa costano circa €4/kg a prezzo normale.
Non la composizione, in quanto, nonostante tutti le materie prime provengano da oasi paradisiache, fatico a vedere la differenza che c’è con i biscotti “normali. Dopo tutto la farina quella è, gli oli vegetali quelli sono e lo zucchero, anche se viene da un altro pianeta, sempre zucchero è.
Non il fatto che siano solubili nel latte in quanto potrebbero tentare i genitori a mettere il biscotto nel biberon del figlio.
Non nel fatto che siano addizionati con vitamine, in quanto un alimentazione varia già ne fornisce in abbondanza (per non parlare del caso in cui il bambino prenda latte formulato).
Quindi se volete dar da mangiare un biscotto a vostro figlio, non c’è nessun problema, dopo tutto è un alimento come un altro. Se invece vi chiedete quale sia il biscotto più adatto per un neonato, basate la scelta seguendo i vostri gusti e valutando gli ingredienti che contiene.
Infine ricordate sempre che:
- il biscotto va dato in mano così, se il bambino davvero lo vuole, se lo può mangiare da solo
- non pensate che i biscotti per la prima infanzia siano poi così super-buoni
Se volete saperne di più su un determinato baby food, trovate tutti gli articoli nella categoria “baby food”.
250 risposte
a parte che non voglio manco sapere in cosa consista la “particolare ricetta che ne aumenta la solubilità”. i biscotti che contengono solo quello che dovrebbe stare dentro ai biscotti non si sciolgono neanche a pistolettate…
mia figlia mangia il pane (anche non fatto in casa) dall’inizio dell’autosvezzamento, devo fare le analisi per vedere se ha carenze di biscotti?
ah, la forza dell’autoconvincimento (non ho il tempo di fare il piccolo mugnaio bianco allora tanto vale dare la segatura con gli aromi)
mia figlia mangia il pane (anche non fatto in casa) dall’inizio dell’autosvezzamento, devo fare le analisi per vedere se ha carenze di biscotti?
ah, la forza dell’autoconvincimento (non ho il tempo di fare il piccolo mugnaio bianco allora tanto vale dare la segatura con gli aromi)
mia figlia mangia il pane (anche non fatto in casa) dall’inizio dell’autosvezzamento, devo fare le analisi per vedere se ha carenze di biscotti?
ah, la forza dell’autoconvincimento (non ho il tempo di fare il piccolo mugnaio bianco allora tanto vale dare la segatura con gli aromi)
Scrivono dal quarto mese per aumentare la fetta di clienti e quindi le vendite.
su tutti gli omogeneizati c’è scritto ” dal 4° mese”!!!
Della serie “io dico no ai biscottini mellin, ma si alle patatine fritte”.
Hahahagahahahahahahahahagahgahahahaha
Della serie “io dico no ai biscottini mellin, ma si alle patatine fritte”.
Hahahagahahahahahahahahagahgahahahaha
Ma xche’ pensate che una mamma scellerata voglia nascondere biscotti nel latte pur di rifilarne ai loro figli. E’ un idea alquanto balorda. Premetto che io ho messo uno o due biscottini nell’ultima bottiglia notturna x qualche sera con la speranza che nn si svegliasse piu’ nel cuore della notte. Poi ho visto che nn cambiava niente nn ce l’ho messo piu’. Adesso ogni tanto gliene faccio ciucciare uno. Ma mai andrei a pensare una cosa del genere di una mamma. Se me lo spiegate questo concetto xche’ io nn l’ho capito.
A proposito, grazie al vostro articolo sulla composizione del biscotto ho fugato i dubbi della nonna a proposito della genuinità della sua pasta frolla, fatta DAVVERO di farina uova burro e zucchero… E BASTA!!!