Oggi vi voglio parlare di un video che ho visto tempo fa e dedicato… all’inizio dello svezzamento. Lo trovate sul sito di Repubblica e ha come protagonista una pediatra, Elena Bozzola, segretario nazionale della SIP, la Società Italiana Pediatri.
Questo mio commento sarà, come dire… lamentoso e me ne scuso, ma se questo è il tipo di materiale che ci continuiamo a trovare davanti anche oggi nel 2021, quando dico che c’è molta strada da fare per migliorare l’approccio all’alimentazione infantile, non scherzo. Il video altro non è che un tutorial su come si prepara la prima pappa; è molto breve per cui direi che ce lo guardiamo insieme così lo lo posso commentare dal vivo. Vediamo.
Quello che stai leggendo è la trascrizione del video (che trovi qui) uscito l’altro giorno.
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Lo svezzamento consiste nella graduale introduzione degli alimenti, adatti al bambino, in modo tale da arricchire la sua dieta prima costituita esclusivamente dal latte.
Si introducono a uno a uno i vari alimenti fino ad arrivare a una corretta e completa alimentazione in base ai principi della piramide alimentare.
Si comincia parlando degli alimenti adatti al bambino così ti mettono immediatamente la pulce nell’orecchio. Cosa c’è di male di parlare degli alimenti “adatti al bambino”? Niente, però uno si domanda quali siano questi alimenti e per fortuna ce lo dirà tra un pochino. Poi si parla di “corretta e completa alimentazione”. Si potrebbe parlare a lungo sul significato letterale di questa frase, ma soprassediamo. La Bozzola sottintende che se tu fai quello che dice lei tuo figlio avrà una “corretta e una completa alimentazione” mentre se fai un altro modo questo non succederà; non esagero… il significato di quello che dice è proprio questo. Ma andiamo avanti.
L’inizio dello svezzamento va adattato al singolo bambino. Comunque è consigliabile iniziare lo svezzamento tra i quattro e i sei mesi di vita.
L’inizio dello svezzamento dipende dal singolo bambino, e come darle torto. Però è comunque consigliabile iniziare tra i 4 e i 6 mesi di vita, quindi abbiamo già introdotto una scadenza. Che fine abbia fatto l’idea che si debba iniziare verso i sei mesi di vita o quando il bambino sia pronto o quando il bambino mostri segni di interesse non si sa. Invece abbiamo una scadenza. Comunque quello che noto è che il genitore è al centro, o il pediatra o chi per lui. Ma mai il bambino; il bambino subisce.
Sì, ma come preparare la prima pappa?
Innanzitutto prendiamo un litro d’acqua, prendiamo delle verdure, inizialmente una carota, una zucchina e una patata le tagliamo in pezzi grossi e le mettiamo a bollire nella pentola. L’importante è cuocerle a fuoco lento evitando di aggiungere il sale. Il sale non va aggiunto nei primi mesi di vita del bambino.
Qui siamo rimasti agli anni 60 del secolo scorso. Brodo di verdure con patata, zucchina e carota? La Bozzola è relativamente giovane essendo del ’77, eppure cita metodi che erano probabilmente in auge da prima che nascesse. Tra l’altro il brodo, per buono che sia, è fondamentalmente acqua sporca; ci saranno al massimo un po’ di minerali presenti nelle verdure ma c’è poco altro. Per carità è buonissimo, però voglio semplicemente sottolineare il fatto che dal punto di vista nutritivo non sia tutto questo granché.
Quello che vorrei sapere è dove sta scritto che il brodo vegetale serva, e ve lo dico, non sta scritto da nessuna parte. Del sale ho parlato in un altro video a cui vi rimando. Andiamo avanti.
Di questo brodo così formato ne prendiamo 150-200 ml, aggiungiamo due cucchiai o tre di mais e tapioca o di crema di riso, aggiungiamo dai cinque ai 10 g di liofilizzato carne, scegliendo inizialmente tra agnello, tacchino e coniglio, aggiungiamo un cucchiaino di olio extravergine di oliva.
