Cerca
Close this search box.

Il primo passo di un nuovo modo di pensare

Bambino 20 mesi pasta

2 anni fa, 38ma settimana di gravidanza, vado in ospedale in preda alle doglie…

Spaventata continuavo a ripetermi che le donne partoriscono dall’inizio dei tempi, quindi ce l’avrei fatta anche io!!

15 ore di travaglio che si sono concluse con un cesareo d’urgenza per sofferenza fetale…

Il mio bambino nasce fortemente sotto-peso a causa di una disfunzione della placenta, ma siamo stati in ospedale solo 6 giorni perché stava bene, doveva solo mettere ciccia. In quei giorni era sempre attaccato al seno, ma era debole, non succhiava, si innervosiva, urlava, mollava e tornava a dormire. Le ostetriche mi incitavano ad insistere, cosa che feci anche a casa per altri 10 giorni.

Mentre mio figlio non si alimentava, io mi sentivo fallita, inadeguata e la gente intorno a me non faceva che calcare la dose. Così ho mandato tutti a quel paese e mi sono affidata al latte artificiale. Ho seguito alla lettera le indicazioni della pediatra – dosi, orari – e così durante svezzamento. Frutta a 4 mesi e pappine schifose fino a 20 mesi. Sì avete capito bene: 16 mesi di pappine. Mio figlio mangiava tutto, ma rigorosamente ridotto in poltiglia.

Nel frattempo è nato il mio secondo bimbo, altro cesareo d’urgenza: piccolo, di nuovo sotto peso. Terrorizzata dalla precedente esperienza fatico ad attaccare il bimbo al seno e le ostetriche, spazientite, mi dicono che devo decidere in quel momento, se voglio allattarlo o no. Così ho detto no e mi hanno dato delle pastiglie per bloccare la montata lattea.

Per farla breve, torno a casa e leggo, leggo, leggo.. e piango… Per quello che ho fatto ai miei piccoli. Il dubbio che mi resta è: se alla nascita del mio secondo bimbo, avessi avuto la forza di dire alle ostetriche che non volevo decidere in quel momento, tornata a casa, forse avrei avuto il coraggio di provare ad adattarlo al seno.

In ogni caso, prendo la situazione in mano col più grande dei miei figli, Roberto, e “ricomincio” a svezzarlo. Ci mette quasi 2 mesi ad abituarsi a mangiare (sono più sconvolta di voi, credetemi). Quello che vedete in fotografia è proprio Roberto: per voi è solo un bimbo che mangia la pasta, per me è stato il primo passo di un nuovo modo di pensare.

Leggo che è anche possibile riavviare l’allattamento, ma è davvero troppo impegnativo per me, però decido di dare il latte al piccolo, ogni volta che lo desidera e la quantità che vuole lui. Se non è sporco, non ha male al pancino e non bastano le coccole, gli do il latte, che siano passate 4 o 2 ore. Ora ha 3 mesi e a 4 non vedrà frutta in poltiglia, a 5 niente creme schifose… berrà latte finché vorrà e dopo seguirò i suoi tempi per il resto.

Tutto questo per dire che posso ancora recuperare per provare a sentirmi una buona mamma.

ISCRIVITI e ricevi SUBITO
in OMAGGIO
la NUOVA EDIZIONE dell’ebook,
“E SE SI STROZZA?”

