Molti di coloro che hanno la fortuna di poter scegliere si chiedono se sia meglio far tenere il bambino dai nonni o mandarlo al nido. Qui di seguito trovate opinioni espresse da diversi genitori che si sono trovati a fare questa scelta e che vi aiuteranno a chiarirvi le idee.
Meglio i nonni
Benedetta: Occorre che la mamma aiuti il papà o altre figure a far parte della vita del bambino!! Ovvio che tutti i bimbi, cosi piccoli ancor di più, preferiscono la mamma, ma… io lo terrei a casa con i nonni.
Letizia: Meglio evitare le decisioni a scatola chiusa e, potendo, perché farlo? Il piccolo ha davanti a sé una vita di classi, maestre e disciplina. Il tempo dei nonni, invece, non verrà mai, se non lo create. E gli uomini si nutrono, soprattutto, di relazioni intime e solide. Lasciate che i nonni provino a instaurare una relazione con il “vostro” piccolo. Non si tratta di abituarlo, di “piegarlo” alla vita, si tratta di instaurare una comunicazione reciproca, si tratta di amore.
Elisa: io consiglio i nonni per tutta la vita! Sarà comunque un distacco dalla mamma ma in pochi giorni passerà…i nonni sono una ricchezza nell’infanzia… l’asilo a tempo debito… io ho gestito 3 figli in questo modo. La mia seconda, M. in particolare al nido è durata tre giorni tra lacrime e disperazione…alla materna invece una gioia immensa! Ho capito che ogni frutto ha la sua stagione e i nonni le hanno lasciato un ricordo x tutta la sua vita! È stata la loro principessa ed ora è una donnina alla scuola materna!
PS anche i miei genitori temevano di non essere in grado con M. piccola grande leader, invece alla fine è stato un successone! Ora T., 7 mesi e mezzo percorrerà la stessa strada, anche lui tetta dipendente, ma auto svezzante.
Maria Paola: A 9 mesi non ha bisogno di disciplina ma di amore e tenerezza. Il bimbo sicuramente si adotterà ai nonni senza problemi e i dubbi dei nonni rientreranno la prima settimana. I bambini NON socializzano con i coetanei fino a 18 mesi, i nonni gestiscono i capricci dei nipoti con amore, le maestre con un po’ meno amore… la possibilità di costruire un rapporto vero e profondo con i nonni ce l’ha adesso, in classe e poi in ufficio a sottostare alle regole ci starà tutta la vita. Niente è paragonabile all’immensità dell’amore dei nonni che si dedicano anima e corpo ad un nipotino!
Inoltre a livello di equilibrio psicologico è utile imboccare una strada e mantenere quella..scelte miste tipo nonni e nido insieme destabilizzano…i bimbi hanno bisogno di sicurezze! Stabili e continue.
Alessia: Io sono per i nonni! Il mio bambino si addormentava solo al seno con me e tutte le volte che lo lasciavo piangeva come un disperato perché voleva me e non mi vedeva…poi a 7 ho dovuto lasciarlo x rientrare a lavoro e nonostante le paure di tutti lui è stato bravissimo… ogni nonna piano piano ha trovato il suo sistema e lui adesso sta volentieri con tutte… in realtà io vado via presto quando lui dorme e il papà lo sveglia, lo cambia e lo porta dalle nonne e lui così non piange perché sa che con il papà esce. I nonni sono un patrimonio importante per chi ce li ha e poi loro sono felicissimi di tenerlo… poi a due anni magari penserei all’asilo.
Pamela: La mia piccola sta con i nonni e io la trovo sempre serena, questo è l’importante. I bambini a quel l’età i progressi li fanno anche se stanno con i nonni, è normale che ogni giorno facciano nuove scoperte!
Antonella: Anche se si sceglie il nido, starà comunque coi nonni più tempo che a scuola, malato.
Il nido è nato per chi ne avesse necessità improrogabile, e poi ci hanno riempito la testa che fosse la cosa migliore, un po’ come gli omogeneizzati che sono “sicuri e controllati”. Leggendo un po’ di psicologia infantile e sviluppo del cervello nei bambini, vi farete un’idea diversa e lascerete che la scuola sia almeno dai 3 anni in poi, anzi, se proprio indispensabile. Ovvio che il cervello del bambino va stimolato e questo è l’unico lato positivo delle attività che vengono fatte all’asilo… e sempre che non vengano fatte a casa!!! Circa la socializzazione, aprirsi, parlare, imparare le regole eccetera, tutte cose molto belle, ma fuori tempo! A 9 mesi ha BISOGNO di essere tenuto in braccio, di essere consolato quando vuole la mamma, di essere ascoltato nelle sue manifestazioni di scontento e malessere, che il bambino tira fuori come riesce, anche piangendo tutto il giorno, se non viene capito. L’importante è che ci siano con lui persone disposte a dedicargli il cuore. Se questi possono essere i nonni, non avrei dubbi.
