– Mio figlio ha 12 mesi e ciuccia ancora come un neonato.
– Guarda non me ne parlare… mio figlio ha 18 mesi e ancora mangia pochissimo. Altro che crescita normale!
– E del mio che a 15 mesi ancora non cammina, cosa dovrei dire?
Spesso e volentieri si sente parlare di bambini che sono avanti o indietro nello sviluppo, ma nessuno spiega mai rispetto a quali metriche. Probabilmente sono quelle che abbiamo dentro la nostra testa e che sono generate dalla nostra esperienza dopo aver visto il figlio della vicina o della cognata. Quello che invece non viene mai preso SERIAMENTE in considerazione è che la normalità non è semplicemente quantificabile con un numero singolo (tipo, devi iniziare a camminare a 12 mesi), ma è un qualcosa di molto grande e sfumato. Quello che va preso in considerazione è l’intervallo all’interno del quale è lecito aspettarsi che nostro figlio faccia determinati progressi. E all’interno di questo intervallo, che ci piaccia o no, ci sono quasi tutti i bambini e con tutta probabilità anche il nostro nonostante ci sembri così avanti o così indietro rispetto agli altri.
Quello che stai leggendo è la trascrizione del video (che trovi qui) uscito l’altro giorno sul canale YouTube.
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svilu
Oggi voglio rispondere alle varie domande che ricevo incessantemente e che si possono riassumere dicendo, “perché mio figlio non performa?” Faccio riferimento a quando dovrebbe iniziare lo svezzamento, oppure alla quantità di latte che un bambino prende, o al fatto che sembra che il bimbo non si staccherà mai dalla tetta, e cose così. Lo scopo che voglio ottenere è sempre lo stesso, cercare di liberare i genitori dalla schiavitù delle regole arbitrarie valide per tutti.
Crescita normale
Parlando dello sviluppo dei bambini, quello che dobbiamo cercare non è una data sul calendario, ma capire quando il bambino SINGOLO è pronto a effettuare una determinata tappa – e di questo potete essere certi. Prima o poi TUTTI i bambini iniziano con l’alimentazione complementare, si staccano dalla tetta, cominciano a camminare o iniziano a parlare. La questione è QUANDO dovrebbe avvenire tutto ciò. Per esempio, aspettare la scadenza dei sei mesi prima di iniziare a mettere il bambino in contatto con l’alimentazione complementare non ha alcun senso, in quanto non sappiamo quando il bambino sarà pronto. Il conto alla rovescia si fa solo a Capodanno. Per dire, il bambino comincerà ad alzarsi in piedi quando sentirà di essere pronto; la fortuna in questo caso è che il pavimento è sempre lì a disposizione. Nel caso dell’alimentazione complementare, il bimbo di norma sarà vicino ai genitori quando mangiano, anche se lui non mangia ancora i solidi. Quando sarà arrivato il momento l’unica cosa che dovrà fare sarà allungare la mano.
Questo fenomeno lo possiamo inquadrare in modo più ampio guardando la crescita del bambino nella sua totalità. Voglio farvi vedere questa immagine tratta dal sito web dell’OMS. Vediamo che lo sviluppo dei bambini è tutto un susseguirsi di tappe che vengono effettuate all’interno di quella che possiamo chiamare una finestra di opportunità. I bambini non sono distribuiti in maniera uniforme all’interno di questa finestra; ci sarà un picco, possiamo immaginare verso la metà di una finestra, dove troviamo il numero maggiore di bambini e poi ci saranno delle code che si attenuano mano-mano che ci allontaniamo dal picco.
Vediamo quali sono le tappe che vengono prese in considerazione (andando dal basso verso l’alto):
- stare seduti senza supporto,
- stare in piedi aiutato,
- gattonare,
- camminare aiutato,
- stare in piedi da solo,
- camminare da solo
e notate l’AMPIEZZA di queste finestre! Questa rappresenta i motivi da 1 a 6.
Stare seduto senza supporto va dai 4 ai 9 mesi. Per un bambino così piccolo è una finestra enorme se rapportata all’età, dura circa 5 mesi con un picco intorno ai 7 mesi. Mettiamola così, un bambino starà seduto senza supporto a 6-7 mesi +/- 2 mesi. Vedete da soli quanto grande sia l’incertezza e quanto ampia la finestra all’interno della quale un bambino dalla crescita NORMALE può effettuare questa tappa della crescita.
Camminare da solo va da 7 mesi e mezzo a 17 mesi e mezzo, ovvero la finestra dura circa 10 mesi. In altre parole, se prendiamo il punto centrale come picco, un bambino inizierà a camminare da solo a 12 mesi + o – 5 mesi. Quindi dire che un bambino dovrebbe camminare intorno ai 12 mesi equivale a fornire un dato con un errore potenziale ENORME. Ha quindi senso dire che se il bambino della vicina ha cominciato a camminare a 15 mesi è indietro rispetto al mio che ha iniziato a 9? No, sono entrambi vantano una crescita normale; sono normali! Per darvi un idea della scala utilizzata, cambiate i mesi in anni e diciamo, per dire, esempio totalmente inventato, che la pubertà possa iniziare a 12 anni + o – 5 anni, ovvero tra i 7 e i 17 anni. Rifletteteci un attimo… quando parliamo di bambini piccoli tutto è proporzionalmente molto dilatato e ce lo dobbiamo SEMPRE RICORDARE. È fondamentale.