IN PIÙ IMPARA
QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL
MINICORSO

COS’È L’AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia

7 risposte

  1. mi sono un po ritrovata in questo post.. io ho avuto anche una esperienza abbastanza brutta e che, col senno del poi, avessi avuto più aiuto da parte dei servizi sanitari magari avrei allattato al seno a mio figlio.. insomma, è nato benissimo con un bel peso ma a me il latte non scendeva anche se in ospedale insistevano a dirmi di si..io comunque i seni li sentivo uguali a prima del parto, senza dolore e senza troppo gonfiore.. mi attaccavo a mio figlio per ore e lui o piangeva o dormiva.. mi hanno dimesso dicendo che tutto andava bene, che avevo avuto la montanta (ed io continuavo a dire che non sentivo nulla) e che soltanto mio figlio era quasi nella linea di avere perso un po troppo peso.. vado a casa, lui continua a piangere ed io disperata vado al consultorio famigliare a cercare di farmi insegnare come allattare.. niente, lui ogni volta voleva vedere di meno i miei seni.. fino a quando al quinto giorno lui non si voleva svegliare piu, non piangeva più, sembrava un bambolotto… premetto che io ancora non avevo sentito la montata lattea… vado in ospedale di corsa e mio figlio era severamente disidrattatato e devono lasciarlo per 2 giorni in ospedale dove hanno introdotto di emergenza il late artificiale.. non mi hanno permesso di rimanere ocn lui la prima notte e, oh destino, proprio quella notte ho avuto la montata lattea.. arrivo in ospedale il giorno dopo e cerco di attacarlo al seno ma da li in poi mio figlio non ne ha voluto più sapere… insomma, dopo sentirmi malissimo tanto emozionalmente come fisicametne, per mesi chiedermi se dovevo insistere di più e tutti i “se” che vengono dopo, ho deciso di non continuare a farmi la testa.. mio figlio ha quasi 9 mesi, è un amore e non mi pento di non avere insistito di più col allattamento al seno.. quindi, niente colpe!!! siamo delle bravissime mamme e i nostri figli ce lo dimostrano con ogni sorriso che ci fanno! :o)

  2. Non ho molto da aggiungere… Ho imparato ad ascoltare i miei figli, le loro reali necessità.. ed ora sono più serena… Grazie per il supporto ^_^

  3. Lorenzo..Quasi 9 mesi,niente pappe e niente veri pasti ancora..tanto latte di mamma e assaggi vari di quel che mangiamo noi..

  4. Cara Chiara, togliti dalla testa che sei o sei stata una mamma sbagliata….purtroppo l’inesperienza e la paura di sbagliare ci portano spesso ad entrare in confusione e a seguire anche le più becere scemenze soprattutto quando vengono da voci considerate “esperte”….con il senno di poi non rifaremo mai più determinate cose e anzi, ci chiediamo come cavolo è stato possibile farle!….scegliere di allattare, beh, sai che ti dico? che prima di tutto non è una scelta facile, che ci vuole del tempo per capire, che puoi scegliere solo quando sei serena e non quando sei “allo stremo”, che è una scelta dolorosa (sia che decidi di continuare che di non continuare) che poi si tramuta in una relazione ma che all’inizio almeno per me (anzi per noi visto che io sono maschio e non allatto) è stata molto molto difficile. Una mancanza di informazioni, un errato attaccamento, la debilitazione fisica, le ragadi, la mastite, febbre, il piccolo che reclama in suo nutrimento ad un ritmo umanamente insostenibile, la mancanza di sonno, la stanchezza, il cervello che non riesce più a connettere…tutti che ti dicono che ci DEVI provare, perchè sennò è un delitto, e ti senti un genitore sbagliato, cattivo, che c’è chi non ha il latte e vorrebbe stare al tuo posto…e poi passano i mesi, ti avvicini allo svezzamento e ascolti le persone che continuano a dirti secondo loro come DEVONO andare le cose, deve mangiare tot, a tot ora, deve mangiare questo alimento o quello , che lo devi fregare mischiandogli le cose, che lo devi abbottare con pasti iperproteici perchè così dorme sicuro e cresce forte, che sei tu quello che deve decidere non lui che ha solo pochi mesi…ti dicono che basta con questo seno! è grande ormai, quindi o ciuccia o mangia, se mangia gli devi levare la poppata (che invece proprio quando è più grande comincia a diventare RELAZIONE). La nostra piccola adesso ha 9 mesi, ci stiamo lasciando guidare da lei, è stato facile e difficile allo stesso tempo, ma è serena, di una serenità che ti da ragione delle tue scelte, la guardi a tavola insieme a noi che mangiamo e pensi che stai facendo la cosa giusta. E sul suo latte di mamma nessuno può dire niente, è un’affare che riguarda solo mamma e figlia…per cui non è vero che sei ancora in tempo, lo sei sempre stata. Un abbraccio.