Lucia: nonni..io ho fatto e faccio così e i miei figli sono socievoli con tutti, indipendenti e felici. Non sono contro gli asilo ovviamente, ma se si ha la fortuna di avere dei nonni che possono prendersi cura dei piccoli in nostra assenza perché non lasciarglieli? Ad ogni modo il bimbo in assenza della madre si adatterà alla situazione nuova senza tetta e aspetterà il suo ritorno dal lavoro fiondandosi addosso appena la vede e attaccandosi al seno subito. O almeno i miei cuccioli hanno fatto e fanno così.
Francesca: i nonni sono amorevoli e concentrati sul nipotino, all’asilo sta lì a prendere malattie e non c’è nessuna socializzazione quando sono piccoli. Io sono stata messa al nido a nove mesi da piccola e a mio figlio sto evitando per i primi tempi, poi dopo l’anno temo mi toccherà ma non sono affatto felice, poi le maestre chi sono? Ci pensi che lasci tuo figlio a una sconosciuta?
Chiara: la mia per scelta dai nonni a 9 mesi, ho cominciato ad abituarla per tempo però, prima due ore, poi 4, poi 6. I bimbi capiscono con chi stanno e si adeguano, ora a 19 mesi è socievole e quando incontra altri bimbi sa starci senza problemi. L’anno prossimo andrà al nido, o forse già in primavera, ma avrà già due anni, se uno ha la fortuna di averli i nonni! Poi se proprio non funziona si può cambiare idea.
Serena: io ho scelto le nonne…. le bambine sono serene ma bisogna pensa anche alla propria…. non è semplice avere a che fare con le nonne!!!!!
Valentina: La stragrande maggioranza dei miei amici e coetanei (nati negli anni Settanta) figli di genitori lavoratori, me compresa, non e’ andata al nido ed e’ stata con i nonni fino all’inizio della materna e a nessuno sarebbe mai venuto in mente di dire che saremmo stati meno socievoli o in ritardo sull’apprendimento, cosa che infatti non e’ accaduta. I tempi cambiano, le esigenze (poche) dei bambini restano..
Meglio il nido
Leggete anche l’articolo sull’inserimento al nido.
Susanna: nido tutta la vita; il caratterino ce l’hanno a casa, ma in un ambiente diverso cambiano totalmente (in positivo) ci sono appena passata e, nonostante un inserimento difficile, è un passaggio per loro fantastico senza tener conto di quante cose imparano
Gaia: I bimbi al nido impareranno a relazionarsi con loro pari e questo gli farà bene.
Le malattie che si prendono al nido non sono certo la fine del mondo: un raffreddore, un po’ di tosse… Fortunato chi ha una famiglia che ti supporta e che ti aiuterà quando dovrà stare a casa per l’influenza.
Lucia: Il mio bimbo va all’asilo da settembre quando aveva 10 mesi. In questo periodo ha fatto passi da gigante nell’evoluzione motoria e nel modo di porsi nei confronti degli altri bimbi. Il mio consiglio è di scegliere con cura l’asilo e mandarcelo magari solo per mezza giornata.
Giorgia: Io ho scelto per entrambi il nido e sono felice della scelta fatta. Ahimè il primo anno starà a casa il 60% delle volte per tosse raffreddore & co… Ma sarà lo stesso anche al primo anno di materna se non va al nido. Quindi non decidere in base al discorso malattie perché prima o poi gli toccheranno.
Letizia: La mia bimba ha undici mesi e da uno e mezzo va al nido… questo periodo è il migliore par il distacco e garantisco che la mia piccola inizia a scalpitare già quando vede la porta! Sta benissimo! Io avevo o tuoi stessi dubbi perché anche lei nanna solo con la tetta (per il mangiare non ho problemi mangia da sola i pezzi) ma se non ci siamo si adattano! Meglio nido in un ambiente adatto a loro pieno di stimoli che con i nonni! Le malattie… Per ora un raffreddore… ma ci sta!
