L’inserimento al nido è in molti casi un momento stressante per la famiglia, ma a volte lo stress viene esasperato dal nido stesso e dalle loro regole più o meno rigide. Da una parte bisogna capire le educatrici, in quanto hanno a che fare, in alcuni casi, con tantissimi bambini tutti assieme, ma al tempo stesso il genitore deve fare valere quelli che sono i loro diritti e quelli dei loro figli.
In questo post ho raccolto le testimonianze di tanti genitori su due argomenti scottanti: nido e allattamento e nido e autosvezzamento a dimostrazione che (quasi) tutto è possibile.
Nido e allattamento
A. chiede:
Il mio bimbo ha un anno e la prossima settimana inizierà il nido. Abbiamo fatto un colloquio con le educatrici che ci hanno chiesto delle informazioni sull’alimentazione del bimbo. Ora sono preoccupata perché mi è stato detto che dovrei smettere di allattarlo al seno e di portare al nido un bicchiere anti goccia. Secondo le educatrici l’allattamento al seno potrebbe interferire con l’inserimento al nido e far si che il bimbo mangi poco.
Sono almeno riuscita a fargli capire che mio figlio mangia come i grandi e beve dal bicchiere di vetro come noi. Secondo voi cosa posso fare? Vi ringrazio
C. obietta:
Cambia asilo! Non stanno mettendo al centro il benessere del bimbo. So di alcuni nidi che non fanno tutte ‘ste storie.
J. aggiunge:
L’hanno detto anche a me, e dopo è andata sempre peggio e non sto a dirti il piccolo shock che è stato per mia figlia, ed era solo l’inserimento. Lascia perdere, non sono né seri, né professionali, né AGGIORNATI.
Cambia asilo, te lo dico col cuore. E se non puoi: dicono cose da ignoranti, continua ad allattare e chiarisci subito che non è un tuo problema, sono loro che devono capire come rapportarsi con tua figlia, è il loro mestiere.
R. racconta:
non ho mai sentito che l’allattamento possa interferire con l’inserimento; la mia seconda bimba, nonostante non sia allattata da quando aveva 9 mesi, è attaccatissima a me, appena mi muovo si mette in allarme e mi insegue piangendo, mi aspetto che l’inserimento sarà difficile. La mia prima bimba invece neanche mi guardava quando ero là per l’inserimento, quando me ne andavo mi salutava distrattamente perché era presa dai giochi (aveva 13 mesi). Insomma, dipende dal carattere del bambino. Tu continua tranquillamente ad allattarlo.
E. osserva:
Non smettete di allattare. Pensa, iniziare il nido quindi un cambiamento grande e smettere di bere il latte di mamma sono due cose troppo grandi. Basta solo un cambiamento e potrebbe essere solo l’inserimento al nido. Lasciagli un punto fermo; la mamma tutta per lei, anche perché potrà succedere che te lo chieda di più proprio per ritrovare la serenità!
A. risponde:
Io credo che l’allattamento al seno non sia affar loro e dato che non interferisce con il pasto al nido, non dare loro retta. Però questi “consigli” sono indicativi di un certo andazzo, di una mentalità. O te ne freghi, e glielo porti facendo a modo tuo, oppure prendi in considerazione un altro nido. Anche perché togliere la tetta durante l’inserimento (che è un momento delicato, in cui il bimbo ne avrà più bisogno, come rinforzo emotivo) è una cosa crudele…
L. racconta la sua esperienza nel settore:
Educatrice di nido presente: continua ad allattare che non interferisce di certo con l’inserimento al nido, anzi se avrà bisogno di una rassicurazione in più oltre alla tua presenza ci sarà anche la tetta! Poi quando tu non ci sarai e inizierà a passare molto più tempo da solo al nido di certo non piangerà perché non può essere allattato! Sono PERSONE intelligenti e sanno che se mamma non c’è, non c’é neppure la tetta e si adegueranno di conseguenza mangiando quello che gli verrà proposto. Bicchiere col beccuccio?? Magari arrivassero ad un anno tutti capaci di bere col bicchiere! Ti hanno chiesto di portarlo probabilmente per una comodità loro perché avendo anche 10 bambini per educatrice risulta più comodo perché di sicuro si bagnano meno. Io non sono d’accordo; W l’autonomia!
Anche A. faceva l’educatrice:
Io sono educatrice di nido (anzi,ero): ti consiglio vivamente di cambiare nido!
M. osserva:
Hanno fatto lo stesso discorso anche a me, in ben due nidi! In altri due era solo un velato consiglio quello di smettere di allattare… risultato: porto mio figlio dalla tagesmutter e continuo ad allattarlo. Mai forzare un cambiamento, soprattutto in concomitanza con altri cambiamenti. Le poppate vi serviranno più che mai durante l’inserimento, sarà il vostro rito di ricongiungimento. E se il problema è che al nido mangia poco, beh, non vedo proprio qual è il problema! Un bambino disperato e disorientato secondo queste fantastiche educatrici mangerebbe di più?