Abbiamo raggiunto il clou: qui abbiamo davvero un bell’esempio di consigli per gli acquisti: dobbiamo prendere mais e tapioca o la crema di riso e aggiungere tra i 5 e 10 g di liofilizzato di carne. Sembra veramente che abbiamo preso la macchina del tempo e siamo tornati indietro non di 20 o trent’anni ma di 50 o 60.
Per dire, la Bozzola non lo sa che il liofilizzato per la prima infanzia esiste solo in Italia? Non lo sa che mais e tapioca sono una cosa solo italiana (anche se la tapioca viene dall’altra parte del mondo)? Ma all’estero come fanno? Io vivo nel Regno Unito e vi assicuro che non c’è niente di tutto ciò (ma c’è dell’altro). QUESTO mi avrebbe dovuto spiegare, ma non poteva perché la spiegazione che cerco non esiste. Quello che ha fatto con questo video è semplicemente tramandare la ricetta della bisnonna e al contempo fare pubblicità.
Chi parla è una pediatra non è un genitore sprovveduto e questa stessa pediatra è il segretario nazionale della società italiana pediatri per cui dovrebbe sapere bene che cosa sta parlando, ma invece cosa fa? Ci consiglia il liofilizzato e mais e tapioca! E poi uno si sorprende perché i genitori sono confusi?
Proprio un paio di giorni fa ho avuto una discussione su una pagina Facebook con un genitore che era confuso perché non capiva come non si potessero dare le pappe perché diceva che tutti intorno a lei davano le pappe e anche il dottore lo diceva; come fai a non dargli retta. E poi se quello stesso genitore guarda questo video di Repubblica che cosa può concludere se non che si fa così… Davvero non riesco a capire quale sia il messaggio che la Bozzola e la Società Italiana Pediatri vogliono far passare… Ma andiamo avanti e vediamo cos’altro dice.
Appena il bambino si sarà adattato al sapore della nuova pappa, ognuno c’ha i suoi tempi, prendiamo le verdure che prima avevamo lasciato da parte e le passiamo nel passaverdure. Ne aggiungiamo di questa 1 o 2 cucchiai. A questo punto poco alla volta aggiungiamo delle nuove verdure; possiamo scegliere i piselli, i finocchi le erbette, gli spinaci; possiamo sbizzarrirci. È importante allenare il bambino ai vari gusti e diciamo le verdure sono un’ottima palestra per il gusto.
Qui se da una parte si accetta che ogni bambino ha i suoi tempi, si parla sempre del bambino che si sarà “adattato” alla nuova pappa; il bambino in sostanza si deve “adattare”; il bambino deve prendere “la medicina”. Di nuovo qui non stiamo nel 2021, ma nel 1960. Cominciamo ad aggiungere le verdure e per fortuna possiamo sbizzarrirci, e meno male… Piccola parentesi: mi piace come viene usato il passaverdure nel filmato. Immagino avessero qualche difficoltà durante le riprese oppure chi ci viene mostrato non ho mai usato un passaverdure in vita sua.
A questo punto iniziamo ad introdurre anche altri alimenti. Non preoccupiamoci se c’è una storia di allergia in famiglia o di celiachia in famiglia, ma ascoltiamo sempre le indicazioni del nostro pediatra.
Iniziamo ad introdurre anche gli altri alimenti; ottimo. Non ci preoccupiamo se c’è una storia di allergia o di celiachia in famiglia; di nuovo ottimo. Però poi aggiunge “ascoltiamo sempre le indicazioni del nostro pediatra”. Giustissimo per carità, perché al pediatra dobbiamo dare ascolto, però la maniera paternalistica in cui viene prospettato questa cosa come se si parlasse dell’oracolo di Delfi mi dà un po’ fastidio. “Ascoltiamo sempre le indicazioni del nostro pediatra” non è la maniera di parlare perché non stiamo parlando a dei bambini; stiamo parlando a degli adulti. E non stiamo parlando di malati, ma stiamo parlando di bambini normalissimi che crescono. Cosa mi dovrebbe dire di utile il pediatra esattamente?