Sara: Il mio va all’asilo da settembre, 9 mesi, e si è subito trovato bene. Può muoversi ed esplorare, si diverte molto e la sera si addormenta stecchito! Si certo si ammalano (e lì i nonni aiutano) ma lo farebbe comunque, pensate che il mio si è preso la sesta malattia il week-end PRIMA di iniziare il nido!
Beatrice: Nido…e non perché sono titolare di una struttura ma perché i bambini stanno bene con i bambini…imparano le regole e soprattutto cosa non indifferente che non c’è una persona solo per lui ma che un educatrice è per lui come per altri 6/8 (i rapporti un po’ variano a seconda della regione). Porto questa piccola esperienza: al nido ho una bimba che al momento fa 3 giornate su 5, dal mese prossimo la mamma le farà fare tutte le giornate perché la bimba non va più volentieri dalla nonna e cerca sempre i compagni. Poi le malattie ci sono e sicuramente le prenderà, ma deve fare gli anticorpi, se non le fa adesso le farà più avanti o alla scuola materna!
Elisa2: Nido, nido e nido!! Pietro ha iniziato a 8 mesi, ora ha quasi 1 anno e sono convinta di questa scelta!! Poi vedrete i super progressi che faranno.
Manuela: Anch’io voto nido. Il mio ha cominciato a frequentarlo a 10 mesi. I malanni ci sono stati (qualche raffreddore, tosse, che ha superato molto più velocemente di me, per dire…), e le educatrici sono state essenziali per aiutarmi nei primi passi, nel mangiare con le posate e, adesso, con l’uso del vasino. E tra l’altro tante cose i bambini sono spinti a farle proprio per imitazione!
Silvia: i bimbi anche piccolissimi sanno distinguere le braccia che lo accudiscono e sanno distinguere da chi e con chi fare capricci!! mio figlio, ormai grandicello ( 4 anni ) è andato al nido a 10 mesi, non avevo la copertura h24 dei nonni e personalmente anche l’avessi avuta, non ne avrei approfittato: se è dura per noi, figuriamoci per loro. non solo a livello fisico, ma anche di responsabilità. Il
risultato è che mio figlio ha imparato a socializzare, a giocare, a rendersi autonomo. Al nido non fanno né più né meno quello che fanno a casa. Io sono stata fortunatissima, le tate splendide alleate della sua crescita.
Chiara: Io sono al quarto figlio e anche l’ ultima andrà al nido tra qualche mese. Penso che dal punto di vista della educazione e serenità sia la scelta migliore.
Marta: io dico nido! (se a casa potesse starci la mamma sarebbe diverso, ma nonni no; ne vedo troppi la mattina a spasso con i nipoti che non fanno altro che lamentarsi di quanto sia dura!)
Clarissa: Io faccio parte di quel gruppo di mamme che PURTROPPO ha dovuto staccarsi dal suo cucciolo troppo presto. Aveva 4 mesi quando l’ho lasciato tra le braccia delle maestre. Ho pianto tanto perché il problema è più per noi che per loro. Io ho scelto il nido per non pesare sui nonni che però sono sempre presenti in caso di impreviste dissenterie e febbri varie.
A più di un anno di distanza sono contentissima della scelta fatta. Non è questione di regole o disciplina, ma di attività pensate per la loro età, di piccole scoperte quotidiane, di tante cose che noi a casa magari non riusciremmo fare.
Comunque c’è sempre il periodo di inserimento e se proprio non dovesse andare si può sempre “ripiegare” sui nonni.
Francesca: Anche io avevo la scelta a disposizione nonno 24/24 e 7/7 a disposizione, SEMPRE! Però con mio marito abbiamo scelto il nido, e anche se le maestre sono quel che sono e ci siamo passati febbri e raffreddori ogni santo mese, rifarei la stessa scelta tutta la vita! Tommaso è un bambino “leader”, ma stare con gli altri lo ha aiutato a smussare gli spigoli del suo carattere. Ora è più tranquillo dopo i 13 mesi di nido (è entrato a 1 anno, ora ha due anni). Farlo stare a contatto con altri bimbi gli ha insegnato anche a non patire l’arrivo del fratellino, che ora ha 8 mesi! Mandatelo al nido, ma solo se questo vi fa stare tranquille, altrimenti al momento dell’inserimento sentirà la vostra ansia e i pianti saranno strazianti. Io ho scelto il nido, e andare via e lasciarlo lì quando piangeva era faticoso, ma mi sono sentita bene quando sapevo che era partecipe delle attività. Dopo 3 mesi di vacanza lui è tornato dalle maestre e dai compagni con serenità.
