Ma guarda che bello questo bambino. Tutti questi adorabili rotolini di grasso; queste belle guanciotte. Si vede proprio che sta bene, che è un bambino in salute, che è un bambino a cui piace mangiare! Altro che bambino sovrappeso!
Chi di noi non ha pensato così; chi di noi non l’ha detto ai figli di un amico o di un parente? Chi non ha pensato, “ma perché io non sono così fortunato?”
Non so voi ma io quando vado al mare, e sono almeno due anni che ci faccio caso, rimango sempre più scioccato dal numero esorbitante di bambini che sono sovrappeso o addirittura chiaramente obesi. Il collegamento tra bambini e obesità è purtroppo ovvi: ho visto con i miei occhi bambini in età scolare o anche prescolare che avevano bisogno del reggiseno perché avevano le t**** indifferentemente dal fatto che fossero maschi o femmine. Erano talmente sovrappeso che gli pendevano. Volevo fare le foto, ma poi ho desistito. Dopo tutto avete esempi dovunque vi girate, per cui non ho bisogno di fare body shaming. L’altro fatto impressionante è, appunto, il numero di questi bambini: sono tantissimi, tant’è che viene il sospetto che siano quasi di più quelli sovrappeso rispetto a quelli normopeso.
Dove trovi un bambino sovrappeso?
Interessante è uno studio che ha fatto l’oms e pubblicato nel 2022 dove hanno fatto vedere che poco meno del 40% dei bambini italiani tra i 7-9 anni sono sovrappeso o obesi. Il problema sembra legato al sud Europa, di fatti, tra le nazioni che hanno partecipato allo studio, Spagna, Cipro, Grecia e Italia risultano le più colpite. Questi numeri non sono una novità in quanto dati simili sono stati già riportati in altri studi precedenti e citati sia dal Ministero della salute che dall’Istituto Superiore della Sanità. Però il fatto che ben più di 1/3 dei nostri bambini sia sovrappeso vuol dire che in molti avranno riveduto come interpretare il termine normopeso. Mi chiedo, quanti sono i genitori che si rendono conto che i loro figli sono sovrappeso o obesi? Secondo me meno di quanto uno non si immagini appunto perché essere sovrappeso è talmente normalizzato specialmente nelle fasce di giovanissimi, che diventa quasi il nuovo normale. Dopo tutto se tuo figlio mangia tanto, è tutta salute…
Quello che state leggendo è la trascrizione del video (che trovate qui) uscito l’altro giorno sul canale YouTube.
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Ma quello che mi interessa è, c’è un collegamento tra l’essere sovrappeso e il tipo di svezzamento effettuato? Questa è una cosa estremamente azzardata da dire. Posso solo accennare che è stato fatto uno studio in Nuova Zelanda dove hanno paragonato i bambini svezzati in maniera, diciamo, tradizionale alla neozelandese, e una versione modificata di baby led weaning, che possiamo approssimare a un derivato dell’autosvezzamento. E in quel caso si è notato che non ci sono differenze di peso fino a 2 anni. Cosa succeda dopo… non si sa. Però la cosa importante da notare è che questo è uno studio fatto in Nuova Zelanda, quindi è inserito in una realtà che non necessariamente equivale alla nostra.
(Aggiungo tra parentesi che se è vero che c’è un collegamento tra autosvezzamento e “snellezza” questo rappresenta un di più, e non ci vuole certo questo beneficio per convertirmi all’autosvezzamento.)
In Italia siamo ossessionati con il cibo: basta andare dalla zia Adelina e l’insulto peggiore che le puoi fare è non finire il piatto di lasagne, l’abbacchio di secondo, le patate arrosto e magari la torta al cioccolato. Faccio presente che ognuno ha le sue ossessioni: se in Italia siamo fissati con il cibo, per esempio nel Regno Unito, dove vivo, sono ossessionati con l’alcol. Se fai un pranzo di nozze, in Italia la cosa fondamentale è il menu; nel Regno Unito invece è se c’è un free bar e la quantità di alcol che è a disposizione.
Una cosa però è certa: l’omogeneizzato non può essere la causa più importante dell’obesità; ok, è un piatto pronto, è industriale, però non è quella la causa scatenante. Non facciamo l’errore di correlare “bambini e obesità” e “baby food”. Quello su cui invece bisogna lavorare è il nostro approccio verso il cibo. Invece di concentrarci su quello che mangiano i bambini, esaminiamo quello che diciamo e quello che facciamo NOI Congratularsi con il bambino perché finisce tutto il piatto; insistere che il bambino finisca tutto il piatto; forzare il bambino a finire tutto il piatto non è ben più dannoso di qualunque altra cosa che possiamo fare o dare da mangiare?