Il lavoro di mamma e papà non è sempre facile soprattutto quando ci troviamo di fronte allo svezzamento e soprattuto quando è il primo bambino.
Certo che il lavoro di mamma e papà non è sempre facile, anzi aggiungo io che il lavoro di mamma e papà non è mai facile, e più bambino cresce e meno facile diventa. Però il motivo per cui in questo caso non è facile non è perché ci troviamo di fronte allo svezzamento, ma perché tu pediatra non me lo rendi facile mettendomi in uno stato di inferiorità, perché mi complichi la vita invece di aiutarmi, perché invece di insegnarmi a riconoscere i messaggi che mi manda mio figlio mi parli di scadenze e accettazioni.
Non fai altro che sottolineare come io genitore sia fondamentalmente incapace di prendermi cura di mio figlio, e non sappia neanche come si fa un brodo di verdura.
Però ti do alcuni consigli utili. Innanzitutto non forzare il bambino, ognuno c’ha il suo tempo per accettare la pappa.
Permettiamogli di toccare il cibo che ha davanti, però neanche di pasticciare troppo.
Non insistiamo, ma neanche desistiamo facilmente. non preoccupiamoci di quanto il bambino mangia, ma di quanto il bambino cresce.
Mi fa piacere che dica che possiamo permettere al bambino di toccare la pappa, ma non di pasticciare troppo. Poi non dobbiamo insistere, ma neanche desistere troppo facilmente, quindi insistiamo… Infine conclude dicendo di non preoccuparci di quanto il bambino mangia – e meno male, parole Sante – ma di quanto il bambino cresce. Questo è chiaramente la frase ad effetto che hanno scelto di mettere alla fine perché suona bene.
Però se io vedo le informazioni che tu pediatra, con tanto di camice bianco, mi hai dato fino adesso, ovvero ho una scadenza entro la quale il bambino deve iniziare, mi dici cosa gli devo dare da mangiare, si parla di accettare la pappa, si parla di insistere – insomma si parla di avere un bambino che si conformi a una certa aspettativa – mi sembra che preoccuparsi se il bambino non (MI) mangia sia più che legittimo. lo vedo giornalmente perché tra le domande che mi vengono poste su Facebook “Oddio mio figlio non mi mangia” è una delle più gettonate…
Comunque dopo aver visto questo video mi pongo sempre la stessa domanda: qual è il messaggio che Elena Bozzola, medico pediatra, segretario della Società Italiana Pediatri voleva inviare ai genitori? Considerando che quasi nulla di quanto ha detto si basa su conoscenze scientifiche, ma solo su tradizioni tramandate, la domanda mi sembra più che ragionevole.
Notate come il video sia stato probabilmente organizzato da quelli di Repubblica perché se leggete qui sotto vedete che è stato diretto da Sonny Anzellotti e montato da Lorenzo Urbani e entrambi lavorano per Repubblica. Magari quelli di Repubblica hanno chiesto alla Sip di fare un video sullo svezzamento perché genera clic, ma vallo a sapere. Però tutto ciò è irrilevante. Elena Bozzola, se mi ascolti, perché hai fatto uno spot pubblicitario per l’industria del baby food?
Da notare che questo video non è passano inosservato. Ad esempio l’ACP, Associazione Culturale Pediatri ha emesso un comunicato dove, a essere buoni, non si sono mostrati molto soddisfatti del messaggio che veniva veicolato. Vi cito solo la conclusione: “L’idea di partire con brodino vegetale, e aggiungere liofilizzati in commercio, appartiene a un retaggio abbondantemente superato, che ha fatto molti danni all’alimentazione infantile e un grande favore all’industria del baby food.”
Se vi devo dire la verità trovo che questi scontri tra pediatri siano, mettiamola così, poco edificanti, però uno che deve fare; in questo caso, di chi è la colpa; chi è che ha scagliato la prima pietra? E poi, vogliamo parlare della relazione simbiotica che sembra esserci tra società pediatriche e industria del baby food?
Ciao e alla prossima!
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