Graziana: Anche io ero molto indecisa tra nonni e nido ma poi ho optato per il nido. La mia aveva 16 mesi ma sono molto contenta. All’inizio piangeva sempre ma poi si è abituata e sta imparando tantissime cose che la mia prima figlia che non è andata al nido non ha fatto!! Diciamo che io l’ho anche mandata perché ero spaventata dall’esperienza della prima che è stata con i nonni straviziata e mi ha fatto penare per tutti gli anni della materna!!
Mirosa: Io ho mandato il mio al nido a 10 mesi e lo rifarei mille volte. Con i nonni ci sarebbe stato sempre da discutere sul mio modo di educarlo (che ovviamente avrei chiesto di seguire) che loro però purtroppo non condividono. Sul sonno e sul cibo non aveva grossi problemi, sulle malattie ti posso dire che in un anno sarà stato a casa non più di 10 giorni, ha fatto la sesta malattia (che dura 4 giorni) e qualche giorno di virus intestinale… moccoletto al naso tutto l’anno ma niente di più. Al nido si diverte come un matto, ha anche un amichetto del cuore adesso e sono inseparabili (2 anni).
Entrambi
Adriana: Ciao il mio andrà al nido 3 mattine a settimana e poi nonni. Avrà 11 mesi. Io ho fatto questa scelta per non pesare troppo sui nonni materni. Certo anche io vorrei evitare i frequenti malanni, ma questo mi è sembrato un giusto compromesso (che ancora non ho messo in atto)…in questo modo anche l’aspetto economico non è così pressante.
Lina: Nido con il supporto dei nonni te lo dico per esperienza personale la mia bimba è andata al asilo a 10 mesi e mi sono trovata benissimo impara tante cose si diverte e te sei più serena. In bocca al lupo.
Corinne: Io ho optato per il 50-50…i miei due bimbi, tutte e due allattati al seno, li ho gestiti lasciandoli la mattina al nido a 6 mesi (con un biberon pieno del mio latte) e dopo il pranzo venivano recuperati dalla nonna che se ne occupava fino al mio rientro. Hanno certo avuto qualche malanno ma niente di serio o di non risolto nel giro di 1 settimana. Hanno imparato subito a mangiare da soli e a stare con tutti, ma non hanno nemmeno perso il rapporto con la loro famiglia composta da nonni e zii!! Facci un pensierino….e in bocca al lupo!
Sara: Angela fa mattina al nido pomeriggio nonna.. Questo è il secondo anno (da quando aveva 8 mesi ed era tetta-dipendente). Confermo e straconfermo la nostra scelta!!
Cristina: Io ho fatto così : mezza giornata nido (così impara a stare con gli altri bimbi, ad avere regole, gioca in un ambiente più sicuro e fa giochi anche educativi, ecc. ecc.) e l’altra metà giornata coi nonni . Quando ha iniziato aveva 9 mesi.certo spesso è a casa ammalata, ma è normale il primo anno. Ah, e anche la mia a casa si addormentava solo con la tetta e in braccio.
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Fortunatamente con mio marito ci dividiamo la giornata più o meno e quindi ne nido ne nonni. Dovendo scegliere pensi che preferirei nonni dopo essermi accertata che rispettino dei principi basilari per noi per esempio niente TV o pc, praticando autosvezZamento con tutto quel che implica nessuna forzatura a mangiare se non vuole dargli solo le cose che scegliamo con attenzione etc etc. Sul nido ho un po di preclusioni ma è un discorso più complesso nel senso che trovi un po ipocrita i discorsi che sento spesso in proposito mi spiego : il nido per chi non ha nessuno che possa stare con io proprio figlio per esigenze lavorative e una risorsa enorme e meno male che esiste. Sono certa che ce ne siano si ottimi con educatrici amorevoli che svolgono con cura il loro lavoro e dediZione so di asili nido in cui si dedica grande attenzione all’alimentazione per cui si per se niente da obiettare. Dire però che è un bene per i bambini è molto lontano dalla visione che ho di essere madre padre e famiglia, essere genitore non significa prendersi cura solo dell’alimentazione del vestiario e stare fisicamente insieme al proprio figlio ma significa anche pensare a cosa fare insieme di adeguato alla sua età, scegliere e ripulire anche la sua va eretta di giochi non solo inutili ma Hr possano ostacolare i suoi progressi perché lo distraggono e durano poco, scegliere giochi adeguati, informarmi su come seguire la sua crescita su cosa succede quando inizia a private le prime forti emozioni la rabbia la frustrazione e arrivare preparati a tutto ciò, se possibile