L’alimentazione chiaramente non può rappresentare un’eccezione. Non si può, anzi non si deve pensare che un bambino risulti improvvisamente incapace di procedere senza un calendario preciso. Un epidemiologo, Adriano Cattaneo, ex OMS, ha aggiunto a questa immagine un ulteriore finestrella quella dell’alimentazione complementare che grossomodo INIZIA dai 5 ai 7,5 mesi (Motivo No. 7). Sottolineo che questo è il punto di INIZIO, non di fine. La fine può essere dopo 2 mesi, dopo 4 dopo 12 … dipende dal bambino. Quindi vedete va considerato normale un bambino che inizia a 5 mesi così come uno che inizia a 7, e vanno considerati normali semplicemente perché lo sviluppo dei bambini, le tappe che attraversano sono le stesse, ma la tempistica è individuale e varia tranquillamente da bambino a bambino, da fratello a fratello; non è per nulla vero che debbano essere tutti uguali.
Un esempio tra tanti, un genitore che mi ha scritto preoccupato perché la figlia a 13 mesi ancora prende tanto latte. Non mi sto a dilungare perché ne ho parlato in un altro articolo sul perché gli schemi con le grammature sono una perdita di tempo, ma si è visto che ci sono bambini normali, dalla crescita normale e appartenenti al primo mondo che prendono tranquillamente oltre i tre quarti del fabbisogno calorico dal latte a un anno e a due anni possono prenderne addirittura circa il 60%. Di bambini così non ce ne saranno molti, ma ciò non vuol dire che non siano normali. (E questo è il motivo No. 8)
E lo stesso vale ad esempio per le curve di crescita: essere al 25esimo percentile, essere al quindicesimo percentile, essere al quinto percentile va benissimo (Motivo No. 9). Non c’è nessun problema così come va benissimo essere al cinquantesimo al 75° o all’85° o al percentile che volere. Sono tutti stati normali. Al massimo quello che importa è l’andamento nel tempo, non certo il valore.
Proprio l’altro giorno mi sono scambiato diverse email con un genitore che era tanto preoccupato perché il figlio stava al 25esimo percentile della crescita. Ma qual è il problema di essere 25esimo percentile? Non era certo la crescita del bambino, ma erano le paure del genitore; era il pediatra che gli faceva venire l’ansia perché diceva che il bambino era piccolo e che doveva crescere di più, però essere al 25esimo percentile delle curve di crescita non è né bello né brutto, né buono né cattivo, ma neutro; normale. Proprio come è neutro e normale essere al 75mo. Tutti questi precentili rientrano all’interno della “crescita normale”.
La normalità è ampia e ci rientriamo praticamente tutti; magari l’idea non ci piace perché pensiamo che nostro figlio sia sempre eccezionale, e per molti versi lo è in quanto unico e irripetibile, ma se parliamo di metriche misurabili e di statistica, la stragrande maggioranza della popolazione può essere considerata normale. Poi ci sono dei casi eccezionali per i quali bisogna valutare caso per caso, ma proprio perché eccezionali sono davvero pochi e la probabilità che tuo figlio sia, in questo senso, fuori dall’ordinario sono estremamente basse. È molto più probabile invece che tuo figlio ricada nella normalità, ovvero all’interno di una di queste finestra solo che tu genitore, avendo visto solo pochi bambini, non te ne rendi conto.
Capite bene che se ti continuano a dire che devi cominciare lo svezzamento a 6 mesi, che se non comincia lo svezzamento a 6 mesi succede il finimondo, che devi cominciare assolutamente, è facile cominciare a preoccuparsi. Poi quando gli operatori sanitari che sono pagati per assisterci e consigliarci ci mettono il carico da 11 tutto diventa più difficile. Ma ciò non toglie che questa preoccupazione è priva di fondamento perché tua figlia comincia quando è pronta e quando lo dice lei. Una volta che accettiamo questo fatto, la nostra vita diventa immediatamente più semplice perché tante delle preoccupazioni che abbiamo scompaiono all’istante. Come popolazione si comincia con l’alimentazione complementare intorno ai sei mesi però questo NON equivale a dire che TUO figlio debba iniziare a sei mesi; questi sono concetti completamente diversi.
E tu, ti sei mai trovata a doverti scontrare contro l’idea che tuo figlio non rientrasse “nella norma”? Ti sei mai preoccupata che tuo figlio non avesse una “crescita normale”?
Cosa è successo, raccontami nei commenti. In particolare mi interessa sapere chi ti ha messo la pulce nell’orecchio e come hai reagito, ovvero se ti sei fatta prendere dal panico o hai continuato per la tua strada. Raccontami! Ciao e alla prossima
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