  5. Cara Chiara, togliti dalla testa che sei o sei stata una mamma sbagliata….purtroppo l’inesperienza e la paura di sbagliare ci portano spesso ad entrare in confusione e a seguire anche le più becere scemenze soprattutto quando vengono da voci considerate “esperte”….con il senno di poi non rifaremo mai più determinate cose e anzi, ci chiediamo come cavolo è stato possibile farle!….scegliere di allattare, beh, sai che ti dico? che prima di tutto non è una scelta facile, che ci vuole del tempo per capire, che puoi scegliere solo quando sei serena e non quando sei “allo stremo”, che è una scelta dolorosa (sia che decidi di continuare che di non continuare) che poi si tramuta in una relazione ma che all’inizio almeno per me (anzi per noi visto che io sono maschio e non allatto) è stata molto molto difficile. Una mancanza di informazioni, un errato attaccamento, la debilitazione fisica, le ragadi, la mastite, febbre, il piccolo che reclama in suo nutrimento ad un ritmo umanamente insostenibile, la mancanza di sonno, la stanchezza, il cervello che non riesce più a connettere…tutti che ti dicono che ci DEVI provare, perchè sennò è un delitto, e ti senti un genitore sbagliato, cattivo, che c’è chi non ha il latte e vorrebbe stare al tuo posto…e poi passano i mesi, ti avvicini allo svezzamento e ascolti le persone che continuano a dirti secondo loro come DEVONO andare le cose, deve mangiare tot, a tot ora, deve mangiare questo alimento o quello , che lo devi fregare mischiandogli le cose, che lo devi abbottare con pasti iperproteici perchè così dorme sicuro e cresce forte, che sei tu quello che deve decidere non lui che ha solo pochi mesi…ti dicono che basta con questo seno! è grande ormai, quindi o ciuccia o mangia, se mangia gli devi levare la poppata (che invece proprio quando è più grande comincia a diventare RELAZIONE). La nostra piccola adesso ha 9 mesi, ci stiamo lasciando guidare da lei, è stato facile e difficile allo stesso tempo, ma è serena, di una serenità che ti da ragione delle tue scelte, la guardi a tavola insieme a noi che mangiamo e pensi che stai facendo la cosa giusta. E sul suo latte di mamma nessuno può dire niente, è un’affare che riguarda solo mamma e figlia…per cui non è vero che sei ancora in tempo, lo sei sempre stata. Un abbraccio.

  6. per fortuna col 1* sono stata seguita da una meravigliosa ostetrica che mi ha dato tanti piccoli consigli e mi ha fatto trovare la forza di mandare a quel paese tutti coloro che mi dicevano che dovevo svezzarlo a 4 mesi, che dovevo pesarlo prima e dopo, che dovevo dargli il latte ogni 3 ore, che di notte doveva piangere perchè altrimenti non avrebbe imparato a dormire… per il 2* già le idee chiare, per il 3* nonostante le idee chiare, la poca professionalità di chi mi ha seguito mi hanno fatto cadere in un baratro dal quale sono uscita grazie alla testardaggine ed al ricordo delle parole dell’ostetrica di cui sopra! Grazie Franca!

  7. per la mamma del post: PURTROPPO LA “COLPA” NON è TUA, TU HAI FATTO DEL TUO MEGLIO PER FARLO CRESCERE… IN OSPEDALE SPESSO SI FANNO LE COSE DI ROUTINE E NON SI PENSA CHE DALL’ALTRA PARTE C’è UNA MAMMA, UNA DONNA CHE HA BISOGNO DI AIUTO E CHI CI STA ATTORNO POI!!! IO NON CREDO CHE TU NON SIA UNA BUONA MAMMA, ANZI! IL FATTO DI METTERSI IN DISCUSSIONE FA DI TE UNA GRANDE MAMMA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ISCRIVITI E RICEVI IN OMAGGIO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EBOOK:
“E se si strozza?”

IN PIÙ IMPARA QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL MINICORSO
SULL’AUTOSVEZZAMENTO!