frequentare de gli incontri in cui si facciano attività, cantare con lui ascoltare musica leggere libri ascoltare i suoni degli animali, nella fase imitativa stimolarli con attività che lo gratifichino creare per lui un ambiente consono in cui possa imparare ad essere autosufficiente senza sostituirsi a lui etc etc tutto questo richiede impegno e costanza, richiede anche approfondire leggere mettersi in discussione imparare cose che magari non sappiamo riflettere e sopratutto quando si sta insieme si sta insieme con la testa con la partecipazione coinvolti in quel che si fa . Quindi pensare di delegare a qualche altro tutto ciò non lo trovò una grande idea, certo se non avessi scelta è sapessi che sposiamo le stesse idee a casa ed al nido mi farebbe sentire più tranquilla ma senza volere eccedere spesso per carenza di tempo e per stanchezza ( essere genitori e lavorare e dura e lo sappiamo tutti) deleghiamo e quindi deleghiamo a qualche altro lo stimolo delle sue capacità, deleghiamo ad altri il momento in cui nostro figlio dovrà addormentarsi da solo perché al nido la mamma non c’è ( e questa la trovo nella mia personalissima visione una forzatura che chiaramente deve andare così se il piccolo e al nido un tot di ore ma da qui a dire che aiuteremo tuo figlio a imparare a dormire da solo ce ne passa … Mio figlio si renderà conto che non potrà arrivare altro che adattarsi e si arrenderà pur non essendo pronto perché per come la vedo io c’è un naturale evolversi delle cose che va rispettato d’un dove possibile e se fosse possibile non forzarlo dubito che sceglierebbe di mettersi lì ed addormentarsi da solo almeno salvo rari casi) oppure impara a mangiare da solo con la forchetta anche lì ma dipende a casa come si è impostato il discorso alimentazione e tavola mio figlio ha la sua forchetta e il suo cucchiaino e sa portare la forchetta alla bocca quando ne ha voglia e adesso è tutto intento a imparare ad infilare i fusilli con la forchetta ma sostanzialmente seguendo un autosvezzamento lui mangia da solo con le mani ogni tanto capita che voglia essere imboccato e mangia sempre un po di più ma sempre secondo la sua fame senza forzature ma tutto ciò è avvenuto perché gli si è data fiducia perché leggendo e informandoci ci siamo detti perché pensare che non possa imparare? Ha 13 mesi ma da quando ne aveva 10 sta lì e in maniera sempre più consapevole armeggia quindi ripeto ben venga il nido se altro non c’è ma la strada per l’autonomia quella vera parte da un attaccanento per centrato da una risposta pronta e adeguata da un prestare costante e continua attenzione alle sue necessità in continua evoluzione e sicuramente non essendo educatori di professione tant’è cose di base non le si conosce ma se ci si informa ci si documenta si può tranquillamente fornire seguire il proprio figlio ed accompagnarlo verso la sua spontanea autonomia senza delegare a terzi momenti che poi sono anche preziosi ed indimenticabili. Ripeto non vuole essere una critica al nido e immagino soltanto anche la sofferenza di un genitore nel lasciare il proprio figlio a persone che comunque sono estranee penso semplicemente che sponsorizzarli come soluzione migliore spesso a cui ho sentito rido anche mamme che sono a casa proprio perché così imparano più cose e diventano autonomi quando semplicemente credo che sia una ottima soluzione se altro non c’è e che se è una buona struttura almeno potrà consentirgli di fare cose belle ma personalmente ad oggi credo che ci sia proprio un lasciare che altri facciano ciò che dovrebbero fare i genitori le educatrici dovrebbero affiancare i genitori essere un ruolo rafforzativo nello sviluppo non il traino l’input dovrebbe venire da casa nle non il contrario
Grazie per la testimonianza 🙂
I bambini si adattano perché sono aggrappati alla vita qualunque cosa gli altri scelgano per loro, sia positiva o negativa. Perché sopravvivono sempre, anche ai traumi peggiori e a cose che un adulto non potrebbe più sopportare. Ma siccome i bambini sono persone e come tali è come minimo doveroso far conoscere le ragioni delle scelte che vengono imposte loro (spesso anche se non necessarie), occorre essere onesti