Chiaramente l’obesità scaturisce da tutta una serie di cause; le più semplici sono la sedentarietà e l’accesso sempre maggiore è sempre più a buon mercato al junk-food. Il junk food ci circonda e ci assale da ogni dove, però si potrebbe arginarlo se noi come genitori avessimo un modo di pensare più da autosvezzamento, se cominciassimo a curare la nostra alimentazione, e se cominciassimo da subito, dalla nascita, dall’allattamento a vedere il bambino come una persona competente che sa quanto mangiare; ma allo stesso tempo chiarendo che, passata la fase dell’allattamento che, nel grande schema delle cose, è molto breve, si mangia a determinate ore e si sceglie tra quello che c’è a tavola.
La nostra interferenza su quanto mangia nostro figlio può solo far danni. Il problema è che credere che il bambino NON sia competente è un modo di pensare talmente diffuso e normalizzato che si applica a tutte le situazioni e a tutti i bambini. Il genitore spesso si sente in colpa se non ha il frigo e la dispensa pieni e aperti a tutte le ore del giorno e della notte, per non parlare del comportamento che vediamo negli altri genitori e che influenzano le nostre scelte. Dopo tutto nessuno vuol essere il genitore che priva il figlio di cose “base”…
Ma mio figlio è magro come uno stecco; se non lo faccio mangiare di sicuro scompare!
No, questa è una stupidaggine; sono sicuro che il bambino sarà sempre e comunque lo stesso stecco anche se non stai lì a farlo mangiare; di sicuro non scompare.
Il punto è che il genitore si sente giustificato a decidere come e cosa debba mangiare il proprio figlio in quanto… lo fanno tutti. Ed è invece proprio questo modo di pensare che va combattuto. Concentriamoci invece sui bambini che vengono elogiati quando mangiano troppo o troppo poco; sui bambini che mangiano per noia; o su quelli per cui il cibo è un premio o una punizione.
In un altro articolo vi ho parlato della “Divisione delle responsabilità” e vi consiglio caldamente di leggerlo per trovare un modo FATTIBILE per uscire da questo circolo vizioso.
Ci sono state generazioni e generazioni di bambini sottoposti a svezzamenti tradizionali medicalizzati (di autosvezzamento non si parlava prorpio); anche se la pratica si è trasformata nel corso dei decenni, la sostanza sempre quella è, ovvero il terzo, che può essere il genitore, il pediatra, la rivista per bambini o quello che preferite è colui che SA quanto e cosa debba mangiare NOSTRO figlio, e non parlo di un qualche bambino generico, ma proprio di TUO o di MIO figlio. Se questo ragionamento è corretto perché non siamo circondati da fusti? Perché vedo TANTI bambini sovrappeso? Perché ci sono così tanti bambini obesi? E perché i genitori di oggi non hanno fisici da decatleti alti un metro e novanta con le spallone e i muscoli? In fondo siamo più o meno tutti cresciuti così, quindi se questo atteggiamento andava così bene perché non ha fornito i frutti che sarebbe stato lecito aspettarsi? Il problema non è il baby food, ma il nostro atteggiamento – che a sua volta favorisce la distribuzione di baby food e così innesca un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.
Possiamo limitare l’accesso al junk food, ad esempio alla merendina a tutti i costi, al succo di frutta o alla bibita gassata sempre in frigo, però la cosa più importante è lavorare su noi stessi. Dobbiamo modificare il nostro modo di pensare e il nostro modo di approcciarci al cibo. Limitare l’accesso al junk food è sicuramente un buon punto di partenza, però è inutile limitare il junkfood se NOI abbiamo una mentalità da junk food mangiando quello che capita, quando capita, senza badarci, e magari non mangiare verdura o pesce perché… ci fa schifo. Fin da subito dobbiamo ricordarci che nostro figlio è competente, sa quanto deve mangiare; noi quello che POSSIAMO fare è aiutarlo a fare delle scelte migliori usando noi stessi come esempio. Se noi per primi mangiamo in maniera smodata i nostri figli faranno lo stesso; se noi mangiamo in maniera disordinata, per loro quello sarà un atteggiamento naturale. Non ha senso cercare di migliorare il cibo se prima non limitiamo il junk food che abbiamo in testa; questa è la cosa più importante, l’aspetto chiave sul quale dobbiamo lavorare.
Una volta che riusciamo a limitare il junk-food che produciamo con la nostra mente, col nostro atteggiamento, con il nostro comportamento il resto sarà più facilmente gestibile. Poi ovviamente incoraggiamo i nostri figli a fare moto, senza il quale non si va da nessuna parte, e, a mio avviso, l’epidemia di obesità migliorerà. Ma dobbiamo farlo tutti in quanto è un problema di salute pubblica che ci coinvolge tutti indistintamente. Se la norma è essere sovrappeso non ci sono santi che tengano, tuo figlio e te stesso diventerete sovrappeso quasi per simbiosi senza accorgervene. Certo, l’ambiente che ci circonda è purtroppo quello che è, ma se NOI non facciamo qualcosa e invece ci arrendiamo, ecco che saremo sconfitti in partenza, e con noi chi ci sta intorno, e rischieremo di finire a comprare un reggiseno ai nostri figli. Di certo non è un compito facile, ma lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli.
Ciao e alla prossima!