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I frutti di mare svezzamento autosvezzamentoRiporto parte di una chiacchierata che facemmo un paio di anni fa con Lucio Piermarini sul tema crostacei, allergie nello svezzamento, alimenti allergenici, cosa mangiare e quando.

AUTOSVEZZAMENTO.IT: In un discussione sulle allergie nello svezzamento leggo: “è imperativo dare l’uovo a un anno perché ho visto mio nipote che un altro po’ ci lasciava le penne e aveva un anno. Se fosse stato introdotto a sei mesi sarebbe stato ancora peggio”. Ho appena riletto il capitolo del suo libro in cui ne parla, ma oltre a dire che la probabilità di incidenza in soggetti senza precedenti di allergie è bassa non sono in grado di fornire numeri.
Insomma qual è la vera probabilità di sviluppare un’allergia senza essere già “a rischio”? È meglio/peggio/uguale avere una reazione allergica grave a 6 mesi, a un anno o più tardi?

LUCIO PIERMARINI: Mi sembra piuttosto illogico sostenere che si debba dare l’uovo a “1 anno” perché un tale bambino ha avuto una reazione grave assumendolo a “1 anno”. La conclusione dovrebbe essere di darlo dopo, a 18 mesi o due anni. E se vediamo un altro bambino che ha una reazione grave a due anni decideremo di darlo a tre? E così via. Questo è stato fatto fino ad oggi e non ha portato alcuna diminuzione delle allergie, anzi. Dopo che si è capito che la tolleranza si sviluppa per via orale, si è cominciato, dati alla mano, a fare marcia indietro e a promuovere l’introduzione precoce di tutti gli alimenti e su tutto ciò ci sono dati sufficienti in letteratura. Non è, però, neanche possibile pretendere che tutto questo sia facilmente accessibile a persone che hanno vissuto esperienze drammaticamente negative e alle quali siano state date spiegazioni diverse, e del tutto analoghe a quelle che noi stessi abbiamo passato come valide per tanto tempo.
Uno shock anafilattico a 6 mesi è sicuramente più impegnativo che a 1 anno; tuttavia, se è vero che dando l’alimento a rischio a sei mesi ho meno probabilità di avere reazioni, non ho dubbi su cosa scegliere, senza preoccuparmi di tabelle di introduzione degli alimenti. In più non va dimenticato che la modalità “autosvezzamento” comporta di non propinare grandi quantità di alimento ma assaggi, e questo tutela contro reazioni violente più probabili con porzioni normali. Una tecnica di terapia delle allergie gravi è proprio quella di somministrare l’alimento incriminato (si fa di solito con alimenti molto diffusi e spesso “invisibili” come il latte e l’uovo) in dosi successive a partire da briciole e aumentando poco per volta.

AUTOSVEZZAMENTO.ITAbbiamo parlato di uova, latte, pomodori… ma abbiamo lasciato fuori i crostacei e i frutti di mare che per taluni sono il peggio del peggio se si parla di bambini.
Anche i frutti di mare vanno nel reparto “allergenici” per cui da usare con cautela, ma senza preoccuparsene se non se ne ha ragione, o c’è un qualche pericolo in più?

LUCIO PIERMARINI: Come spero abbia visto, stando a quanto dice la letteratura, non bisogna badarci più, a nessun allergene, se non al contrario nel senso di darli tutti, il prima possibile e senza eccezioni.
Ci dobbiamo fidare? Premesso che tutto ciò che vuol chiamarsi scientifico è confutabile, io, come pediatra, non ho altra strada che quella di leggermi i lavori scientifici, sentire i commenti di parti e controparti, e scegliere da che parte stare. Non sempre mi è possibile fare una scelta convinta; allora resto un po’ alla finestra sperando di non incappare nella situazione critica, e, se avviene, condivido le mie perplessità con i genitori. In questo caso specifico c’è il dato di fatto dell’aumento delle allergie nel mondo sviluppato, della migliore comprensione dei meccanismi di maturazione della tolleranza, e delle sperimentazioni controllate (clinical trial), in precedenza mai fatte, che dimostrano un vantaggio del contatto precoce, tanto più se in allattamento naturale. Da tutto ciò la mia tranquillità nel proporre un autosvezzamento libero da restrizioni.
Ai genitori, possiamo metterci a raccontare vent’anni di odissee sperimentali? Dopo due minuti cominciano a guardare un angolo del soffitto e dopo cinque si ricordano di un appuntamento urgentissimo con l’agenzia delle entrate. Conseguentemente (e astutamente, potrebbe sibilare qualcuno) ho preferito, avvantaggiandomi delle frequenti occasioni di incontro con le mamme nei corsi di “accompagnamento dalla nascita”, basarmi su una comprensione logica del problema, passo passo, accessibile ai “laici”, e assumendomi la responsabilità di quanto di “scientifico” fosse indispensabile aggiungere, lasciando al grado di fiducia nei miei confronti il compito di certificarmi come attendibile. Comunque, per chi vuole, le fonti sono facilmente accessibili, ma deve saper bene a cosa va incontro, visto che ci confondiamo anche noi.

Ulteriori approfondimenti sullo svezzamento sono disponibili in questa presentazione  ricca di umorismo e di riferimenti scientifici per chi fosse interessato a saperne di più.

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33 risposte

  1. Noi oggi siamo andati di insalata di mare, merluzzo con cipolla caramellata, capasanta e gambero in crema di zucchine 😀 Pranzo fuori per il suo 6 complemese!

  2. Michela Bresciani, sì… forse un tantinello appena appena troppo presto :D:D /A.

  3. Mio marito é allergico al pesce bianco e a cozze, vongole…..alla piccola (6 mesi) ho fatto assaggiare un pezzettino minuscolo di spigola una settimana fà e non ho notato reazioni…oggi invece le ho dato un pezzettino piú grande di sogliola…

  4. Ha ha, molto carina la presentazione …
    poveri pediatri … credo che molti genitori abbiano cominciato a rivolgersi al pediatra per sapere cosa dare da mangiare al proprio cucciolo per sfuggire ai diktat arbitrari della tradizione, delle suocere, delle vicine, e sfruttare tutti questi bei studi della scienza moderna. Adesso, invece, il pediatra base viene visto come un ripetitore di tradizioni standard neanche tanto giustificate …

    1. Eh, sì.

      Non dobbiamo dimenticare però che a volte è proprio il genitore a chiedere a gran voce le istruzioni… Peccato che chieda quelle sbagliate :D:D

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