Nido o nonni la verità è che un bambino a un anno, due o tre ma anche dopo (la materna è di moda solo dagli ultimo decenni) vuole stare con i genitori e che se lo si lascia ad altri (specie mer molte ore) semplicemente lo si sta mollando per fare altro. Non è onesto raccontarsi cose diverse. Posso capire chi non vuole o non può o ritiene di non poter rinunciare al lavoro (o a parte di esso) o al tempo da dedicare a se stesso, ma occorre dire la verità a se stessi e al proprio bambino. Le attività si possono fare con i genitori. Occorre un po di impegno, tempo a disposizione e la sensibilità di osservare gli interessi di proprio figlio. Ne migliora anche il rapporto umano e cresce pure il genitore. I bimbi stanno con altri bimbi al parco o in altri luoghi all’aperto. Il gioco spontaneo e una risorsa del bambino da preservare. I bambini sanno trovare da se gli stimoli giusti ma occorre che il genitore si preoccupi e si sforzi di farglieli trovare. L’altro giorno mio figlio di due anni si è fatto un giro in bici di oltre mezz’ora poi ha visto un cantiere edile ed è voluto restare a vedere cosa succedeva perché a casa noi gli abbiamo letto parecchi libri sui cantieri e lui a voce alta relazionava su ogni cosa. Da come si impastava il cemento nella betoniera a come gli operai rivestivano il tetto. Rilevava pure se qualcuno si toglieva il caschetto di sicurezza o i guanti. Io semplicemente lo accompagavo in silenzio. Lui ha imparato a mangiare da solo con me a fianco, gli ho tolto il panno felicemente a 17 mesi e ha smesso da solo di fare pipi definitivamente a due anni. Ha un meraviglioso equilibrio tanto da aver imparato da solo ad arrampicarsi. Tutto ciò lo ha imparato con me, non con qualcun altro magari meno attento alle sue tempistiche di apprendimento. Lui è molto socevole ma quando vuole concentrarsi si allontana deliberatamente dagli altri. È sereno e dolce ma ha un carattere forte e se piange insieme capiamo sempre il motivo senza costringerlo ad adattarsi forzatamente a nulla. Perché un bambino quando piange va sempre ascoltato e non lasciato perché smetta mentre lo si guarda nascosti dietro una parete (o peggio, non lo si guarda affatto). Il pianto di un bambino fa sempre male perché si ha la consapevolezza interiore che ha radici in bisogni necessari, e anche l’attaccamento e la sicurezza di un genitore presente e attento è un bisogno necessario.
Pienamente d’accordo . Poco tempo dopo l’ennesima domanda ma come
Non va al nido? Vedessi come è autonomo mio figlio è socializza e ha gli amichetti e mangia da solo e ha degli orari etc etc e il mio ennesimo ribadire che pensò che almeno fino a 3 anni nostri figlio sta bene a casa con i genitori a prendersi tutto il nostro tempo possibile tutt’a la
Nostra esclusiva attenzione per inondarlo di considerazione ed amore e che finché possiamo dividendoci la giornata non mandarlo ad un nido o materna Fini ai tre anni manteniamo la nostra idea … Ho incontrato una mamma che avevo conosciuto durante degli incontri per l’allattamento e mi diceva che aveva affrontato il momento distacco e la bimba andò l nido e io li pronta a sentirmi dire perché non lo mandi anche tu e invece mi sono trovata davanti una mamma che con estrema onesta mi diceva guarda non possiamo fare diversamente lei si ci sta anche bene ma potesse stare a casa con me o con i nonni che non vivono qui starebbe meglio purtroppo diversamene non si può e tutto sommato la struttura è anche buona.
Proprio ieri cercavo di spiegare che mi piacerebbe poter garantire a mio figlio che ciò che sceglieremo per lui sarà una scelta guidata prima che da nostre esigenze dalle sue r se questo i chiedendo particolare sacrificio finché lo si può fare lo si fa… Purtroppo
Non tutti possono fare scelte libere però di base ammettere che il nido non è altro che una soluzione che è utile a noi che dobbiamo lavorare o per altri motivi e che si spera di poter trovare lankigliore struttura possibile in modo tale che quantomeno in nostra senza nostro figlio stia il meglio possibile sia più realistico che dire che il nido e un luogo paradisiaco e che si fa il bene del bambino così impara le attività e diventa autonomo perché tutti i bambini prima o poi crescono e se seguii anche solo un minimo e supportati adeguatamente raggiungono la loro autonomia e se questa arriva troppo presto non è nemmeno detto che sia un bene c’è un tempo per ogni cosa per cui per bene per chi non può farne a meno mi piacerebbe però un po’ più di realismo