S. riflette:
Ed ecco un altro bell’esempio di uniformazione dei bambini, come se fossero, o debbano essere portati ad essere (scusate il gioco di parole) tutti uguali! Sono le educatrici che devono seguire i ritmi e le abitudini del bambino, non il contrario eh!
A. racconta del suo nido:
Mia figlia va al nido dai 5 mesi. L’ho portata con i panni lavabili e non ho avuto problemi, la allattavo e portavo al nido il latte che mi tiravo a lavoro. Ho iniziato assieme al nido e a casa l’autosvezzamento ed hanno assecondato tranquillamente facendola mangiare assieme agli altri. L’ho allattata fino a 21 mesi e l’autosvezzamento è andato benissimo. Abbiamo da poco tolto panno (a 2 anni). In un nido come si deve assecondano le esigenze in base alle abitudini del bambino. Io cambierei nido, se non sono in grado di assecondare esigenze primarie non credo possa venirne qualcosa di buono!
M. purtroppo dice:
Il latte tirato non lo accettano.
F. racconta:
A me era successa la stessa cosa: avevo tentato l’inserimento, ma ad ogni suo pianto, nervosismo, ecc. davano la colpa alla tetta. Ho cambiato nido, allattato fino a 24 mesi e il bimbo non ha mai avuto problemi nel nuovo nido, compreso autosvezzamento.
62 commenti, tutti concordi che suggerire di togliere il seno in concomitanza con l’inserimento al nido non solo sia eticamente sbagliato, ma rischia anche di rendere l’inserimento stesso più stressante di quanto non debba essere poiché mette il bambino di fronte a due cambiamenti profondi e repentini.
Basta cercare in rete e si trovano moltissimi esempi di comuni con protocolli per la conservazione e la somministrazione del latte materno. Ad esempio, questo è di Ferrara, invece questo è lo stampato di un nido di Milano. Comunque ne trovate di simili per Roma, Verona, Padova, ecc. Da notare che ho guardato solo la prima pagina dei risultati della ricerca che ho effettuato su Google e non ho neanche aperto tutti i link.
Quindi se all’asilo vi dicono di togliere il seno, fatevi valere!
Nido e autosvezzamento
M. chiede:
Autosvezzamento e asilo nido sono compatibili?
Esperienze?
S. racconta:
Al nostro asilo nido danno pasti normali, se vuoi frullato devi chiederlo esplicitamente. Quindi assolutamente compatibili!
R. invece dice:
Dipende dal nido. Il nido dove va mio figlio da quando aveva 8 mesi ha dei menù fissi, ma si accordano con i genitori quando iniziare a far mangiare le cose non frullate/tritate. Infatti ai 9 mesi son stati loro a dirmi che avrebbero iniziato con cose più solide se ero d’accordo (a casa avevo ancora il terrore che si soffocasse!). Alcuni esempi di cose che danno al nido ai bimbi già dai 9/10 mesi sono spezzatino di pollo,pesce,verdure ogni giorno e tutto viene lasciato in mano ai bimbi che lo mangino da solo (non ti dico come puzza il mio dopo che ha mangiato il pesce!)
B. dice:
Io l’ho fatto e non ho avuto problemi. Al nido mangiava i loro menù che sono molto vari e cambiano per stagione, settimana e età del bambino, quindi assaggiano parecchie cose e a casa poi decidi tu cosa dare, ma in ogni caso le educatrici chiedono alle mamme se han già inserito tutto e quindi aiutano anche in quello e non limitano un bambino già abituato a tutto!
M. invece dice:
Nel mio no, non si può portare il latte tirato quindi niente allattamento a richiesta. A mio figlio non servirà perché ha 9 mesi e mangia pasti completi ma chi deve portare il bimbo a 5/6 non può fare vero AS da me. Per quanto riguarda il cibo loro danno i papponi fino ai 12 mesi salvo diversa indicazione.
A. si chiede un po’ perplessa:
Ma solo io devo fare le lotte coi genitori per farli almeno passere dagli omogeneizzati al fresco???
L. invece chiede:
Scusate, ma ho una curiosità: al nido accettano che i bambini mangino con le mani o che buttino il cibo a terra? Lo chiedo perché il mio bimbo di 18 mesi sin dai 6 mesi ha questa modalità che non è facile da accettare da amici e parenti, figuriamoci in un asilo nido! Il mio bimbo sta iniziando ora a saper utilizzare le posate quando mangia.
Anche G. lo vorrebbe sapere:
Bella domanda! Credo che dovrò chiedere alle educatrici. Mia figlia, a un anno, pasticcia molto, dopo che ha finito bisogna lavare lei, il seggiolone e il pavimento intorno e poi non è bravissima ad ingoiare quindi vorrei anche essere certa che conoscano quantomeno la manovra di disostruzione.
Nel caso di R. funziona così:
Al nido dove va mio figlio li lasciano mangiare da soli il secondo (e il primo se è pasta). Io poi vedendo come si comporta a casa capisco che lasciano cadere per terra quello che non finisce in bocca e poi puliscono. Il nido di mio figlio è molto per il lasciare massima libertà ai piccoli di esplorare e sperimentare!
