È lecito/sensato riferirsi alle bevande quali quella di soia o di riso utilizzando il termine “latte vegetale”? Bisogna sempre ricordarsi che le bevande vegetali non sono latte.
La corte di giustizia Europea è stata chiamata a emettere un giudizio in merito a un’azienda tedesca, la Food TofuTown, e al modo in cui chiama i propri prodotti. La società, che vende prodotti a base vegetale con nomi tra cui “Soyatoo Tofu Butter” e “Veggie Cheese”, ha dichiarato che la clientela non viene ingannata da tali nomi perché il fatto che fossero di origine vegetale era chiaramente indicato.
La legge che regola il latte vegetale
Tuttavia già dal dicembre 2013 un regolamento dell’UE, il 1308/2013, ha affermato che le denominazioni come “latte”, “burro”, “formaggio” e “yogurt” possono essere utilizzati solo per la commercializzazione e la pubblicità di prodotti derivati dal latte animale, per cui non è possibile usare un’espressione quale “latte vegetale” o “yogurt vegetale”
Ci sono alcune eccezioni: ad esempio in italiano sono ammessi il latte di cocco, il latte di mandorla, il burro di cacao e i fagiolini al burro (questo credo sia semplicemente un errore di traduzione; potrebbe far riferimento ai “butter beans”, un tipo di fagioli, o agli “Haricot beurre”, un tipo di fagiolini. Alla commissione Europea dovrebbero far rileggere le traduzioni prima di pubblicarle…). La lista completa nelle varie lingue la trovate qui. Tuttavia, derrate quale la soia e il tofu, non sono esenti.
La Corte di Giustizia ha deciso che le denominazioni come il latte e il formaggio non possono essere legalmente utilizzate per prodotti puramente vegetali: “L’aggiunta di aggiunte descrittive o chiarificanti che indichino l’origine vegetale del prodotto in esame, come quelle utilizzate da TofuTown, non influenza quel divieto”.
Io non sapevo che ci fosse una legge che vietasse l’utilizzo di nomi commerciali quali “latte di soia” o più in generale “latte vegetale”, ma se ci pensiamo la cosa è sensatissima perché sottolinea come, ad esempio, il latte di soia altro non è che una bevanda vegetale che non può e non deve essere paragonata al latte animale in quanto stiamo paragonando alimenti con contenuti completamente diversi. L’unica cosa che hanno in comune è il colore biancastro.
Anche sulla pagina Facebook di Autosvezzamento quante volte ho sentito parlare di tipi di “latte vegetale” sottintendendo che fossero analoghi a quelli animali, anzi migliori in quanto si pensa che mantengono solo le parti “buone” del latte animale. Invece questo modo di pensare, come ci insegna la Commissione Europea, è sbagliato perché stiamo paragonando tra loro cose diversissime. Se vi piacciono bevande di riso o di soia o altro, perfetto, non ci sono problemi, ma non facciamo l’errore di pensare che siano in qualche modo equivalenti o paragonabili a derivati dal latte animale.
Quindi, chiamiamo il latte animale, “latte”, e il latte vegetale, “bevanda”, così saremo sicuramente più consapevoli di quello che beviamo.
PS
Chiaramente le bevande vegetali non sono MAI un sostituto del latte materno o formulato, come dimostra il tragico caso di un bambino di 7 mesi morto per denutrizione e disidratazione nel civilissimo Belgio. Se leggete l’articolo linkato (in inglese purtroppo), vedrete che il giornalista ha utilizzato il termine “latte” per quella che era invece solo una bevanda vegetale e così contribuendo a perpetuare il mito che le bevande vegetali sono equivalenti al latte (materno in questo caso).
Allo stesso tempo ricordo, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, che se in famiglia si bevono queste bevande, non ci saranno problemi a farle assaggiare anche ai nostri bimbi.