Spesso mi capita di leggere di genitori che pensano che non potranno fare autosvezzamento per i motivi più svariati. Per cercare di fare un po’ di chiarezza su cosa davvero serva, ho messo insieme un elenco che non ha alcuna pretesa di completezza, ma che spero faccia chiarezza su quali sono le doti che davvero serviranno a tutti i genitori mentre accompagnano il loro figlioletto nel passaggio dal latte ai solidi.
Per fare autosvezzamento non serve in alcun modo (la lista è incompleta e in ordine sparso)
- usare la fascia o il mei tai
- credere nelle meraviglie del passeggino
- andare dall’omeopata
- andare dall’osteopata
- comprare i fiori di Bach
- essere sacerdotesse della Hogg o discepoli di Estivill
- partorire in casa
- credere nella Lotus birth
- aver chiesto un cesareo elettivo
- usare i pannolini lavabili
- fare EC
- essere vegetariani
- (non) far vaccinare i propri figli
- fare co-sleeping
- fare bed-sharing
- credere che l’autonomia ai figli si insegna
- allattare fino a 3 anni
- allattare a richiesta
- allattare a orario
- dare il ciuccio con il miele
- fare il ciuccio umano
Invece serve (la lista è incompleta e in ordine sparso)
- un po’ di buonsenso
- mangiare in modo vario
- lasciarsi guidare dal bambino senza forzarlo
- lasciare da parte bilance, tabelle e compagnia bella
- saper cucinare almeno un po’
- avere maggior fiducia in noi stessi e i nostri figli
Insomma, l’autosvezzamento è per tutti, a prescindere da quali siano le vostre scelte in altri ambiti.
E non servono delle qualità sovrumane… anzi ne servono molte di meno di quelle che potrebbero essere necessarie per affrontare lo svezzamento “tradizionale all’italiana”.
Basta un po’ di fiducia in noi stessi (se siamo delle frane in cucina, tranquilli, possiamo solo migliorare) e nei nostri figli; dopo tutto se svezzare un bambino fosse davvero così difficile, ci saremmo estinti ben prima dell’arrivo dei vasetti dall’etichetta rossa o blu 🙂
31 risposte
Grazie per la lista dei sì e dei no, è utile per chi sta pensando a come organizzarsi per l’autosvezzamento e pensare se è l’approccio che si avvicina di più alle proprie esigenze. Ho una bimba di 5 mesi allattata esclusivamente al seno a richiesta. Sono molto lontana dalle quantificazioni, dalle dosi e dalle ansie legate al peso dei bambini. L’autosvezzamento rappresenta il seguito naturale all’alimentazione che finora ha ricevuto la mia bimba. Ho però una preoccupazione, ed è quella di dover continuare ad allattare a lungo, almeno fino all’anno di vita. Se capisco bene infatti, l’autosvezzamento prevede che aspettando i ritmi del bambino l’elemento principale sia il latte, fino a che, con tempi diversi da bambino a bambino, questo non venga gradatamente sotituito dai cibi solido.
Nel mio caso l’allattamento sta funzionando molto bene, ma dall’altra parte sta generando una dipendenza dal seno che vorrei piano piano allentare. La bimba infatti si addormenta solo attaccandosi al seno, rifiutando quindi che sia il papà a poterla addormentare. Questa situazione mi preoccupa un po, ma in particolare mi preoccupa il fatto che quando tra qualche mese tornerò a lavorare, non sarò piu a disposizione per il latte ed è anche possibile che non sia riuscita a fare una transizione delicata verso la separazione da me e dal seno. D’altra parte non credo che sia una soluzione ideale quella di fare autosvezzamento con il latte artificiale. Cosa pensate?
Ciao Patrizia, io ho appena ripreso il lavoro e ho una cucciola di 7 mesi, avevo le tue stesse preoccuoazioni ma devo dirti che la mia bimba si è adattata molto bene alla novità dell’ assenza del seno prima di addormentarsi ed in altri momenti. Il primo giorno era un pó spaesata ma ad un certo punto ha vinto il sonno ed è crollata nelle braccia della nonna. Come te io l ho sempre allattata a richiesta ed ero preoccupata che non volesse il biberon ma alla fine ha imparato ad usarlo, naturalmente non con me. Io ho iniziato un mese prima del rientro al lavoro a tirare il latte e congelarlo cisì puó continuare ad assumere il mio.
Devo anche dire che la mia bimba, che con noi non accetta il cucchiaino, dai nonni mangia frullato senza problemi ( i miei genitori sono timorosi che si strozzi). Penso che alla fine i bimbi si adattino e forse per rasserenarti potresti provare a lasciarla dai nonni per vedere come reagisce alla tua assebza, a mè è servito per andare poi più serena al lavoro.
bellissimo e anche divertente 🙂
molto opportune e carine le esemplificazioni…
secondo me, oltre a sapere un po’ cucinare, serve anche avere il piacere di mangiare e del buon cibo 🙂
Concordo con Elena Benazzo…fatto svezzamento credendolo “tradizionale” invece ho poi scoperto che abbiamo fatto autosvezzamento, pur iniziando da pappe…
Ottimo post…
@Vero, Elena Benazzo, ma questo post è in (pariziale) risposta proprio a tutte quelle mamme che dicono, “il mio bambino prende il LA, posso fare AS”? Per non parlare di chi crede che bisogna essere necessariamente vegano/vegetariona/crudista/avere un orto e non so cos’altro 😀 /Andrea
è vero, ma d’altro lato io trovo che ci sia una tendenza di accudimento che porta in modo naturale ad autosvezzamento anche nelle mamme che neanche lo conoscono. Perchè è una tendenza di accudimento basata sulla fiducia nel bambino (alto contatto). Per carità una mamma che allatta ad orario (LA o seno) potrà seguire l’autosvezzamento. Ma di solito si tratta di una mamma che tende a seguire alla lettera le prescrizioni pediatrice e le tabelle e che facilmente si sentirà più “protetta” dal seguire tabella anche per svezzare. Non vale certo per tutte ci sono sicuramente mille sfumature ed eccezioni.
hahaha:) Forse era meglio se ce lo postavi… facciamo così, lo condivido in bacheca, così lo leggono anche gli altri. OK? 🙂 /A.