D. racconta:
Il mio ha iniziato il nido a 8 mesi: a casa mangiava come noi, al nido all’inizio le pappe perché non si poteva scegliere diversamente (se le sbafava comunque senza batter ciglio). Poi quindi loro si sono accorti che lui mangiava davvero di tutto (in un paio di mesi) hanno cominciato a dare anche a lui il menù “dei grandi”
M. è un po’ perplessa:
Ho contattato l’ufficio igiene e nutrizione della mia ASL perché al nido mi hanno detto che non hanno un protocollo da seguire per il latte materno (dato che sarebbe contro le regole introdurre alimenti non confezionati, ma in questo caso…). Mi hanno detto che loro si occupano di popolazione e non di singoli (ho fatto notare che, anche se sono tristemente l’unica, è una questione che riguarda la popolazione e non il singolo bimbo), non hanno voluto mettere nulla per iscritto e mi hanno detto che avrebbero telefonato al nido… boh!
D. precisa sull’argomento:
O. è andato al nido a 4 mesi. Il protocollo per il latte materno c’è, eccome! Hai bisogno di un biberon da allattamento misto che possa essere tappato senza la tettarella. Ogni giorno consegni il tuo latte nel flacone tappato e lo sigilli con una etichetta su cui scrivi nome e data. Loro lo scalderanno a temperatura ambiente e devono poterci avvitare la tettarella direttamente, non possono travasare il latte.
Un’altra M. invece è soddisfatta:
Nido (privato) iniziato 2 settimane fa per il mio bimbo di 9 mesi. Mi hanno chiesto solo “mangia frullato o a pezzetti?” Io ho risposto a pezzetti e imboccato tranne che per la frutta (perché così è in casa per noi in questo momento) e che non mangia pappe con le farine.
Gli fanno dei menu ottimi, pasta, tortellini, pollo, tacchino, pesce e sempre un contorno!
E. racconta:
Noi iniziato lunedì e siamo già stracontenti! Ora di pranzo L. ha spostato la mano della maestra che aveva il cucchiaino con la pappetta e ha iniziato a fare versetti verso il suo piatto! Morale? Si è mangiato gli gnocchi e il prosciutto cotto con tanto di complimenti a noi da parte delle insegnanti.
Ah, L. ha 9 mesi. Sono proprio contenta.
M. invece dice:
Nel mio nido hanno dato il divieto per farine, omogeneizzati e liofilizzati. Gli viene servito il menù dei grandi che comunque è sempre molto sminuzzato e quindi difficile da prendere con le mani, ma per lo meno è diviso e il cibo è buono e fresco.
Al contrario dell’allattamento, nel caso dello svezzamento, o autosvezzamento, il discorso è più complesso, se non altro perché il modo in cui è organizzato il nido potrebbe essere piuttosto rigido. Tuttavia un punto su cui farsi capire, è che le maestre al momento dei pasti non devono insistere affinché il bambino mangi, né devono metterlo “sotto pressione” con il cucchiaino in mano con continui “su, su… dài, un altro solo” o atteggiamenti simili. Se poi il nido prevede che il bambino mangi per forza cose pappose, pazienza… vorrà dire che si rifarà a casa. Magari fate presente al nido che ci sono altre possibilità alle pappe obbligatorie, così almeno si getta il seme per futuri cambiamenti, e magari fategli leggere il nostro documento introduttivo sull’autosvezzamento.
37 risposte
Alessia Gambasin, non credo che tu sia l’unica, ma anche se in Italia è diffuso, ciò non vuol dire che sia né giusto, né auspicabile. /Andrea
aiuto!!!! ho una classe di medi ( 12-24) pappa dipendente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sofia Di Palma, assolutamente vero, ma la questione è quanti di questi bambini pappa-dipendenti ci sono che avrebbero mangiato cose più o meno “normali”? Inoltre non dimentichiamo che il bambino di Barbara ha più di un anno, quindi quello che descrive dovrebbe essere più o meno la norma, non l’eccezione. 😀 /A.
ragazzi però volevo dire una cosa!dipende molto dai bambini!io ho due gemelle una assaggia tutto, gusta, ama le cose nuove, l’altrà assolutamente no!per principio butta a terra e sputa qualsiasi cosa di consistenza non conosciuta!non le interessano le novità e ogni variazione al suo amato menu é per lei un fastidio!quindi non tutti i bimbi sono cosi disponibili a questo tipo di svezzamento e non dipende dalle capacita del genitore!lo vorrèi chiarire perché alcune mamme potrebbero sentirsi frustrate, tipo me 🙂
Ma beate voi! Almeno gli danno cibo vero. Qui in olanda pane e formaggio o pane e marmellata. Oggi ho chiesto se il bimbo aveva qualche altra opzione e mi hanno detto che danno anche il paté (industriale) ma mai piú di una volta alla settimana. E allora vai di pane e formaggio…